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Finanziare le armi con Epf (Fondo europeo per la pace) è un paradosso?
Abbiamo chiesto il parere al generale Giuseppe Morabito, Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation
27-03-2023 - L’Ue, dopo il conflitto ucraino, continuerà a inviare armi finanziandole con il Fondo europeo per la pace , non solo a Kiev ma anche ad altri stati partner nel resto del mondo.
È notizia di questi giorni, relativa alla proposta di Borrell, Alto rappresentante UE, di intervenire in Africa nello stesso modo in cui stiamo intervenendo in Ucraina .
Inviando armi a Kiev l’Unione Europea trasgredisce i trattati che non permettono di finanziare strumenti letali con il bilancio europeo; quindi, l’idea dei capi europei di usare il Fondo europeo per la pace a molti pare un paradosso.

Vogliamo sentire il parere del generale Giuseppe Morabito, Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation
Generale Morabito, che interpretazione possiamo dare, ad un progetto che ai nostri occhi di contribuenti, ma soprattutto di cittadini che rifiutano la guerra come recita l’art. 11 della nostra Costituzione, sembra un paradosso?
"L'obiettivo dell'Unione europea era di fornire un milione di munizioni a Kiev entro un anno ed ora l'impegno è stato messo nero su bianco. La decisione sul piano munizioni europeo per aiutare Kiev, ma anche per mettere a livello i magazzini degli stati membri, dal punto di vista militare è positiva. Svuotare i depositi militari di munizioni di tutti i Paesi che hanno aderito all'accordo e di fornirli alle forze armate ucraine rimane nell’ottica del supporto incondizionato a Kiev contro l’aggressione russa. Il problema centrale rimane quello delle scorte munizioni, che vengano effettivamente ripianate con sollecitudine. Sono previsti acquisti comuni, e sottolineo sia che è la prima volta che in UE si acquistano in modo congiunto le munizioni sia che l’Italia e il ministro della Difesa Crosetto hanno aderito con piena convinzione. Com’è noto, l'operazione dovrebbe contare sul rimborso al 50% del Fondo Europeo per la Pace che attingerebbe al miliardo di euro messo sul piatto dall'UE".

Fondo per la pace x alimentare una guerra?
"Non mi sorprende che l’Unione Europea continui a garantire gli aiuti militari all’Ucraina prelevando risorse dal fondo europeo per la pace (Epf). Un fondo che, nel portale dell’UE, è descritto come necessario a “migliorare la capacità dell’Unione di prevenire conflitti, costruire la pace e rafforzare la sicurezza internazionale” e il cui bilancio è finanziato dai contributi degli Stati membri sulla base del loro Pil. Prima del conflitto in Ucraina, l’Epf era stato utilizzato per il supporto alle forze armate bosniache, quelle georgiane, della Mauritania, del Ruanda e all’Unione Africana. C’è chi pensa che sia un incredibile paradosso, io rimango della mia idea: è una decisione opportuna che può spingere il governo russo a convenire a una pace giusta".

Non solo, dovremmo anche accrescere il Pil destinato alla spesa per la Difesa
"Sono anni che in ambito NATO si discute di portare le spese per la difesa dei singoli paesi al 2% del PIL (molti Paesi che non l’hanno fatto sono europei, Italia compresa). Ora è palese che non era una richiesta peregrina anche in presenza dell’epidemia per il virus proveniente dalla Cina Popolare e delle sue conseguenze economiche. Bisognerebbe farlo con sollecitudine anche per mandare un messaggio chiaro a Mosca. Neppure gli USA sono rimasti a guardare: il Segretario di Stato Blinken ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti del valore di 350 milioni di dollari, che includeranno munizioni, pezzi di artiglieria, missili, armi anticarro, imbarcazioni fluviali e altre attrezzature".

Restando in tema di conflitto in Ucraina, cosa può dirci dell’uso di armi ad uranio impoverito suggerito dal governo britannico?
"I proiettili all’uranio impoverito sono molto efficaci e liberano polveri che si disperdono nell’ambiente e quindi sono potenzialmente dannosi quando urtano una superficie dura quali una corazzatura metallica di un mezzo da combattimento. Se invece penetrano nel terreno o impattano superfici più tenere, potrebbero non produrre significative contaminazioni. È stato stimato che di norma tra il 70 e l’80% dei proiettili si conficchi nel suolo senza quindi rilasciare nell’atmosfera quantità di polveri significative. Il problema è il 20 o 30% che colpisce un bersaglio o di disintegra su una superficie resistente.
Con l’impatto su superfici dure si liberano micro-particelle, che pare non abbiano dimensioni tali da penetrare nelle cellule umane. Se invece l’impatto avviene in ambiente chiuso, allora l’inspirazione delle polveri può essere dannosa, ma in tal caso la morte sopravviene comprensibilmente per altre cause. Meglio comunque, a mio personale parere, non permanere nella zona dove sono state usate armi al “depleted uranium”. Gli Ucraini lo sanno".

Come ha reagito il governo russo?
"A seguito della decisione di Londra di fornire a Kiev le munizioni all’uranio impoverito non è tardata ad arrivare la presa di posizione della Russia. Dopo che Mosca ha messo in guardia il Regno Unito dal fornire all’Ucraina tali munizioni, facendo chiaramente intendere che tale azione avvicinerebbe sempre più a un conflitto nucleare. Il capo della diplomazia russa Lavrov, ha poi ricordato che un passo del genere violerebbe “il diritto internazionale umanitario, come è successo in Jugoslavia nel 1999”. Come noto, alla Duma, poi, il Presidente Volodin  ha detto che: “La Gran Bretagna ha annunciato che il regime di Kiev sarebbe stato fornito di munizioni all’uranio impoverito. Questa decisione porta a una tragedia su scala globale, che colpirà principalmente gli stati europei”. Il leader bielorusso Aleksander Lukashenko ha invece dichiarato che la Russia potrebbe consegnare alla Bielorussia “munizioni con uranio vero”. “Se l’Occidente è così pazzo, darà impulso a questo processo”, è stato il commento bielorusso. Certe cose se devono essere fatte devono essere fatte rispettando il segreto militare altrimenti ricadono nella propaganda fine a sé stessa".

L’Italia sta addestrando soldati  ucraini all’uso di missili Samp-T che il governo fornirà a Zelensky; secondo lei potremmo rischiare minacce da parte della Russia?
"Premetto che stiamo giustamente sostenendo sempre più l’Ucraina all’interno dello specifico schieramento delle democrazie occidentali. Certo questo allontana la possibilità di dialogo con Mosca anche perché le prove di dialogo hanno già subito un duro colpo con l’incriminazione del Presidente Putin, da parte della corte penale internazionale dell’Aja.
Per tutti gli esperti militari è chiaro che dopo aver ceduto alcuni sistemi antiaerei Samp-T all’Ucraina avremmo anche dovuto provvedere all’addestramento degli ucraini stessi che tali sistemi non hanno mai visto. Appare palese che quando fornisci un armamento tecnologicamente complesso devi formare alla sua utilizzazione il personale che lo impiegherà. Se si è convintamente parte di uno schieramento e agisci conseguentemente, è comprensibile e atteso che la controparte minacci risposte consequenziali. Sarebbe strano se non accadesse e soprattutto alcune attività a livello Cyber War si sono già palesate con provenienza probabile dalla Russia (ad esempio subito dopo la visita del Presidente Meloni a Kiev). Alcuni esperti vedono poi la possibilità di una progressiva auto-erosione della nostra sovranità argomentando che le armi e gli eserciti, infatti, sono prima ancora che strumenti di difesa presidi di indipendenza. Bisogna trovare la giusta media tra aiuti da fornire e conservare una credibile propria capacità difensiva; questo cancellerebbe le preoccupazioni per la minaccia convenzionale russa".




Maria Clara Mussa
 
  


 
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