Notizie dal Mondo

Ordine di Malta, tra accusa e realtà
Cosa c’è nell’inchiesta pubblicata da ‘’Il Fatto Quotidiano’’ e cosa non torna
10-10-2025 - L’inchiesta pubblicata da il Fatto Quotidiano (8 ottobre 2025) dipinge un Ordine di Malta diviso tra “due volti”: l’azione caritativa per i poveri e presunti eccessi ai vertici—voli costosi, stipendi milionari, patrimoni “in rovina”, riforma di Papa Francesco “tradita”. Di seguito una ricostruzione sintetica delle contestazioni e una verifica critica con elementi di contesto che ridimensionano o smentiscono, ove possibile, le tesi più nette.
Voli costosi e trasferte di lusso
Accusa:
Si allude a rotte intercontinentali, tratte Roma–New York o missioni in Asia/Australia con rimborsi “quantomeno equivoci”, facendo pensare a scelte di comodo.
Contesto/Smentita:
L’Ordine di Malta è soggetto sovrano di diritto internazionale con rete diplomatica e sanitaria in oltre 100 Paesi.
Le missioni ufficiali (ospedali, corridoi umanitari, negoziazioni con governi/agenzie) richiedono spesso tempi stretti, equipaggiamenti medicali e itinerari compatibili con protocolli di sicurezza e agende istituzionali. Tariffe elevate o classi flessibili non equivalgono automaticamente a “lusso”: sono spesso clausole standard per missioni istituzionali, con assicurazioni, cambi last-minute e trasporto di materiali sensibili. Senza documenti di spesa disaggregati, imputare “spreco” rimane un’illazione.
Stipendi milionari
Accusa:
Si suggerisce l’esistenza di remunerazioni fuori scala per dirigenti e consulenti.
Contesto/Smentita:
La governance moderna di un ente globale (sanità, gestione emergenze, compliance internazionale, audit, legale) richiede figure altamente qualificate provenienti dal settore sanitario/finanziario.
Retribuzioni di mercato per profili C-level o per incarichi temporanei su progetti complessi possono apparire “alte” se isolate dal contesto, ma non sono di per sé prova di mala gestio.
Senza range retributivi comparati (ONG internazionali, ordini religiosi con status sovrano, fondazioni sanitarie) e senza distinguere stipendi strutturali da incarichi a progetto, parlare di “milionari” rischia di confondere.
’’Tesori andati in rovina” e gestione immobiliare
Accusa:
Si parla di patrimonio deteriorato, cessioni o mancata valorizzazione di beni.
Contesto/Smentita:
La gestione di patrimoni storici (immobili vincolati, conventi, terreni agricoli) sconta:
• vincoli di tutela e costi di manutenzione straordinaria;
• cicli immobiliari sfavorevoli e alti tassi d’interesse;
• riconversioni funzionali per usi sociali (ambulatori, centri accoglienza) che riducono la redditività ma aumentano l’impatto umanitario.
Definire “rovina” senza bilanci certificati, perizie e cronologia degli interventi ignora questi fattori. In molti casi, la dismissione di asset non strategici serve a finanziare attività sanitarie e programmi di emergenza: non è un segno di decadimento, ma una riallocazione coerente con la missione.
Riforma di Papa Francesco tradita
Accusa:
Il pezzo pubblicato suggerisce che lo spirito di sobrietà e rinnovamento indicato dal Papa sia stato disatteso.
Contesto/Smentita:
Le riforme negli enti storici richiedono tempi lunghi: adeguamenti statutari, revisione degli organi, nuovi controlli interni, formazione su appalti e anticorruzione, aggiornamento dei protocolli finanziari (KYC/AML) e dei processi HR.
Parlare di “tradimento” dopo pochi cicli di bilancio e nel mezzo di adeguamenti regolatori è più un giudizio politico che una verifica oggettiva. Inoltre, l’azione caritativa dell’Ordine (ospedali, ambulanze, cliniche mobili, soccorso in emergenze) risulta tuttora sostanziale: è difficile sostenere che la “sostanza evangelica” sia stata abbandonata mentre l’operatività continua su larga scala.
Due volti: poveri vs. vertici nel lusso
Accusa:
Contrasto morale: base che opera tra i bisognosi e apici che vivono nello sfarzo.
Contesto/Smentita:
È una dialettica ricorrente in molte organizzazioni internazionali: la complessità di guidare migliaia di volontari, cliniche e progetti multimilionari implica strutture direttive, compliance, rappresentanza diplomatica.
Cerimoniale e uniformi storiche non sono “lusso”, ma parte dell’identità e del protocollo di un ordine cavalleresco sovrano. Il punto non è l’estetica, ma la trasparenza dei conti e l’efficacia dell’impatto. Senza evidenze di arricchimento personale o spese fuori policy, la contrapposizione resta narrativa.
Cosa servirebbe per un giudizio serio (e perché ora non c’è)
Per confermare o smentire in modo definitivo occorrono:
• bilanci certificati con note integrative, analisi dei centri di costo e comparazioni triennali;
• policy interne su viaggi, rimborsi, procurement e soglie autorizzative, con esempi applicati;
• elenco delle dismissioni/valorizzazioni patrimoniali con perizie indipendenti;
• dati sull’impatto (pazienti trattati, risorse investite per area, costo per beneficiario) confrontati con ONG omologhe.
L’articolo solleva interrogativi legittimi ma non offre questo corredo probatorio: senza tali documenti, le accuse restano parziali.
Conclusione
L’inchiesta mette in luce tensioni reali—governance, costi delle missioni, gestione del patrimonio—che qualsiasi ente storico e globale deve affrontare.
Tuttavia, molte affermazioni risultano sovra-estese o non dimostrate: voli costosi non equivalgono a “lusso”, stipendi alti non provano “spreco”, dismissioni non implicano “rovina”, e parlare di “riforma tradita” senza misurare i progressi normativi e l’impatto sanitario è più un titolo che un’analisi.
Il criterio decisivo resta quello evangelico-manageriale: trasparenza dei conti + efficacia dell’impatto.
Finché questa coppia regge—con bilanci pubblici, audit indipendenti e risultati misurabili nell’aiuto ai fragili—la narrazione dei “due volti” perde forza. Dove invece emergeranno falle documentate, sarà doveroso correggere con rigore. Ma per giudicare serve più dei titoli: servono i numeri.
Pierangelo Panozso

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