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Non è più tornato dalla missione in Afghanistan...
Rosa e Luigi Positano ancora cercano la verità sulla morte del figlio Francesco caduto a Shindand sei anni fa
05-05-2016 - ‘’Aderendo all’invito rivoltomi io sottoscritto prof. Gionata Fragomeni ho accettato di esprimere parere tecnico-ingegneristico sulla causa della morte del caporal maggiore scelto Francesco Saverio Positano, avvenuta in data 23 giugno 2010 a Shindand in Afghanistan…’’
Così esordisce l’Ingegner Gionata Fragomeni, professore dell’Università della Magna Grecia di Catanzaro, di cui abbiamo attentamente letto la relazione prodotta per illustrare la dinamica dell’incidente che ha causato la morte di Francesco.
L’incidente in cui Francesco è morto è avvenuto verso le ore 18.00 del 23 giugno 2010 sul tratto di strada asfaltata denominata Ring Road tra le località di Shindand e Adraskhan, in Afghanistan.
Il giovane militare faceva parte di un convoglio e si trovava a bordo di un mezzo militare denominato MRAP Cat. III comunemente detto “Buffalo” in dotazione alle Forze Militari Italiane di stanza in Afghanistan.
Rendiamo una breve sintesi della relazione:
“Stava effettuando una ricognizione tecnica lungo l‘itinerario “Bretella Aeroportuale EST - Ring Road”. Il convoglio era formato da quattro veicoli: un “Cougar”, un “Buffalo” e due VTML “Lince”, a bordo dei quali si trovavano complessivamente 20 militari.
Ed in quel tratto di strada, a fine manovra del mezzo militare, è accaduto l’incidente che ha causato il decesso di Francesco.
Secondo il racconto di chi era sul posto, il giovane caporale è caduto a peso morto sulla strada asfaltata ed il corpo rimaneva supino, a due metri di distanza, mentre l’elmetto veniva rinvenuto a circa un metro e mezzo dal corpo.
I commilitoni constatavano perdita di sangue dal naso, dalle orecchie e dalla bocca, l’assenza del polso carotideo e radiale e di attività respiratoria.
Purtroppo, la Quick Reaction Force, giunta sul luogo dell’incidente non ha eseguito un servizio fotografico adeguato”….
La relazione dell’ingegner Fragomeni termina:
“In conclusione dall’analisi della documentazione fornita dai legali della famiglia del Caporal Maggiore Scelto Positano Francesco Saverio, seppur incompleta a causa dell’assenza di indagini tecniche e prove sperimentali da effettuare in sede investigativa, si può escludere la caduta accidentale dal mezzo militare fermo, così come descritto negli atti trasmessi alla Procura della Repubblica. Risulta invece molto più probabile che l’incidente sia avvenuto con una dinamica più complessa quale l’investimento da parte di un veicolo a bassa velocità in fase di manovra. E’ ragionevole ipotizzare che un brusco movimento del mezzo abbia causato la caduta del Caporale Maggiore Scelto Francesco Saverio Positano dal veicolo MRAP Cat III Buffalo e che lo stesso sia stato investito dal Buffalo stesso o da un veicolo simile che lo seguiva. E’ inoltre possibile che il Caporale Maggiore Scelto Francesco Saverio Positano si trovasse già a terra per guidare meglio l’operazione di manovra o per controllare eventuali problemi al mezzo.”
Oltre alla relazione dell’ingegnere Fragomeni, abbiamo letto il documento dei RIS di Roma, in cui viene descritta l’alterazione del profilo anatomico della testa di Francesco, quale deformazione concava sul lato destro del volto.
Secondo le analisi da parte dei RIS, la distribuzione delle lesioni al volto “trovano completa corrispondenza con la dislocazione delle cinghie (dell’elmetto) allacciate, lasciando verosimilmente supporre che tali lesioni siano proprio dovute alla trazione/pressione esercitata dalle cinghie allacciate stesse”.
E l’elmetto non mostra deformazioni dovute ad urto violento, così come il tessuto mimetico protettivo non mostra anomalie..
Le conclusioni dei RIS dicono:
“L’elmetto protettivo in reperto era indossato dal Positano e correttamente allacciato, al momento in cui si sono generate le lesioni.
E’ verosimile supporre che il capo della vittima sia rimasto schiacciato dentro l’elemento calzato ed allacciato, a causa di una compressione/deformazione elastica esercitata da qualche meccanismo sull’elemento protettivo stesso.
Il complesso lesivo della testa di Positano non possa essere riferito ad una qualche causa che abbia determinato l’applicazione di una forza molto intensa e rapida (ad esempio un urto violento) al capo della vittima. poiché dal punto di vista fisico avrebbe verosimilmente prodotto uno sfondamento del cranio che, invece, non è stato riscontrato in sede medico-legale.
In tale quadro anche l’ipotesi di una caduta libera della parte posteriore del mezzo militare su cui egli viaggiava non appare compatibile con il complesso lesivo globalmente osservato e con l’assenza di lacerazioni o strappi sugli indumenti indossati.
In considerazione del contesto in cui il decesso di Positano è avvenuto, si ritiene che le cause determinanti un’azione di compressione e deformazione elastica dell’elmetto debbano essere ricercate in qualche meccanismo e/o manovra riferibile al mezzo militare, cosiddetto’’Buffalo’’.
Non spetta a noi fare deduzioni.
Leggiamo però la richiesta di Archiviazione,13 giugno 2015, da parte del sostituto Procuratore della Repubblica, Elisabetta Ceniccola, contestata immediatamente dallo studio legale che si cura del caso.
Secondo i legali di Positano, infatti, pur essendo ben elencati i dati relativi alle analisi dei Ris e dell’esperto Fragomeni, nel documento di richiesta di archiviazione viene sottolineato come non sia possibile “ravvisare negligenza, imprudenza ed imperizia né condotta alternativa esigibile che avrebbe evitato il decesso del militare”
Il sostituto procuratore Ceniccola chiede al giudice per le indagini preliminari di archiviare il procedimento e ordinare la restituzione degli atti al proprio ufficio.
Non dobbiamo stupirci se i legali della famiglia Positano si siano opposti alla richiesta di archiviazione
Nel documento sottoscritto dagli avvocati, sono sottolineati molti punti riportati sia dalla relazione tecnica dei Ris sia dall’analisi del perito Fragomeni, che avevano segnalato e ritenuti fondamentali per la prosecuzione del procedimento, e che danno adito a dubbi sulla volontà di proseguire nel giudizio.
Nel rifiutare l’archiviazione, i legali dichiarano che: “si sollecita una integrazione della relazione medico-legale, mettendo a disposizione del consulente gli indumenti, le riproduzioni fotografiche e tutto quanto possa essere utile ad una corretta ricostruzione, comprese le conclusioni cui giungono i Ris”.
Andranno individuate competenze, responsabilità, figure professionali e di controllo della sicurezza sul lavoro, perché la presenza in territorio di guerra non annulla il rispetto di una normativa.
La guerra è già di per sé un fatto che implica eventuali tragedie, sarebbe necessario prevedere ed assumere precauzioni sul lavoro, per evitare almeno quelle non dovute ai colpi di mortaio.
E mentre stiamo pubblicando l’articolo, riceviamo l’informazione che il GUP ha fissato l'udienza del 21 settembre 2016, per discutere della opposizione alla archiviazione.
E’ una notizia che ai genitori di Francesco Positano, Rosa e Luigi, non può che portar un po' di sollievo...
Un piccolo passo che premia la loro fermezza nel voler capire cosa sia realmente accaduto, cosa abbia provocato quella tragedia che per sempre ha cambiato il corso della loro vita.





Maria Clara Mussa
 
  


 
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