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Manifestazioni ed Eventi

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foto di: M. Rizzo
Porzus, trascorsi 73 anni dall’eccidio di partigiani della Brigata Osoppo
Non si può parlare di rigurgiti neo fascisti bensì di atteggiamenti fuori dal tempo
11-02-2018 - A Faedis, piccolo comune della provincia di Udine, è stato commemorato il 73esimo anniversario dell’eccidio di partigiani della Brigata Osoppo con una cerimonia organizzata dall’Associazione Partigiani Osoppo di Udine che ha visto la partecipazione del sottosegretario di Stato alla Difesa Domenico Rossi, della presidente della regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e della Medaglia d’Oro al Valor Militare Paola Del Din
“Ogni forma di estremismo è la negazione dei valori della nostra Repubblica a cui noi tutti dobbiamo ispirarci” ha detto Rossi nel suo intervento, “Porzus è il simbolo di una Italia condivisa espressione di spirito di servizio, senso del dovere, di giustizia sociale. Il compito di chi fa memoria è fare in modo che questi valori siano tramandati ai giovani”.
Dopo oltre 70 anni, le due Associazioni quella dei partigiani dell’Anpi e della Osoppo, hanno ricucito decenni di disaccordi e già dall’anno scorso partecipano assieme alle rispettive cerimonie per commemorare i caduti. Quella strage, Giorgio Napolitano nel corso di una visita in Friuli a maggio del 2012, la definì come una tra le più pesanti ombre che siano gravate sulla gloriosa epopea della Resistenza. E queste “zone d'ombra”, non possono oscurare il valore storico del movimento di liberazione dell'Italia dal nazifascismo, ma vanno ricordate per rendere giustizia e rispetto a vittime innocenti.
Il 7 febbraio 1945 nelle malghe di Porzus tra le frazioni di Faedis e Attimis in provincia di Udine, un distaccamento di decine di uomini dei Gap garibaldini del Friuli legati al Partito Comunista Italiano, e comandati da Mario Toffanin (Giacca), catturò un intero comando delle Divisioni Osoppo e sotto l’accusa di intesa col nemico, prima uccisero tre di loro, tra cui il capitano Francesco De Gregori “Bolla” (zio del cantante), poi spostandosi e disperdendosi verso la pianura fino al 18 febbraio ne ammazzò altri 14, tra cui Guido Pasolini “Ermes” (fratello minore di Pier Paolo). Solo due partigiani della Osoppo, fingendosi morti, si salvarono.
L’eccidio di Porzus fu l’apice più cruento di una divisione ideologica e politica nelle file dell’unità resistenziale friulana che si acuì verso il finire dei tre anni di lotta per la Liberazione quando la Divisione Garibaldi “Natisone” si aggregò ai partigiani comunisti sloveni, agendo sotto loro ordine, quindi per le forze titine, e a loro volta i partigiani della Osoppo accettarono di parlamentare con fascisti e nazisti senza giungere ad alcun accordo.
Una celebrazione che oggi, all’indomani delle manifestazioni nelle piazze italiane per il giorno del ricordo delle foibe, assume un significato particolare.
“Cori come quelli di ieri nelle nostre piazze sono inaccettabili per la società italiana”, ha commentato così Rossi quanto è accaduto, “Non si può parlare di rigurgiti neo fascisti bensì di atteggiamenti fuori dal tempo. Tutti quelli che sono contro questi valori sono al di fuori dal mondo”.
Ed esprimendo solidarietà e vicinanza alle forze di polizia e ai carabinieri impegnati a mantenere l’ordine: “uomini e donne sempre in prima fila che sono stati ancora una volta il bersaglio della violenza di gruppi facinorosi. Sono episodi sconcertanti, che condanno senza riserve, atti vigliacchi contro chi serve lo Stato e le Istituzione con dedizione e onore. Noi saremo sempre vicini ai nostri agenti e carabinieri che sono punto di riferimento per tutti garanti dei valori democratici e della sicurezza del nostro paese”.



Massimiliano Rizzo
 
  


 
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