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foto di: Archivio Iannuzzi
Partner for peace
Continua il racconto di Alfredo Iannuzzi, sulle sue esperienze in ambito NATO
08-07-2018 - Undici settembre 2001
Il mondo intero assiste attonito in diretta al più grave attentato terroristico mai ideato e realizzato, per di più nella città simbolo del cosmopolitismo e della globalizzazione mondiale, New York.
La storia, d’ora in poi, si dividerà in prima e dopo l’11 Settembre.
Molti assiomi, come convenzione di Ginevra, uso limitato della forza, evitare danno collaterali non necessari, condanna solo dopo regolare processo e divieto assoluto di usare la tortura come mezzo di coercizione perdono il loro valore assoluto.
In nome della difesa contro il terrorismo, tutto diventa lecito al punto di non richiedere nemmeno più l’approvazione da parte dei massimi livelli nazionali ed internazionali.
D’altro canto, per la prima volta nella storia assistiamo ad un vero avvicinamento tra le nazioni nella lotta comune al terrorismo; a parte l’adesione progressiva alla NATO delle Nazioni dell’ex patto di Varsavia, di quelle nate dalla ex Yugoslavia e delle tre nazioni baltiche, nasce il Gruppo PFP (partners for peace) che per la prima volta include: NATO, nazioni storicamente neutrali come Svizzera, Austria Svezia, Israele, Egitto, Tunisia e nazioni antagoniste ai tempi della guerra fredda come Ucraina, Russia, Georgia, Uzbekistan.
Si ha la sensazione che il nemico comune rappresentato dal terrorismo islamico abbia fatto da coagulante per l’inizio di un’era di collaborazione reale, fattiva e sincera tra nazioni che prima nutrivano reciproca diffidenza.
Nel campo della minaccia terroristica alla navigazione aerea nasce il NEASCOG (NATO EUROCONTROL SECURITY COORDINATION GROUP) che sotto la leadership NATO/ EUROCONTROL lavora, assieme a tutte le nazioni aderenti alle due organizzazioni, alla individuazione delle misure idonee a combattere questa specifica minaccia suggerendo alle varie nazioni i provvedimenti da attuare.
Per le mie qualifiche operative mi trovo scaraventato in questa realtà già la settimana successiva.
Sotto l’egida dalla NATMC (NATO AIR TRAFIC MANAGEMENT Committee) le riunioni si susseguono in molte nazioni anche non NATO (es: Israele).
Regional WG - allargamento ai new comers
Ed eccoci all’allargamento della NATO ai paesi del ex Patto di Varsavia.
Le uniche forze che per il Trattato sono sotto Comando NATO fin dal tempo di pace sono quelle della Difesa Aerea, perché sono integrate a protezione del territorio e dello Spazio aereo NATO da eventuali attacchi improvvisi.
Uno dei requisiti di ammissione come futuro nuovo membro è che le Forze di Difesa Aerea siano integrabili e in grado di operare sotto comando NATO.
Questo richiede che i sistemi di comunicazione, comando e controllo siano compatibili con quelli della NATO.
Gli aspiranti “new comers” essendo Paesi del ex Patto di Varsavia hanno in dotazione aerei e mezzi di C3 (Communications, Command & Control) russi per cui debbono acquisire sistemi compatibili con quelli della NATO
Ed ecco che comincia la corsa dei “vu cumprà” USA.
Gli Stati Uniti mettono insieme un team di ex militari del USAF in prestito alla Lockheed Martin che, come un circo equestre, gira ogni anno in un diverso Paese dell’Est, negli alberghi più costosi delle varie capitali dove ospita tutti i rappresentanti degli altri Paesi e mostra gli articoli in vendita: sistemi di comunicazione terra bordo terra e terrestri e sistemi di C2 computerizzati.
La NATO (che io rappresento a questi Regional Working Group in quanto responsabile della interoperabilità con il “future ACCS”) si preoccupa che i ferri vecchi regalati dagli USA non risultino incompatibili con ciò che noi stiamo acquistando a carissimo prezzo.
La tecnica di vendita dei ARWG è semplice: ti regalo radio, telefoni e computers, poi quando sarà necessario ti venderò sia le parti di ricambio che gli aggiornamenti.
Politicamente appena entrerete nella NATO sarete nostri debitori e quindi voti in più, al NATO COMMITTEE, a favore delle proposte USA.

Alfredo Iannuzzi
 
  


 
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