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foto di: cortesia MAE

03-10-2018 - La Conferenza sulla Libia si terrà a Palermo nelle giornate del 12 e 13 novembre. Lo ha dichiarato il ministro Enzo Moavero Milanesi durante l’Informativa sugli sviluppi della situazione in Libia che si è tenuta nel pomeriggio di oggi nell’aula del Senato.
«Nei contatti intensi degli ultimi mesi il Governo italiano si è attenuto ai seguenti principi: assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni e del popolo libico, dialogo con tutti gli interlocutori affidabili, in primis con il Governo riconosciuto dagli organismi internazionali, centralità delle Nazioni Unite, coesione nei rapporti tra Libia e comunità internazionale, ed infine rafforzamento dei rapporti bilaterali tra Italia e Libia».
Con queste parole, il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale ha dato il via alla seduta a Palazzo Madama, iniziata poco dopo le cinque del pomeriggio di martedì 2 ottobre, che ha visto importanti dichiarazioni sulla delicata situazione libica dove l’Italia sta giocando un ruolo di primo piano.
«Nelle ultime settimane ci sono state una serie di sviluppi che hanno investito sia la sicurezza della già tribolata situazione in Libia, sia gli aspetti di carattere economico. Sono state anche delle settimane ha spiegato il Ministro Moavero caratterizzate da una serie di intensi contatti tenuti dal Presidente del Consiglio, da me e da altri membri del Governo con la Libia e con gli attori dello scenario libico».
Si tratta degli incontri avuti con i rappresentanti del Governo riconosciuto dalla comunità internazionale, il presidente Serraj, il ministro degli esteri Siala, l'inviato dell'ONU Salamé. Di recente anche il vice presidente Maitig è venuto a Roma e lo stesso ministro Moavero si è recato in Cirenaica, a Bengasi, a incontrare il maresciallo di campo Haftar.
La sicurezza sul territorio libico è ancora fragile e l'Italia ritiene che le elezioni debbano svolgersi in condizioni costituzionali e legislative chiare e trasparenti. Il pacchetto di riforme economiche, suggerite dalla comunità internazionale per normalizzare la situazione, prevede il riallineamento del tasso di cambio, la riduzione delle sovvenzioni governative sul carburante, l'aumento delle indennità per le famiglie, l'incremento dei contributi per spese sanitarie e universitarie.
«Dagli incontri nelle Nazioni Unite sono emersi i seguenti impegni: sostegno al delegato ONU, garanzia della sicurezza a Tripoli, mantenimento della prospettiva delle elezioni, attuazione delle riforme economiche - ha dichiarato il ministro all’Aula - occorre, infine, evitare che posizioni differenti siano percepite come conflittuali. L'Italia, che ha punti di vista diversi da quelli della Francia ma non rivalità conflittuali, può contare sulla volontà degli USA di appoggiare la posizione italiana».
Moavero ha ricordato che l'ambasciata italiana è l'unica operativa a Tripoli, nonostante al momento l’ambasciatore si trovi in Italia per ragioni di sicurezza.
Lunedì prossimo il ministro andrà a Mosca per parlare della Conferenza per la Libia che si terrà il 12 e il 13 novembre a Palermo ed alla quale saranno presenti i rappresentanti di Arabia Saudita, Egitto, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Francia, Germania, Spagna, Marocco, Tunisia, Gran Bretagna, Canada, Ciad, Algeria, Cina, Giordania, Malta, Ue, Onu, Lega araba, Unione africana.
«La Conferenza è per la Libia e non sulla Libia - ci tiene a sottolineare Moavero - e l’obiettivo è quindi facilitare il processo di securizzazione in Libia. Saranno invitati i principali interlocutori dello scenario libico, a cominciare, naturalmente, da quelli che ho già nominato e che ho già incontrato: in primis, il Governo riconosciuto dalla comunità internazionale".
Come dichiarato dallo stesso ministro, anche il maresciallo Haftar ha confermato interesse per la Conferenza sulla Libia.
«L’obiettivo è facilitare il dialogo e vorremmo rimanere nel principio della completa autodeterminazione libica, che è evidentemente un punto fondamentale, una loro presa di responsabilità ed è anche estremamente importante che ci sia un approccio inclusivo» ha sottolineato Moavero.
E sulla data delle elezioni in Libia, tra i punti di discordia tra Italia e Francia, l’obiettivo è identificare le tappe del processo di stabilizzazione: «Qualora fosse ulteriormente verosimile che non si potranno tenere le elezioni alla data immaginata (10 dicembre, come voluto dalla Francia), vorremmo evitare di stabilire altre date, ma evidenziare le varie tappe che andranno seguite per arrivare al momento fondamentale delle elezioni. Quindi, non sarà una Conferenza che impone scadenze o che detta compiti, quanto una Conferenza in cui i diretti interessati si potranno dare un'agenda comune e identificare i passaggi».

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