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Balcani – Eastmed: arrivano gli USA e cambiano gli equilibri; la dottrina Menendez
La complessità degli sviluppi in due aree di vitale importanza per l’Italia che sarà chiamata a scelte chiare
28-05-2019 - Sempre più al centro degli sviluppi e degli scontri fra blocchi la macroregione che comprende i Balcani ed il Mediterraneo centro-orientale, laddove riserve per circa 31 Tcm di gas, includendo le probabili riserve della ZEE nord orientale libica, creano uno dei maggiori hubs energetici globali.
Sempre più attivi gli USA che hanno compreso come da quest’area passi buona parte della sfida globale che vede da una parte USA ed alleati e dall’altra Cina, Russia e satelliti, battersi per la supremazia globale.
Due le caratteristiche principali di questa sfida: il controllo del commercio e degli scambi valutari e, quindi, delle risorse naturali (minerali ed energetiche).
Balcani e Mediterraneo centro orientale, con le loro risorse, infrastrutture e choke points, giocano un ruolo fondamentale, influenzando in maniera importante la posizione europea.
La posizione europea, divisa al proprio interno, (si veda il MOU firmato da Italia e Cina, o ancora i diversi approcci dei paesi membri del 16+1) spingono gli USA a giocare un ruolo di maggior peso nell’area.
Per gli USA, impedire l’incremento di influenza russa, cinese, turca ed iraniana nei Balcani ed in Eastmed è fondamentale sia per garantire la tenuta della NATO, sia per evitare che una maggior influenza commerciale ed economica cinese e russa porti una minaccia alla supremazia del Dollaro.
Supremazia salda e difficilmente scalzabile, ma da difendere con attenzione, se lo sguardo si allarga al lungo periodo (oltre i 15 anni).
Simili preoccupazioni dovrebbe nutrire l’Unione Europea la cui posizione soffre però a causa di interessi nazionali sempre anteposti a quelli unitari, cosa che porta ad un debole coordinamento ed iniziative incoerenti con la strategia generale (MOU Italia-Cina, 16+1, ecc..).
Proprio questa debolezza europea ha portato alla rinnovata presenza USA che si manifesta a vari livelli: politico, militare, economico.
Dal punto di vista militare gli USA hanno agito in due sensi: incremento della propria presenza diretta (si vedano I recenti e sempre più frequenti rischieramenti di reparti e la costruzione di nuove infrastrutture logistiche, ma anche operative, specie in Grecia) e supporto materiale ai propri alleati, che hanno così potuto beneficiare di un incremento di capacità in diversi settori.
Politicamente, gli USA stanno appoggiando i processi di pace nei Balcani, un esempio su tutti il Trattato di Prespes fra Grecia e Macedonia del Nord che, aprendo a Skopje la prospettiva di adesione alla NATO ed alla UE, ottiene un doppio risultato: dare un segnale forte ad altri paesi dell’area (Albania, Serbia, Kosovo, Croazia, Bosnia) e, in parallelo, controbattere le sempre forti influenze di Russia, Cina, Iran e Turchia, su ampi settori delle complesse società balcaniche, con prospettive future di forte instabilità per tutta l’area.
Rischi che l’adesione alla NATO ed alla UE dei Paesi interessanti, punta a contrastare.
Significativo in tal senso il messaggio lanciato dal sottosegretario di Stato USA Matthew Palmer, che ha indicato il Trattato di Prespes come fondamentale esperienza per la stabilizzazione dei Balcani.
Un altro forte imprimatur politico che Washington sta offrendo al processo di pace è l’appoggio ai vari format di Trilaterali e Quadrilaterali, che nel tempo si sono sviluppate. Ad oggi, abbiamo visto tre principali formati: la trilaterale Egitto-Grecia-Cipro e le due Quadrilaterali Grecia-Cipro-Giordania-Iraq e USA-Grecia-Israele-Cipro. Iniziative che hanno il forte appoggio, quando non direttamente la partecipazione di Washington, come nel caso di quest’ultima.
Un capitolo a parte merita il rapporto fra gli USA e Cipro: il Congresso, in maniera bipartisan, sta sostenendo sia la fine dell’embargo delle armi a Cipro, sia, e qui l’iniziativa è ancora più clamorosa, l’adesione di Cipro alla NATO. Adesione che trova anche manifestazioni pratiche, come la presenza di una delegazione cipriota ad uno degli ultimi summit dell’Alleanza Atlantica.
Presenza che ha generato la protesta plateale da parte di una Turchia per converso sempre più lontana dai propri alleati occidentali: alla vista della delegazione cipriota, la rappresentanza turca ha lasciato il summit in segno, appunto, di protesta.
Dal punto di vista economico, Washington è diventata sempre più protagonista attraverso una serie di investimenti strategici.
Dopo aver rilanciato l’industria (strategica) della cantieristica greca con un primo intervento a Siros ed uno in arrivo ad Eleusina, gli USA stanno intervenendo, sempre in Grecia, anche nella creazione di una supply chain ad altro valore aggiunto ed alto contenuto tecnologico, così creando un coerente quadro industriale ed economico, che possa incrementare sempre più i legami economico e finanziari fra Grecia e USA.
Anche l’altra grande risorsa della regione (idrocarburi), vede Washington in prima linea.
Gli USA stanno infatti creando le condizioni affinché l’Eastmed diventi un vero hub energetico che possa garantire sicurezza e indipendenza energetica di NATO e UE, lontano dal monopolio russo, ma anche mantenere la supremazia del Dollaro e dell’Euro nel mercato energetico globale.
L’intervento USA in questo campo si esplicita a vari livelli. Il primo livello, in collaborazione con il supporto militare e politico visto nei punti precedenti, è quello di garantire lo sviluppo di un quadro di stabilità regionale, propedeutico ai necessari ampi investimenti che lo sfruttamento delle riserve locali richiede.
Il secondo è quello di favorire la costruzione di infrastrutture di trasporto del gas, in maniera da poter creare una rete di distribuzione alternativa a quella russa (ed in prospettiva a quella turca, che potrebbe diventare fonte di discutibile sicurezza).
In questo senso, vediamo l’appoggio alla costruzione di tre tipi di infrastrutture.
Primo tipo di infrastruttura sono le pipelines (esempi efficaci sono il TAP ed il complesso IGI Poseidon, del quale fanno parte sia l’Eastmed che l’IGB).
Il secondo è l’incremento della capacità di utilizzo di gas liquido (GNL), attraverso la costruzione o il potenziamento di impianti di rigassificazione (esempi efficaci sono l’ampliamento della capacità dell’impianto di Revithousa nei pressi di Atene e la costruzione di un nuovo rigassificatore flottante – FSRU – ad Alexandroupolis) in modo che le reti europee possano beneficiare anche dell’incrementata capacità di export di GNL made in USA (che sta raggiungendo costi tali da essere un’alternativa economicamente valida).
Il terzo è il rafforzamento delle capacità estrattive del gas contenuto nelle riserve sottomarine.
La recente attività di Exxon Mobil in Grecia e soprattutto a Cipro ne è esempio lampante.
Infine, piccola chicca, Exxon e Noble Energy, stanno prendendo in considerazione la creazione di una stazione galleggiante di liquidificazione del gas, nella ZEE cipriota, aumentando la capacità regionale di produzione di GNL, ad oggi legata ai due soli impianti egiziani di Damietta ed Idku. Dopo l’incoraggiante scoperta di 420 Bcm di gas al Block 10 di Cipro (Gafkos) Exxon si prepara a nuove esplorazioni sempre fra il Block 10 ed il Block 12 (dove c’è appunto l’altra società USA, Noble Energy).
In caso, assai probabile, si riescano ad individuare nuove risorse economicamente sostenibili, la prospettiva di questo impianto flottante di rigassificazione diventerebbe realtà.
Tutta questa attività USA si rispecchia in due atti politici di primaria importanza: la Dottrina Menendez e la creazione di un Centro per l’Energia nel Mediterraneo Orientale.
La dottrina Menendez è un parametro con il quale faremmo bene a fare conoscenza.
La Dottrina prende il nome dal senatore democratico Bob Menendez.
Menendez in collaborazione con il senatore repubblicano Marco Rubio, ha presentato al Congresso l’ “Eastern Mediterranean Security and Energy Partnership Act of 2019”.
Con questo documento, che ha ottenuto il supporto di entrambi i partiti, gli USA intervengono a supporto di Grecia, Cipro ed Israele. Lo stesso Senatore Menendez ha poi visitato le capitali interessate ad inizio maggio, dando seguito pratico all’atto politico.
Il primo atto concreto della Dottrina Menendez, è stata la trasformazione della Trilaterale Grecia-Israele-Cipro in Quadrilaterale, con l’ingresso in pianta stabile di Washington a fianco di Atene, Gerusalemme e Nicosia.
Altri provvedimenti inclusi nell’atto di Menendez e Rubio: la fine dell’embargo alla vendita di armi a Cipro, il supporto tecnico e finanziario alle forze armate greche, lo stop alla consegna degli F-35 alla Turchia, se concluderà l’acquisizione degli S-400 da Mosca.
Ancor più clamorosa la notizia dell’apertura della trattativa fra USA e Grecia per l’acquisizione di 24 F-35 da parte di Atene, dopo che l’Aeronautica Ellenica ha potuto visionare i sei F-35 inviati dall’Italia all’esercitazione congiunta Iniochos 2019.
Il secondo effetto è la creazione del centro per l’Energia del Mediterraneo Orientale, che al momento prevede la presenza di USA, Israele, Grecia e Cipro e si pone come struttura che mira alla difesa delle ZEE di Cipro e Grecia ed alla stabilità dell’intera regione, a favore quindi anche di Israele, Libano ed Egitto.
Si tratta di una struttura che in alcuni ambienti UE viene vista come alternativa e sostanzialmente ostile al format del Forum del Gas del Mediterraneo Orientale (del quale l’Italia è membro fondatore assieme a Egitto, Israele, Grecia, Cipro, Giordania e Libano) mentre da parte USA si evidenzia come le due strutture possano operare di concerto ed in maniera coordinata ed integrata.
Molti e netti i cambiamenti nei Balcani e nel Mediterraneo centro orientale, due aree di vitale importanza per l’Italia, che sarà chiamata a scelte chiare.
L'Italia non potrà permettersi in tal senso passi falsi, pena l’isolamento e un enorme danno strategico ed economico.






Marco Florian
 
  


 
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