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Nel 2100 metà popolazione in Italia potrebbe essere musulmana
Risulta dal ''Primo Rapporto sull’islamizzazione d'Europa'' curato dalla Fondazione Farefuturo e Ufficio Studi di Fratelli d’Italia presentato in Senato
11-09-2019 - L’11 settembre scorso, è stato presentato il ’’Primo rapporto sull’islamizzazione d’Europa’’, curato dalla Fondazione Farefuturo con il contributo dell'Ufficio Studi di Fratelli d’Italia.
Relatori, il senatore e presidente di Farefuturo Adolfo Urso, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il criminologo e scrittore Alessandro Meluzzi, l’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, già ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, il sociologo coordinatore del sondaggio pubblicato Arnaldo Ferrari Nasi, la senatrice Isabella Rauti giornalista e ufficiale della riserva selezionata.
Nel Rapporto si rileva che i Musulmani in Italia, al 1° gennaio 2019, risultano essere 1 milione e 580mila.
Rispetto alla stessa data di rilevazione nel 2018, la classifica delle appartenenze religiose degli stranieri residenti in Italia vede i musulmani primi, scavalcando i cristiani ortodossi.
I cristiani ortodossi il 29,7% (pari a un milione e 560mila). Seguono i cattolici (977mila pari al 18,6%).
Gli stranieri musulmani residenti in Italia, che nel 2018 erano 1 milione e 450mila, sono dunque aumentati di 127mila unità, mentre i cristiani sono diminuiti di 145mila unità (nel 2018 erano poco meno di 3 milioni) pur mantenendo ancora il ruolo di principale religione professata dagli stranieri. Per quanto riguarda la nazionalità, si stima che la maggior parte dei musulmani stranieri residenti in Italia provengano dal Marocco (440mila), Albania (226mila), Bangladesh (141mila), Pakistan (106mila) ed Egitto (111mila).
Nel corso della presentazione del Rapporto, si sono alternati i relatori, a comunicare le proprie considerazioni.
Giorgia Meloni afferma, nel saggio da lei pubblicato:
''Se è necessaria una certa quota di immigrazione, noi non abbiamo mai avuto alcun problema a chiedere di favorire chi ha origini italiane ed europee; si stima che nel mondo ci siano decine di milioni di nostri connazionali che non hanno la cittadinanza italiana, pur avendone diritto. Se l'Italia ha bisogno di immigrazione la cosa più sensata è favorire proprio l'arrivo di chi ha le nostre stesse origini. L'esempio banale è il caso Venezuela, più di 20 milioni di abitanti di cui due milioni sono di origine italiana. Nello stato sudamericano vige il caos e in tanti soffrono la fame e le persecuzioni da parte del regime comunista di Maduro. Perché allora non prendere gli immigrati che dovessero servirci da lì?’’
Per quanto concerne l’opinione di Urso, uno dei punti fondamentali da sconfiggere eè che l’Europa deve spezzare, è la “sottomissione”:
''La sottomissione è la prima 'catena mentale' non ancora materiale che l'Europa dovrà spezzare se intende davvero reagire alla 'decadenza', riaffermando i valori della propria civiltà, cosa necessaria per sé ma utile per il mondo intero‘'.
Da parte sua, Isabella Rauti, nel saggio a sua firma, punta sulla necessità di fare una legge sull’integralismo islamico:
C'è un'Europa che non considera politicamente corretta nel suo linguaggio formale l'espressione 'terrorismo islamico' e preferisce usare la definizione ‘minaccia terroristica di matrice jihadista': il punto è che seppure si può operare una distinzione tra musulmani ed Islam, ed i suoi fedeli possono essere moderati e 'dialogici', la fede in Allah di un fondamentalismo radicale che si sta diffondendo, predica l'odio e la violenza verso i miscredenti”.
"Una percezione diversa della minaccia terroristica da parte dei singoli Stati Membri, tiene a sottolineare Rauti, “non solo non favorisce la necessaria interoperabilità dei dati a livello europeo, ma condiziona anche le politiche comuni di contrasto e di sicurezza, mentre è urgente rafforzare gli strumenti giuridici e operativi, i controlli alle frontiere interne ed esterne, la strategia di antiradicalizzazione e migliorare la collaborazione europea in materia di difesa e sicurezza”.
Interessante l’affermazione di Terzi di sant’Agata, relativa alla distruzione dell’Iraq quale regalo alla repubblica islamica dell’Iran:
''Bisognerebbe finalmente riconoscere gli errori commessi, per correggerli: la distruzione dello Stato Iracheno nel 2003, fu un immenso regalo per la Repubblica Islamica Iraniana. Le ha consentito di ricongiungersi agli sciiti Iracheni, il 60% della popolazione e nel 2014 ha incoraggiato le mire iraniane sulla Siria.
In cambio, sembra, dell’accettazione americana di un ’Nuclear Deal' nato male e finito peggio
’’.
Un dato interessante emerge dal sondaggio, in cui si evidenzia come il 62 per cento degli italiani ritiene ''la maggior parte dei fedeli islamici, in Italia, moderata’’.
'Se il 27 per cento degli intervistati ritiene che l'Islam sia fondamentalmente una religione violenta ed intollerante il 40 per cento dice che lo è stata solo in passato e che oggi è potenzialmente 'pacifica e tollerante', mentre il 23 per cento lo indica positivamente. Questi due dati, sommati, danno all'incirca lo stesso valore, 62 per cento di chi ritiene che la maggior parte dei fedeli islamici, in Italia, sia moderata'.
Nota
La rilevazione coordinata da Ferrari Nasi è stata eseguita nel luglio 2019 su un campione rappresentativo di 800 italiani adulti somministrando loro un questionario redatto dal Comitato Scientifico del Rapporto.








Maria Clara Mussa
 
  


 
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