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Ministro Guerini: innalzate le misure di sicurezza dei contingenti italiani all’estero
Il Governo iracheno vive con crescente difficoltà la presenza delle truppe Usa sul suo territorio
03-01-2020 - Leggiamo un comunicato stampa del ministero della Difesa: “In merito all’uccisione del generale Qassem Soleimani il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha da subito ricevuto informazioni dal Comando Operativo di Vertice Interforze sui contingenti nazionali presenti nei vari Teatri. Sono state innalzate le misure di sicurezza dei contingenti dove operano i soldati italiani e, inoltre, sono stati limitati al minimo gli spostamenti al di fuori delle basi”.
Ricordiamo che il contingente italiano è impegnato in Iraq e nella regione del Kurdistan nell'operazione "Prima Parthica" **
Ed abbiamo anche ricevuto un comunicato stampa da parte dell’ufficio stampa dell’ammiraglio Giuseppe De Giorgi:
La decisione di Trump di far uccidere il generale Soleimani avrà delle conseguenze destabilizzanti di ampia portata non solo nei rapporti con Teheran ma anche con il Governo iracheno che vive con crescente difficoltà la presenza delle truppe Usa sul suo territorio”. A sostenerlo è l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ex capo dia, di Stato Maggiore della Marina Militare dal 2013 al 2016.
L’azione americana condotta il 3 gennaio arriva dopo mesi di passività degli Usa in Medio Oriente e in Mediterraneo. Basti pensare alla decisione di abbandonare la Siria al controllo di Turchia e Russia, i Curdi al loro destino, di non intervenire dopo lo spettacolare attacco di droni alla raffineria di  Buqyaqin Arabia Saudita, all’abbattimento di Droni USA nello stretto di Hormuz, mantenendo un basso profilo in occasione delle ultime provocazioni di Kim Jon- un e l’assenza dalla scena Libica".
"Vista l’importanza del generale ucciso" - osserva De Giorgi - "le conseguenze potrebbero estendersi oltre il Golfo Persico, in Mediterraneo, in Siria e in Libia, ad esempio mettendo in ombra la crisi libica in attesa delle mosse iraniane, lasciando di fatto maggiore libertà d’azione alla Turchia nell’inserire truppe regolari a sostegno di Al Serraji e alla Russia di muoversi in modo più aggressivo. La speranza è che la decisione di Trump faccia parte di una strategia complessiva di ampio respiro che abbia previsto come contenere le inevitabili ritorsioni iraniane, la destabilizzazione ulteriore dell’Iraq, del Golfo Persico, dello Yemen e che non sia invece una mossa finalizzata a ribaltare l’immagine di un Presidente distratto o addirittura debole in politica estera all’avvicinarsi delle elezioni presidenziali. La storia è ricca di esempi di decisioni azzardate in politica estera per rafforzare il consenso del popolo tramite l’orgoglio nazionale e il mito della Patria in pericolo. Potrebbe funzionare. Ma a quale prezzo. Intanto, da oggi la causa sciita ha un nuovo luminoso martire”, conclude l'ammiraglio De Giorgi.
Nota
Le componenti italiane inquadrate nell'operazione Prima Parthica, sono inserite nell'ambito del Combined Joint Task Force – Operation Inherent Resolve, Coalizione multinazionale contro Daesh, che attualmente annovera 76 Paesi e 4 Organizzazioni internazionali. Il Contingente, composto da circa 500 militari appartenenti a tutte le Forze Armate, opera principalmente per addestrare le forze dei Ministeri della Difesa e dell'Interno iracheni e della regione autonoma del Kurdistan.
Gli addestratori italiani sono inquadrati in unità multinazionali all'interno del Kurdistan Training Coordination Center, attualmente sotto il comando di un colonnello dell'Esercito Italiano, e della Police Task Force – Iraq, unità a guida Arma dei Carabinieri. Completano l'organico l'Air Task Group Griffon, costituito da piloti, specialisti e militari dell'Aviazione dell'Esercito Italiano, che contribuisce all'elitrasporto a favore del personale della Coalizione in tutto l'Iraq e il Comando del Supporto Nazionale che garantisce il supporto logistico al Contingente schierato in area d'operazioni. Ufficiali e Sottufficiali della Difesa italiana operano in vari settori all'interno degli staff dei comandi della Coalizione. Ad oggi, sono oltre 50.000 gli appartenenti alle Forze di Polizia e di Sicurezza irachene e della regione autonoma del Kurdistan addestrati dai militari italiani mediante corsi basici ed avanzati.







Redazione
 
  


 
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