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foto di: CYbernaua
Coronavirus: non sono un golpista né un eversivo
A colloquio con il comandante Alfa, a seguito della sua lettera pubblicata su Facebook
24-03-2020 - “Non posso più tacere, la rabbia e il dolore sono forti e non voglio e non devo più contenerli. Siamo un Paese in emergenza, in guerra. Sì in guerra, i decreti non servono più a nulla, sono confusi, servono a indebolirci e non a rinforzarci.
Incomincia così lo sfogo del comandante Alfa, che pubblica su Facebook una lettera in cui esprime, da privato cittadino qual è ora, la sua delusione per come si sta gestendo la situazione attuale, creata della diffusione del Coronavirus.
Lo abbiamo raggiunto al telefono.
Comandante, l’hanno indicata come golpista. Come ribatte a tale accusa?
Posso affermare di non essere golpista. Ho giurato fedeltà alla Repubblica che avevo 17 anni, quando mi sono arruolato, per concludere la mia attività a 65 anni, quando sono andato in pensione. La parola golpista nei miei confronti è un controsenso. Ho svolto sempre il mio lavoro con serietà e fedeltà all’Arma dei Carabinieri che mi ha cresciuto e dato la possibilità di svolgere una vita professionale entusiasmante”.
Siamo un Paese in emergenza, in guerra. Schierate l'esercito, istituite il coprifuoco, chiudete i confini, i porti, sigillate il nostro Paese… lo ribadisce?
“L’ho detto, perché chiudere i confini serve a circoscrivere la diffusione del virus! In fondo siamo in guerra, lo dicono i medici, gli operatori sanitari, che ogni giorno si sentono in trincea a combattere contro un nemico invisibile. E’ una guerra asimmetrica. E’ un nemico che non vediamo in faccia.
Chiudere le frontiere, auspicare il coprifuoco è una metafora, è una critica costruttiva la mia, per far capire anche alla popolazione che non è un momento da considerare alla leggera.
La popolazione recepisce, non dovrebbe neppure esserci il bisogno di porre forti imperativi; ognuno dovrebbe agire secondo il buon senso. Bisogna stare in casa.
Che significa il permesso di correre vicino casa? si crea confusione nel dare indicazioni di questo tipo.
Stare a casa e basta”.
Abbiamo letto su alcuni giornali che il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri ha detto “Prenderemo provvedimenti” per le sue affermazioni nella lettera; cosa accadrà?
Non credo che il comandante abbia detto che prenderanno provvedimenti: l’Arma ha impegni ben più importanti da seguire che non interessarsi del comandante Alfa, che ormai è un privato cittadino, che può esprimere il proprio parere come tutti i cittadini, nel rispetto dell’artico 21 sulla Costituzione. Come non penso che neppure il ministro della Difesa Guerini abbia detto che sono “eversivi”. Lo hanno scritto in alcuni giornali, ma non significa che lo abbia detto davvero.
Sa cosa vorrei? Vorrei poter parlare direttamente con il ministro della Difesa. Se potessi incontrarlo, parlargli, spiegargli che il mio scopo, scrivendo quella lettera, non era di instaurare un golpe, bensì di stimolare sia la popolazione sia il governo; se potessi spiegarglielo, sicuramente non emetterebbe tale giudizio.
Vorrei che il ministro della Difesa leggesse il mio curriculum in cui è scritto che niente mi è stato regalato, né in Italia né all’estero
”.
Lei ha scritto: Ognuno può dare un consiglio e un supporto anche se non riveste lo stesso colore politico. È il momento dell'unità, quella vera, per il bene comune… cosa intendeva con queste parole?
Lo Stato c’è; ma perché non riesce a fare sentire la sua vicinanza? Ai medici, agli operatori sanitari, a coloro che continuano a lavorare nei supermercati. Fare delle dichiarazioni periodiche, non fa del rappresentante dell’Istituzione un leader. Conte, se vuol fare il leader, con mascherina e tutte le precauzioni del caso deve scendere in campo.
Sei un leader? vai in un ospedale, vai in un supermercato, è sufficiente recarsi in un luogo e parlare con chi è in “trincea”. Un vero leader, per incoraggiare il personale operativo che lavora per ore, deve dare parole di conforto. Quando ero operativo, le parole di conforto dei miei superiori riuscivano ad alleggerire le enormi fatiche che mi opprimevano. Il leader scende in campo e fa sentire la sua presenza.
E il Parlamento! perché non si riunisce? Ha paura?
Sono invece orgoglioso di Mattarella. Il nostro Presidente della Repubblica ha avuto parole di conforto per tutti, ha telefonato ai governatori delle Regioni ed ha anche fatto un intervento forte verso l’Unione Europea
”.
Hanno contestato il fatto che lei porti sempre il mephisto quando è in pubblico.
Ma certo. Lo devo portare, ma non perché mi vergogni di farmi vedere; bensì per garantire sicurezza alla mia famiglia.
Io ho paura di nessuno e di niente. Ma la mia famiglia deve essere protetta.
//www.cybernaua.it/news/newsdett.php?idnews=7183
Dopo tutti questi anni io mi sento ancora di supporto. Tanto che giro per le scuole, a parlare con i giovani di giustizia, di rispetto, dei problemi della droga e della corruzione e dei valori per i quali ho operato per tutta la mia vita.
Continuo a rendermi utile alla società, trasferendo le mie esperienze ai giovani. Credo nei giovani, cui tutta la società dovrebbe chiedere scusa; essi sono pieni di talento, ma andrebbero indirizzati per poterlo esprimere
”.
E nel chiudere la conversazione, il comandante Alfa ribadisce la sua fedeltà alla Patria, alla quale ha offerto i suoi anni di lavoro ininterrotto, sin dal primo giorno del suo arruolamento, quando, giovane di 17 anni, era già convinto sostenitore della giustizia e della lealtà verso i valori della Costituzione.
Pubblichiamo alcune immagini a testimonianza delle affermazioni del comandante Alfa nel corso della nostra intervista: essere tra la gente, senza nessun fine, ma con lo scopo di diffondere una presenza attiva e positiva tra le nuove generazioni e anche di raccontare di come il reparto speciale dei carabinieri, il Gis, che tanto ha dato e continua ad esistere nella ‘’leggenda’’
Lo spirito di chi si enuclea tra la gente amato e rispettato da persone di ogni età; rispettato da giovani ed anziani che lo vedono tutti con ammirazione, lo vedono come se fosse un super eroe. Non costruiamo super eroi, ma attraverso di loro parliamo della nostra realtà.
Si può diventare super eroi?, assolutamente sì.
Si può stare dietro ad una maschera, assolutamente sì. Ci sono persone che, pur non indossandola, la mettono in continuazione e non per fare del bene.
Alfa è una persona che nella nostra fantasia è un super eroe, ma anche un eroe che la nazione dovrebbe riconoscere come tale e non travisare le parole che ha detto, che sono le parole che la maggior parte delle persone ha condiviso.
E poi, far cenno al mefisto del comandante Alfa nell’attuale situazione pare un’assurdità.
Nel momento in cui tutti dobbiamo indossare una maschera anti contagio Covid19, proprio il comandante Alfa dovrebbe toglierla?







Maria Clara Mussa
 
  


 
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