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foto di: Archivio cybernaua
Il tormentone dei 5G
Copasir: fondate le preoccupazioni circa l’ingresso delle aziende cinesi nelle attività di installazione. Ne parliamo con Mario Arpino
07-07-2020 - Abbiamo avuto un interessante colloquio con il generale Mario Arpino, (già capo dell’Aeronautica dal 1995 al 1999 e poi della Difesa, sino al 2000) sulle attualità che ‘’imperversano’’ attualmente, di cui i mass media riempiono le proprie pagine, andando dalle novità sui virus, alle contestazioni riguardanti la sicurezza cibernetica.
Un mondo vivace, di cui alcuni dei nostri connazionali, che hanno vissuto l’evoluzione delle scoperte e della ‘’innovation tecnology’’, possono ben parlare, avendo esperienza diretta nel campo.
Generale Arpino, sappiamo che lei ha un lontano passato nella Guerra Elettronica. Oggi non si fa che parlare dei 5G, con consistenti dosi di elettroni in libertà. Di che si tratta?
La Guerra Elettronica (GE) si occupa di sfruttare al meglio lo spettro elettromagnetico ai fini militari e nel contempo di precluderne la piena utilizzazione al presunto avversario. Quando parliamo di 5G, ci riferiamo invece alla capacità di un sistema trasmissivo (ad esempio il nostro cellulare) di connettersi a internet, in termini di quantità di dati nell’unità di tempo, e quindi di velocità di trasmissione. Non si tratta di GE, ma è ovvio che il tutto rientri nel settore di interesse e di monitoraggio da parte dei sistemi di valutazione della sicurezza nazionale. 5G altro non significa se non “quinta generazione”, in questo caso il riferimento è il tipo di rete. I primi cellulari si connettevano con rete 1G, poi 2G, poi, sempre aumentando la velocità e la quantità dei dati, siamo passati dai 3G di qualche anno orsono ai 4G che attualmente tutti noi abbiamo in tasca. La nuova rete 5G è in fase di sperimentazione in alcune città anche in Italia (Roma, Milano, Matera, Prato, Catania, Bari, Genova, Torino e l’Aquila), con un’attivazione a livello nazionale prevista entro il 2022. La differenza è considerevole, se è vero che la rete 5G è circa 200 volte più veloce della 4G. Chi volesse saperne di più sulla portata del cambiamento, provi a digitare “Internet of Things””.
Non pensa che se ne parli tanto anche a causa delle campagne in atto in vari Paesi per denunciare possibili danni alla salute ascrivibili alla rete 5G?
Si, in effetti queste campagne sono in atto anche in Italia, sebbene con scarsa visibilità. Bisogna però tener conto che una rivoluzione come quella che progressivamente introdurrà l’uso estensivo 5G può, in diversi casi, collidere con interessi industriali, commerciali e anche politici ben consolidati negli anni. E’ ovvio, quindi, che qualche turbolenza indotta qua e là possa emergere. L’Aeronautica Militare ne sa qualcosa a proposito delle proteste contro le emissioni della catena radar della Difesa Aerea, tuttavia sempre assolta in giudizio e, prima, dai collegi peritali. I dubbi che vengono ingenerati nelle popolazioni difficilmente regrediscono anche di fronte all’evidenza, che è tale solo per i tecnici di settore, ma non per i comuni cittadini. La Svizzera, che certamente non va elencata tra i Paesi refrattari alla tecnologia, per legge è costretta a dar seguito alle petizioni e per il momento ha sospeso le sperimentazioni del G5. Per quanto riguarda i fenomeni che più hanno colpito la fantasia, come la moria degli uccelli, la fuga degli animali, la maggior diffusione del Coronavirus nelle zone di sperimentazione 5G, l’indebolimento del sistema immunitario, ecc., questi non hanno trovato al momento riscontri negli studi degli uomini di scienza. Sembra che, almeno per questo, non si possa incolpare né la Cina né la Huewei, il suo gioiello innovatore”.
A proposito della Cina e di Huawei, siamo nel bel mezzo della polemica sollevata dai provvedimenti già attuati o minacciati da Donald Trump. Cosa sta succedendo?
Mentre l’irritazione di Trump è soprattutto di natura economica e commerciale, quella del Congresso e del Pentagono (bipartisan tra repubblicani e democratici) è innanzi tutto politico-militare. Sotto entrambi i punti di vista, la sicurezza delle comunicazioni ha un ruolo fondamentale, che – si giudica – non deve concentrarsi nelle mani della Cina. Cosa che invece per certo accadrà, qualora la penetrazione del colosso Huawei dovesse essere tale da rendere incerta la sicurezza della reta 5G. A questo punto, gli Stati Uniti stanno procedendo con forti pressioni verso i Paesi che stanno entrando nel 5G perché evitino di mettersi nelle mani del colosso cinese e con minacce di sanzioni verso le società che producono componentistica a favore di Huawei. Il Pentagono sta verificando le relazioni con l’Armata Popolare di una ventina di queste ditte, ed è pronto a riferire al Congresso. Cosi, tra pressioni e minacce di sanzioni, i ripensamenti stanno già delineandosi: sì al 5G, ma escludendo il colosso cinese o limitandone il ruolo.
La Gran Bretagna (anticipata dall’Olanda), con una conversione a 180°, ha già comunicato questo intendimento. Lo stesso, pur con toni più attenuati e senza escludere possibilità, ha fatto la Francia. Similmente la Germania, con toni ancora più attenuati. Il Belgio ha già escluso i cinesi orientandosi su Ericcson e Nokia, rispondendo cosi ad una pur fumosa direttiva Ue. Identica cosa ha fatto la Grecia, che ha scelto Ericcson. Singapore ha già fatto l’annuncio, ripiegando su Nokia come partner privilegiato
”.
E l’Italia? Da quale parte si sta schierando?
Sull’Italia, dove le simpatie per la soluzione cinese sono evidenti in varie frange della maggioranza e del governo, continuano sia il pressing cinese, sia quello degli Stati Uniti, ma, al solito, non ci sono decisioni ferme. Intanto il Copasir, l’organo parlamentare di controllo dei Servizi, all’unanimità ha ritenuto “fondate le preoccupazioni circa l’ingresso delle aziende cinesi nelle attività di installazione, configurazione e mantenimento delle infrastrutture delle reti 5G”. Staremo a vedere.
Comunque vada, al momento le certezze di vittoria globale di Huawei – sino ad ora incrollabili – sembra si stiano sgretolando una ad una. Mentre la Cina, lo possiamo osservare ogni giorno in cronaca, sta dando segni di nervosismo davvero poco usuali
”.

Maria Clara Mussa
 
  


 
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