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L'intervista con...

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Quali prospettive di vendita del Macchi-346 Fighter Attack?
Alcune considerazioni scaturite da una conversazione con il generale pilota Bruno Servadei
03-10-2020 - Il nuovo M-346 Fighter Attack, che ha avuto il suo ‘’Battesimo del volo’’ lo scorso 13 luglio, effettuando con successo il suo primo volo nella configurazione operativa che integra una versione ottimizzata del radar Grifo di Leonardo, è oggi in servizio in versione trainer con le Aeronautiche di Italia, Singapore, Israele e Polonia.
Si tratta della nuova versione da attacco leggero del velivolo M-346 sviluppata nell’ambito del programma “M-346 Light Fighter Family of Aircraft (LFFA)” che ha l’obiettivo di offrire differenti livelli di capacità multiruolo, sulla base di una singola piattaforma che assicura un alto grado di efficacia, sia in ruoli addestrativi sia in quelli operativi.
I vertici di Leonardo sono sicuri di avere tra le mani un prodotto competitivo, situato in una fascia di mercato quasi esclusiva.
//www.cybernaua.it/news/newsdett.php?idnews=8398
Ne abbiamo scritto in occasione del suo primo volo in configurazione operativa e ne abbiamo parlato con il generale Bruno Servadei, pilota cacciabombardiere ai tempi dell’F 84 prima, e dell’F 104 poi.
Comandante, le caratteristiche operative dei velivoli hanno fatto grandi passi avanti; l’ultimo velivolo Macchi 346 Fighter Attack sarà l’aereo del futuro per molte Aeronautiche?
Hanno destato in me perplessità gli entusiasmi che ho riscontrato sui media, in merito all’annuncio della nascita della nuova versione operativa del velivolo Macchi 346, la F/A. Le perplessità nascono dalla mia personale valutazione del possibile mercato di sbocco di un simile velivolo.
Già la versione da addestramento trova difficoltà di collocamento sul mercato mondiale a causa dei suoi costi elevati e della notevole concorrenza internazionale. Tutto il mercato ‘’russo dipendente’’, molto vasto, può acquisire la copia originale russa del 346, lo Yak-130, sicuramente molto meno costosa
”.
Non pensa che le caratteristiche del modello italiano, di ultima generazione, siano superiori a quelle di velivoli di altra nazionalità e possano superare la competizione?
Già in passato la produzione di velivoli da addestramento italiani, l’MB326 prima e il successivo MB 339, ha subito la concorrenza degli analoghi velivoli prodotti nell’Europa dell’Est. Basti ricordare che alle poco più di duecento unità prodotte dell’MB 339 hanno fatto riscontro le oltre 2500 di Aero L39 prodotte in repubblica Ceka. I russi già da tempo hanno sviluppato la versione operativa del loro Yak 130, che è quindi disponibile per l’area sotto la loro influenza.
Ne esiste anche una versione cinese, per gli eventuali Paesi che ne fossero interessati
L’M-346 F/A , essendo dotato di radar ed apparati complessi richiesti per il ruolo di attacco e difesa aerea e dovendo sottostare a tutte le attività di collaudo ed accettazione dei sistemi d’arma di cui sarà equipaggiato, avrà sicuramente un costo superiore alla versione da addestramento, già di per sé elevato.
Si avvicinerebbe così considerevolmente a quello di un F16 di ultima generazione il cui costo, beneficiando della produzione di oltre 5000 esemplari, si è molto ridotto nel tempo. A questo punto mi chiedo: ma chi comprerebbe un Macchi 346F/A , versione adattata di un addestratore a compiti operativi, quando ad un costo analogo può acquisire un più che ancora valido e operativamente testato F 16?
”.
Comandante, non le sembra di essere un po’ pessimista?
Non vorrei sembrarlo, ma ho il dubbio che il programma Macchi 346 F/A sia destinato a fare la fine di analoghi programmi italici del passato, come il G91 Y e l’AMX: acquisizione solo da parte dell’A.M., giustificata da requisiti operativi di comodo, a costi gonfiati e fuori mercato, per avvallare come spese per la Difesa le solite ingenti sovvenzioni all’industria nazionale della Difesa”.

Maria Clara Mussa
 
  


 
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