06:11 giovedì 25.04.2024
Centrale operativa dei Carabinieri: San Lorenzo in Lucina, a Roma
Fiore all'occhiello dell'Arma, per intuito e coordinamento operativo al servizio del cittadino
fotografie di: Daniel Papagni

07-04-2017 - Il vertice dei Capi di Stato e di Governo europei tenutosi Sabato 25 marzo scorso in Campidoglio, per celebrare il 60° anniversario dei Trattati di Roma, ha visto i Carabinieri del Comando Provinciale impegnati ad assicurare la necessaria cornice di sicurezza, sia in termini di impegno preventivo, sia attraverso intense attività investigative per assicurare alla città una capillare azione anticrimine.
La Questura di Roma ha messo a punto un piano di sicurezza definito “imponente”, con due zone blindate nel centro storico, una quarantina di varchi d'accesso, molte telecamere, tiratori scelti sui palazzi, artificieri, 5mila agenti in strada e divieto di passamontagna e caschi ai cortei organizzati dai gruppi di manifestanti.
Autobus con oltre 120 manifestanti bloccati a Tor Cervara; oltre diecimila persone ai due cortei della mattinata, con alcune contestazioni alla sfilata dei movimenti Eurostop a Testaccio; fogli di via ad alcuni giovani trovati con fumogeni e indumenti per mascherarsi; pullman di manifestanti in arrivo da Nord Est, Marche e Val di Susa bloccati al check point di Roma Nord; sequestrato borsello con dentro chiavi inglesi e pezzi di acciaio in zona Aventino…
Ed il corteo Eurostop, partito da porta San Paolo, arrivato senza incidenti di rilievo alla Bocca della Verità.
Una Roma dunque sotto controllo e giunta alla fine della giornata senza vetrine rotte.
Cybernaua ha avuto l’opportunità di seguire l’organizzazione della sicurezza dal punto strategico di controllo, nella Centrale operativa di San Lorenzo in Lucina, nel centro di Roma.
Come assistere ad un film d’azione: monitor, televisori, microfoni e un fermento generale paragonabile ad una torre di controllo di aeroporto.
All’interno gli uomini, coordinati dal capo centrale della sala operativa, maggiore Francesco Maceroni, che rappresentano uno dei fiori all’occhiello dell’Arma dei Carabinieri.
Nella sala si coordinano tutte le attività, grazie al personale altamente specializzato in grado di affrontare vari tipi di emergenza e di reagire tempestivamente con le unità preposte al soccorso o all’intervento nelle situazioni più disparate.
Due sono i settori all’interno della sala che ascoltano, elaborano e smistano le informazioni.
Grazie alle spiegazione del colonnello Giuseppe Donnarumma, comandante del Reparto operativo, apprendiamo come svolgono gli impegni in coordinamento e cooperazione: gli uomini al controllo dei monitor sorvegliano le aree più sensibili della città, con un grande unico collegamento informatico che permette di ottenere in tempo reale dati e informazioni su ciò che accade, anche con la collaborazione di personale esperto in lingue, dall’arabo, al russo, al cinese…
Questo modello ha funzionato in modo esemplare nell’affrontare la probabile e prevedibile emergenza di uno degli appuntamenti più significativi e contestati da certa opinione pubblica: la manifestazione in occasione della celebrazione del 60 anniversario dei Trattati di Roma.
Ha funzionato non solo il coordinamento italiano, ma tutto il settore in collegamento con il sistema di sicurezza ed intelligence europea.
La macchina della sicurezza ha provveduto con un largo anticipo a bonificare i luoghi di transito dei manifestanti: dal sottosuolo, ai fiumi e al cielo e anche con l'impiego di cani addestrati per il tipo di attività.
Nulla è stato lasciato al caso.
I controlli sono avvenuti a monte della manifestazione, ai confini, ai caselli autostradali, alle fermati di treni e metropolitane; un metodo che ha richiesto un impegno da parte di tutte le istituzioni adibite alla sicurezza: Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Vigili del fuoco, Vigili Urbani, Sistema sanitario e Forze speciali.
Il risultato è stato sotto gli occhi di tutti, anche di coloro che in fondo son rimasti un po’ delusi, abituati da sempre a raccogliere i cocci delle manifestazioni in città messe a ferro e a fuoco ed a rilasciare commenti e notizie da cronaca nera per quei mezzi di informazione che attendono le catastrofi.
Si sono dovuti arrendere al sentimento di popolo che partecipa e contesta con manifestazioni civili, come previsto dalla nostra Costituzione.
Una prova generale che ha visto l’Italia e le sue Forze dell’ordine mantenere la calma, contenere la violenza e permettere al libero pensiero di manifestare.
Maria Clara Mussa


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