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L’al Shabaab sferra un attacco nel sud dell’Etiopia
Tratto da Meridiano42
04-08-2022 - l 21 luglio le milizie islamiste dell’al Shabaab hanno sferrato un attacco nella regione del Bakool, penetrando oltre il confine dell’Etiopia nei territori dello stato federale dei Somali.
Secondo fonti etiopiche ne sarebbe conseguito un intenso combattimento con le milizie paramilitari Liyu, che sarebbero riuscite a respingere l’attacco causando numerose vittime tra le milizie jihadiste //www.reuters.com/world/africa/clashes-between-ethiopian-forces-al-shabaab-leave-scores-dead-state-news-agency-2022-07-29/.
Le fonti di informazione, ancora frammentarie, sembrano dimostrare come le milizie dell’al Shabaab abbiano condotto un’operazione militare alquanto articolata, forte di circa 500 uomini e decine di “tecniche”, e costruita su una serie di diversivi lungo la linea di confine nell’area di Afdher, che hanno disorientato le locali milizie Liyu portandole a sguarnire numerosi avamposti, poi temporaneamente conquistati dagli islamisti.
L’attacco rappresenta un elemento di novità nell’ambito delle modalità operative e delle strategie dell’al Shabaab, che non avevano mai lanciato operazioni di tale portata oltre il confine con l’Etiopia, e sulle cui reali motivazioni sono in molti adesso ad interrogarsi (https://www.voanews.com/a/somalia-s-al-shabab-militants-launch-attack-in-ethiopia-heavy-casualties-reported/6669872.html).
L’attacco del 21 luglio era stato preceduto nella giornata precedente da una serie di incursioni dei jihadisti nei villaggi somali di confine di Washaaqom, Aato e Yeet, con ogni probabilità per assestare le proprie capacità in previsione dell’attacco oltre confine. Erano state sabotate anche le linee telefoniche della regione, per isolare i collegamenti e rendere difficoltoso il coordinamento on le forze di sicurezza somale ed etiopiche.
Secondo le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal governatore del Bakool, Mohamed Abdi Tall, inoltre, le unità che avrebbero sferrato l’attacco alle cittadine di confine in territorio somalo sarebbero state parte di una differente unità dell’al Shabaab, mentre le forze penetrate in territorio etiopico sarebbero state composte anche da elementi del gruppo provenienti dalle regioni etiopiche dello stato dei Somali e dall’Oromia.
Il governo federale etiopico e quello dello stato regionale dei Somali, nel riferire di intensi combattimenti, hanno confermato di aver ripreso il pieno controllo delle aree di confine entro le quali l’attacco era stato sferrato, sebbene da più parti sono trapelate voci di orientamento contrario, secondo le quali alcune unità dell’al Shabaab sarebbero ancora presenti oltre la linea di confine e impegnate nella conduzione di continui attacchi contro le forze di sicurezza locali (https://www.voanews.com/a/why-did-al-shabab-attack-inside-ethiopia/6674783.html).
Nel merito delle motivazioni che hanno spinto l’al Shabaab a condurre tale operazione, invece, secondo numerosi analisti la ragione primaria sarebbe da individuarsi nella volontà di compiere un atto simbolico, per mostrare il proprio vessillo sul territorio etiopico e confermare in tal modo l’immutata capacità di sferrare i propri attacchi tanto in Somalia quanto nei paesi vicini. Un atto dimostrativo, quindi, finalizzato ad acquisire consenso nella galassia del jihadismo internazionale.
Un’interpretazione, tuttavia, che desta perplessità, stante la tradizionale autonomia e spiccata identità nazionale del gruppo, che solo in una breve fase della sua esistenza – sulla spinta delle motivazioni ideologiche soprattutto dei combattenti della diaspora europea e nord-americana – ha manifestamente cercato il consenso internazionale e la ramificazione dei propri legami al di fuori della Somalia. Il Kenya rappresenta certamente un’area di interesse per l’al Shabaab, dove ha condotto e continua a condurre numerosi attacchi, ma questo interesse è essenzialmente motivato dal ruolo del governo di Nairobi nel sud della Somalia e dalla contestuale presenza di una larga popolazione somala lungo ampi tratti della costa del paese.
Le ragioni per colpire in profondità il territorio etiopico, tuttavia, sono numerose in seno alla visione strategica dell’al Shabaab. In primo luogo l’Etiopia è stata responsabile della loro sconfitta militare e della caduta dell’embrione di stato islamico che l’organizzazione riuscì a creare in buona parte della Somalia centrale e meridionale oltre dieci anni fa. L’Etiopia, inoltre, è un importante contributore della missione AMISOM, nell’ambito della quale ha dispiegato un proprio contingente più volte oggetto di critiche da parte della società somala.
Colpire l’Etiopia in questo momento, quindi, mentre il governo federale è reduce da una sanguinosa guerra civile non del tutto terminata e caratterizzata da enormi incognite per il futuro, potrebbe aver rappresentato per l’al Shabaab una solida motivazione per dimostrare la propria capacità e cercare di aprire un fronte meridionale in questo momento di difficile gestione per l’esercito federale di Addis Abeba.
La presenza di miliziani dell’al Shabaab ancora attivi nelle aree interessate dagli scontri del 21 luglio scorso sembrerebbe confermata anche dalla notizia di almeno due incursioni aeree dell’aeronautica etiopica il 30 e il 31 luglio, attraverso le quali sono stati colpiti obiettivi in prossimità dei villaggi di Omad e Garasweyne, rispettivamente nelle regioni dell’Hiran e del Bakool.
//www.meridiano42.it/2022/08/01/lal-shabaab-sferra-un-attacco-nel-sud-delletiopia/


Redazione
 
  
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