19:34 giovedì 28.03.2024

Rassegne stampa

Home   >>  Rassegna stampa   >>  Articolo
Insetti killer potrebbero diventare armi biologiche, una nuova guerra divide Europa e Usa
Da it. businessinsider.com by Mauro Bottarelli
15-10-2018 - A una prima, superficiale lettura può sembrare la trama di un B-movie hollywoodiano del genere horror-catastrofistico o addirittura uno dei deliri di Napalm 51, il complottista social mirabilmente interpretato da Maurizio Crozza.
Ma se si approfondisce un po’ la materia, il contendere diventa decisamente serio.
Non fosse altro per la fonte da cui arriva la denuncia, ovvero il Max Planck Institute for Evolutionary Biology di Plön e l’Università di Friburgo in Germania e l’Università di Montpellier in Francia. Insomma, un gruppo di seri accademici e non un blog di dietrologi frustrati.
Al centro della disputa, un acronimo, DARPA, che sta per Defense Advanced Research Project Agency, un programma del Pentagono specializzato in biotecnologie ad uso prevalentemente agricolo finito nelle mire dei colleghi europei per alcuni esperimenti legati a mutazioni genetiche di insetti, utilizzati poi come vettori di virus creati in laboratori e intesi come contromisure verso minacce naturali e umane alla catena di offerta alimentare Usa. Insomma, lotta agli agenti infestanti. Ufficialmente, almeno, visto che i ricercatori tedeschi e francesi arrivano a muovere dubbi molto pesanti riguardo le reali finalità del programma, addirittura paventando la violazione della Convenzione per le Armi Biologiche (BWC), siglata a Washington il 10 marzo 1972 e intesa come naturale implementazione del Protocollo di Ginevra del 1925, anche alla luce dei “progressi” fatti da Stati ed eserciti nell’uso militare delle tecnologie di laboratorio.
La tecnologia alla base del programma si basa interamente su un nuovo metodo di modificazione genetica dei raccolti: invece che modificare le sementi in laboratorio, gli agricoltori libereranno nei loro campi sciami di insetti, i quali infetteranno le piante con un virus che trasmetterà loro i nuovi geni di resistenza, un processo di alterazione genetica orizzontale noto come Horizontal Environmental Genetic Alteration Agents (HEGAA). Al fine che questa procedura funzioni, gli studiosi dei laboratori DARPA hanno sviluppato un virus che viene inoculato nel cromosoma nell’organismo interessato e, nella fattispecie, dei raccolti, utilizzando come “vettori di contagio” cicale, aleurodi (più comunemente conosciuti come “mosche bianche”) e afidi geneticamente modificati attraverso un sistema di editing genetico noto come CRISPR, al fine di trasportare gli agenti OGM nei raccolti.
Ogni pianta, teoricamente, verrà così immunizzata attraverso l’infezione, ottenendo l’effetto di protezione da minacce naturali e indotte dall’uomo.
Il programma “Insect Allies” è finanziato dal Pentagono con 27 milioni di dollari e attualmente ci sarebbero quattro team di ricercatori che lavorano al progetto, fra cui scienziati del Boyce Thompson Institute di New York, della Pennsylvania State University, della Ohio State University e della University of Texas di Austin. Per rassicurare riguardo la sicurezza del proprio operato, dal DARPA fanno sapere che “tutto il lavoro che compiamo è condotto in laboratori chiusi, serre o altre località in sicurezza e gli insetti vengono geneticamente modificati al fine di avere una limitata aspettativa di vita, proprio per calmierare il loro potenziale di diffusione del virus”.
//www.globalresearch.ca/video-the-pentagons-insect-army/5656578
Entro il 2020 o 2021 al massimo, il DARPA sta programmando i primi test con insetti infettati da virus in serre o altre località tenute segrete.
Ma queste rassicurazioni non paiono sufficienti al curatore del report congiunto europeo, il dottor Richard Guy Reeves del Dipartimento di Genetica Evolutiva del Max Planck Institute for Evolutionary Biology, a detta del quale “il programma del DARPA sugli insetti è inquietante e un esempio di ricerca dual-use attraverso la quale il governo Usa, oltre ad aiutare gli agricoltori con i loro raccolti, sta sviluppando un’arma biologica”.
Per Reeves, “quella dell’utilizzo di insetti come veicolo per modificazioni genetiche è una terribile idea, perché non possono essere controllati: molto meglio il tradizionale metodo degli spray come agente vettore per l’HEGAA, decisamente più sicuro”. Dal DARPA, dal canto loro, fanno sapere che questo tipo di infestazione è la maggiormente praticata su larga scala, visto che l’utilizzo di spray richiederebbe spesso l’aumento di metratura delle infrasrutture agricole, “un qualcosa che non tutti i contadini possono permettersi”.
Ma, a loro volta, i ricercatori europei fanno notare come “attualmente non esiste un protocollo di regolamentazione della materia a livello globale e questo nuovo tipo di diffusione dell’HEGAA nelle piantagioni, se non supervisionato in maniera corretta, potrebbe portare a potenziali inconvenienti”.
Ma non solo, nel report si fa notare chiaramente come gli estensori interpretino il programma del DARPA come “l’intenzione di sviluppare mezzi di trasmissione dell’HEGAA con finalità offensive”.
Di fatto, una ricerca per sviluppare gli strumenti per la conduzione di una guerra biologica. Come? Questi insetti geneticamente modificati potrebbero essere infettati con virus in grado di distruggere i raccolti e diffusi in Paesi che l’amministrazione Usa volesse colpire attraverso la distruzione o, comunque, il sabotaggio della catena alimentare. Guerra con altri mezzi, oltretutto dissimulabili come eventi naturali (almeno in un primo momento) e molto meno costosi e mediatici dei missili e delle bombe. Ancor più delle truppe a terra, i famosi boots on the ground, i quali oltre al costo economico (il quale, però, garantisce affari d’oro al complesso bellico-industriale ed effetto moltiplicatore del Pil attraverso il cosiddetto warfare) sommano quello, decisamente sgradito a ogni governo che non voglia vedersi rivoltare contro l’opinione pubblica, politico e sociale.
Le prime vittime, di massa? I civili. Perché, stando sempre al report, “l’introduzione di questa tecnologia potenzialmente molto pericolosa potrebbe spingerci verso una classe di armi chimiche a diffusione animale interamente nuova, un qualcosa che potrebbe tranquillamente essere considerato un’arma di distruzione di massa e che potrebbe spingere altri Paesi a una potenzialmente devastante corsa alla proliferazione di armamenti biologici, come contromisura”. Netta, in tal senso, la risposta di Blake Bextine, direttore del programma “Insect Aallies”: “Il DARPA non sta producendo armi biologiche e rigetta per intero questo ipotetico scenario. Ciò che stiamo facendo è prepararci per una nuova era di minacce emergenti per il mondo agricolo e lo facciamo con continua valutazione dei potenziali impatti per l’ambiente legati all’utilizzo della tecnologia HEGAA”.
Insomma, i ricercatori europei stanno drammatizzando ciò che pare un normale scenario scientifico di contrasto alle nuove sfide del clima, sempre più estremo e fuori controllo, magari perché gelosi di successo e strutture dei rivali d’Oltreoceano? Non la pensa così un connazionale dei ricercatori del DARPA, il professor Jason Delborne, associato alla North Carolina State University, a detta del quale “le preoccupazioni espresse in quel report appaiono appropriate. Le implicazioni sociali, etiche, politiche ed ecologiche della produzione HEGAA sono significative e meritano un alto livello di attenzione… Ad esempio, le infrastrutture e l’esperienza nell’utilizzo della tecnica di diffusione via spray, almeno nel contesto statunitense, sono ben consolidate e questo meccanismo di trasmissione offre un controllo molto maggiore riguardo la diffusione di un HEGAA nell’ambiente”.
Un paio di cose, al netto del botta e risposta fra le due sponde dell’Atlantico, appaiono chiare. Primo, le implicazioni economiche dello sviluppo delle biotecnologie stanno crescendo a dismisura e dando vita a guerre sotterranee sempre più dure. Basti pensare magari con un po’ di malizia e cinismo, al sospetto tempismo – dopo anni di battaglie legali e dispute scientifiche – con cui negli Stati Uniti si è giunti al primo risarcimento record per riconoscimento di nesso diretto fra un prodotto Monsanto e il cancro contratto da un giardiniere, proprio poche settimane dopo la cessione del gigante bio statunitense alla concorrente tedesca Bayer per una cifra record.
Secondo, al netto delle sfide di un ambiente sempre più “pazzo”, vedi la diffusione del virus West Nile trasportato dalle zanzare che questa estate ha reclamato decine di casi (e alcune vittime) nel Nord-Est italiano e ora è comparso con preoccupazione in Provenza e Costa Azzurra, maggiore chiarezza su certi esperimenti e un protocollo condiviso potrebbe servire a rasserenare e rassicurare i cittadini. Evitando la nascita e la proliferazioni di teorie alla Napalm 51, spesso paradossalmente strumentali – per la loro demenziale e parossistica dietrologia – al perseguimento di finalità parallele da parte di chi ha buon gioco nel trincerarsi proprio dietro la visione paranoica dei suoi accusatori per reclamare la sua palese innocenza.
//it.businessinsider.com/insetti-killer-che-potrebbero-diventare-armi-biologiche-di-distruzione-di-massa-una-nuova-guerra-divide-europa-e-usa/


Redazione
 
  
  Rassegne stampa
25-03-2024 - The office of the economic deputy PM tweeted that Mullah Abdul Ghani Baradar said that many facilities will be provided to the residents of Kabul with...
25-03-2024 - At least 12 others wounded in blast that targeted a group of people waiting outside a bank in city centre At least three people have been killed and...
25-03-2024 - The head of Facilitation and Investment of the Administrative Office of the Islamic Emirate, Ahmad Zia Khalid, said that these projects include the...
21-03-2024 - News Center- Gambia has taken steps towards repealing a 2015 ban on female genital mutilation (FGM), a move that could make it the first country in...
21-03-2024 - La competizione globale per l’esplorazione spaziale si intensifica, e l’Europa, in cerca di una sua autonomia nel settore, ha la necessità di trovare...