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Puma CO.CO...i Futuribili
E' il terzo capitolo dei brevi racconti di un ufficiale dell'Aeronautica, che narra impegni operativi e avventure vissute nel corso della propria carriera

25-02-2018 - Siamo agli inizi degli anni ’70; la NATO vara un programma di automazione dei sistemi di riporto e controllo della Difesa Aerea, il NADGE (NATO Air Defence Ground Environement).

Il primo “test Site” e’ Il 12th CRAM di Mortara (PUMA RADAR) e lì si costituisce un gruppo di operativi, tecnici e programmatori dalla A.M. e della Huges Aircraft, per la messa a punto e accettazione operativa del sistema.
 Presso l’Aeroporto di Cameri, vengono successivamente rischierati velivoli di vario tipo, appartenenti a tutti i paesi NATO, per verificare le capacita’ di comando e controllo del sistema automatizzato.

I primi controllori (Maurizio ed io) assumono il nominativo radio “PUMA COCO” che sta per Computerized Control.
 Marco e’ il capitano Capo team dei futuribili, come gli altri controllori ci chiamano con una certa invidia; con noi ci sono i marescialli Alberto, Felice e Luciano esperti di sorveglianza aerea e Silvano che viene da Borgo Piave e che e’ uno dei primi programmatori analisti di sistema responsabile dell’analisi dei risultati dei test.
Rispetto ai turni H24, e’ una pacchia; si lavora solo durante i test e si e’ quasi tutte le sere ed i weekend a casa, tranne quando ci sono voli prova notturni, cosa che succede di rado.
Come accennato, a Cameri si rischierarono a rotazione caccia di tutta la NATO:
Mirage, F5, Phantom e, ovviamente, F104.
Con i test si doveva provare che il Sistema fosse in grado di fornire i parametri di intercettazione per i vari tipi di velivolo e i diversi profili di missione.

Queste prove andarono avanti per circa un anno, con risultati alterni, ma alla fine positivi.
Tra le varie formazioni di fighter rischierati su Cameri vennero anche Mirage III spagnoli.

Spesso, nei dialoghi tra leader e gregari della formazione, parlavano in spagnolo, mentre con noi parlavano ovviamente in inglese.

Durante un rientro, sempre per via della scarsa visibilità sull’aeroporto di Cameri, uno dei fighter al rientro comunicava agli altri di aver abortito l’atterraggio e di andare all’alternato…in spagnolo: “salida desgrasiada”.
A me che li controllavo venne spontaneo rispondere “pilota sfigado”.
Tirata di orecchie da parte del Capo team valutazione, un colonnello dello SMA, (stato maggiore aeronautica) che mi invitò ad essere più professionale e politically correct.
Una delle prove in programma era una missione di intercettazione frontale con target supersonico e Fighter supersonico.
La difficoltà di questa prova era evidente, in quanto la velocità relativa di avvicinamento fino all’incrocio era di 920KTS + 1400 KTS pari a 3250 Km /ora.
Perciò, dopo lunghe trattative con i tecnici della Huges, la prova fu annullata come prova ufficiale, rimanendo però come test sperimentale….toccò a me provare a farla riuscire… quando il Tgt tornò verso Cameri a 42000 ft a Mach 1.2 i fighter erano già in accelerazione a 39000ft per raggiungere la velocità di mach 1.4…le tracce si avvicinavano e in 5 secondi erano al punto di lancio dei missili per i fighter…. Contact e Judy avvennero contemporaneamente e il test fu considerato superato, anche se non ufficializzato come da precedenti accordi.
Dopo questa esperienza, Maurizio ed io passammo un periodo presso il Centro di Addestramento della D.A. di Borgo Piave (Latina) prima come interpreti degli istruttori americani e poi come istruttori noi stessi.
Negli anni a seguire, il team (soprannominato il NADGE CIRCUS) si spostò nei vari Centri radar nazionali per l’accettazione delle singole sale operative da nord a sud.





Alfredo Iannuzzi
 
  
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