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Eravamo i buoni...
O almeno credevamo di esserlo...continua il racconto di Alfredo Iannuzzi

24-03-2018 - Cap. 6- USTICA
E veniamo a Ustica.

Troppe cose sono state scritte e dette su tale argomento.

Qualche giornalista e magistrato ci hanno costruito un carriera e qualche collega al contrario se l'è giocata.

Mi limiterò a dire che durante i mesi in cui i miei superiori mi chiesero di assistere il giudice Rosario Priore ed il team dei suoi “ esperti” ebbi la certezza che non si era alla ricerca della verità, ma delle prove che confermassero una verità precostituita.

Se errore ci fu da parte dei nostri capi fu quello che, per nascondere un peccato veniale, si trovarono invischiati addirittura in un’accusa di alto tradimento.

La realtà è che i nostri radar a sud avevano coperture lacunose e che il NADGE (Nato Air Defense Ground Environment) nelle basi siciliane era appena stato istallato ed il personale difettava di addestramento.
Per non ammettere che la DA (Difesa Aerea), uno dei compiti di istituto dell’Aeronautica che comprendeva i Centri Radar, i Centri di Comando e Controllo le basi ed i reparti  caccia intercettori e le basi SAM (Surface air Missiles) sia NIKE della AM che Hawk dell’artiglieria contraerea dell'Esercito, stava attraversando un periodo di scarsissima efficienza.
Siamo stati tacciati di nascondere la verità, chissà poi per quali fini reconditi.

Cap. 7 - CROLLO DEL MURO
Poi, un bel giorno, il muro di Berlino crolla e con esso il Patto di Varsavia si scioglie.

Fine (o quasi) della guerra fredda con inizio di una nuova era piena di auspici per una convivenza pacifica e collaborativa tra gli ex nemici.
Purtroppo duro’ poco: presto tutti si resero conto, tranne i pacifisti per partito preso, che la fine della guerra fredda, anziché favorire la pace, contribuiva all’insorgere di guerre regionali che prima erano tenute a freno dal timore del possibile conflitto nucleare tra i due blocchi contrapposti.
La Alleanza Atlantica (NATO) nata e disegnata in funzione difensiva anti-sovietica, dovette cominciare a cercarsi una valida ragione per continuare ad esistere, anche per gli enormi interessi politici economici e commerciali sui quali era strutturata.
Senza più un “contenimento” rappresentato da URSS e dal contrapposto Patto di Varsavia, comincio’ a farsi strada una certa politica espansionistica, rivolta soprattutto ad associare (e poi inglobare) gli ex nemici satelliti di URSS, finalmente liberi dal giogo Sovietico e bramosi di accedere agli stili di vita ed ai vantaggi delle democrazie occidentali.
Inoltre, la corsa all’ammodernamento degli armamenti, che contribuì alla sconfitta del Comunismo internazionale, aveva riempito gli arsenali occidentali di sistemi d’arma obsoleti che richiedevano un nuovo mercato per smaltirli.

Stati Uniti ed Europa colsero al volo l’occasione creata da questo immenso nuovo mercato che si apriva alle loro industrie ed alla loro economia.
A dire il vero inizio’ un nuovo tipo di guerra, di cui viviamo le conseguenze anche ai giorni nostri, la guerra economico finanziaria ed industriale tra USA da una parte e paesi membri della EU dall’altra.





Alfredo Iannuzzi
 
  
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