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Indimenticabile eroe italiano
Centodue anni fa cadeva nei cieli del Montello il maggiore Francesco Baracca

19-06-2020 - Nel giugno del 1918, il fronte italiano si trovava nel pieno della Battaglia del Solstizio, l’esercito dell’imperatore Carlo voleva varcare il Piave per dilagare nella Pianura Padana.
Lo sforzo bellico nazionale per contenere e respingere le forze di Boroevic fu eroico, tra coloro che parteciparono attivamente agli scontri ci furono gli uomini della 91° Squadriglia caccia, i quali si levavano in volo dall’alba al crepuscolo, per dare il proprio contributo ai combattimenti atti a respingere le orde austroungariche con missioni di mitragliamento a bassa quota. Questo tipo di missione sottoponeva il personale navigante a rischi maggiori rispetto ai tradizionali combattimenti aerei, in quanto non sempre le postazioni di fuoco avversarie erano facilmente visibili.
Il 19 giugno 1918, il maggiore Baracca decollò col suo SPAD S.VII per la quarta volta dal campo di volo di Quinto di Treviso in coppia col giovane capitano Osnago; obiettivo della missione: mitragliare le postazioni avversarie nella zona di Colle Val dell’Acqua, fronte del Montello.
Nel corso dell’azione, improvvisamente il biplano del Cavallino Rampante venne colpito e precipitò in fiamme. Solo il 23 giugno, col finire della battaglia, vennero ritrovati i resti dell’aereo ed il corpo senza vita del più grande cacciatore italiano di tutta la guerra.
Da allora, il maggiore Baracca ed il suo cavallino rampante divennero immortali. Nel 1923, a seguito della vittoria del gran premio di Savio, Enzo Ferrari ricevette in dono dalla contessa Paolina de Biancoli, madre dell’aviatore, l’emblema del cavallino che ancora oggi è presente sulle vetture della casa di Maranello.
Non solo Ferrari, ma anche Ducati dal 1956 al 1961, grazie al progettista lughese Fabio Taglioni, utilizzò lo stemma del suo illustre concittadino sulle moto da competizione. Infine, oltre allo storico aeroclub, a Lugo di Romagna è possibile ammirare tuttora il maestoso monumento ideato e costruito, a partire dal 1927, dal faentino Domenico Rambelli su commissione del Duca Invitto (Emanuele Filiberto di Savoia) ed inaugurato nel 1936 alla presenza di Amedeo Duca d’Aosta.
Due anni fa, nella ricorrenza del Centenario della Grande Guerra, a Marino (Roma) fu presentato il libro di Giovanni Virgadaula, ‘’Oltre le nuvole’’, dramma in due atti; un omaggio al grande eroe, un libro che si legge d’un fiato, con emozione e con la nostalgia di quei valori, forti un tempo, intiepiditi ora.
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Stefano Peverati
 
  
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