10:51 mercoledì 23.04.2025
La brutale ‘’giustizia’’ talebana seppellisce vive le donne Afghane
Fustigazione pubblica, lapidazione, apartheid di genere sono strumenti obbligatoriamente applicati in tutto l’Afghanistan
fotografie di: Cybernaua

15-08-2024 - La data del 15 agosto, che per noi rappresenta un giorno di festa agostana, per le donne afghane significa ‘’ripresa nel 2021 del potere talebano a governo del Paese’’ con le conseguenti attività contro ogni diritto umano che hanno condotto l’Afghanistan nella più grave crisi umanitaria di questi tempi.

Da marzo scorso il leader supremo talebano Hibatullah Akhundzada ha annunciato che le punizioni corporali, comprese la fustigazione pubblica e la lapidazione, sono strumenti di legge e verranno obbligatoriamente applicati in tutto l’Afghanistan.
Poi si è rivolto all’Occidente: “Nella vostra visione la lapidazione è una violazione dei diritti delle donne. Nel prossimo futuro, prevediamo di applicare la punizione per l’adulterio, che include la lapidazione e la fustigazione pubblica delle donne. Proprio come voi affermate di lottare per salvare e liberare l’umanità, anch’io lo faccio. Voi rappresentate satana e io rappresento dio. Il partito di Allah prevarrà”.

I Talebani hanno smantellato il quadro giuridico e istituzionale. La giustizia, come noi la intendiamo, non esiste più. C’è una Corte suprema talebana e ci sono diverse corti specifiche e locali. Ma il personale precedente è totalmente sostituito da studenti delle madrase.

Negli ospedali il mahram (uomo di famiglia) non è richiesto solo alle pazienti.
“Il 24 ottobre 2023 -secondo il report di Rawadar- ufficiali del dipartimento per la salute pubblica di Bamyan hanno proibito alle donne impiegate all’ospedale, infermiere, farmaciste, dottoresse, di continuare il loro servizio senza un mahram che le sorvegliasse per tutto il tempo di lavoro.
A Nimruz invece, cento donne professioniste della salute sono state espulse e sostituite da altrettanti parenti maschi dei Talebani”.

Di tutto questo non si è parlato nella terza conferenza di Doha tra fine giugno e inizio luglio. La Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama) pubblica ottimi report sulla situazione delle donne, si parla di persecuzione di genere e crimini contro l’umanità, con conseguenti raccomandazioni ad agire. Che cadono nel vuoto delle lussuose sale di Doha dove i ricatti dei Talebani, che vincolavano la loro partecipazione al silenzio sui diritti delle donne, sono stati accettati dall’Onu senza battere ciglio

Apartheid di genere
Dunque, nella tragedia provocata dalla loro fede integralista nella Sharia, i talebani hanno distrutto ogni segno di diritto umano nei confronti delle donne, con l’esclusione da ogni forma di vita.
Invochiamo il rispetto della legge internazionale sui diritti umani denunciando l’apartheid di genere cui le nostre sorelle afghane sono sottoposte da uomini che odiano a prescindere.
L’apartheid di genere deve essere riconosciuto come delitto contro i diritti delle donne.

Nota
Il 10 dicembre 1948, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (NU) approvava la Dichiarazione universale dei diritti umani quale pilastro del nuovo ordine internazionale che si andava costituendo dopo la fine della Seconda guerra mondiale

L’Assemblea generale dell'ONU ha adottato la Convenzione il 18 dicembre 1979 e la Svizzera l'ha ratificata il 27 marzo 1997. La Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW) vieta la discriminazione delle donne in tutti gli ambiti della vita.
ogni distinzione, esclusione o limitazione basata sul sesso, che abbia l’effetto o lo scopo di compromettere o annullare il riconoscimento, il godimento o l'esercizio da parte delle donne, indipendentemente dal loro stato matrimoniale e in condizioni di uguaglianza fra uomini e donne, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale, civile, o in qualsiasi altro campo’’.
Tutti gli esseri umani sono eguali poiché condividono l’essenza stessa della dignità umana: i diritti umani sono innati
Maria Calara Mussa


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