Una Pace Possibile
Conferenza a Rimini organizzata dall'Unione Nazionale Mutilati e invalidi per Servizio e Associazione Nazionale Artiglieri D’Italia
fotografie di: Lucia Minieri
23-05-2025 - Nel pomeriggio del 17 Maggio scorso, Rimini ha ospitato un convegno di grande attualità, il cui tema era “Una pace possibile”, organizzato dall’Unione Nazionale Mutilati per Servizio, sezione provinciale di Rimini, presieduta da Raffaele Minieri, con il Patrocinio del Comune di Rimini.
Il pubblico, accolto nella sala della Palazzina Roma situata nel piazzale Fellini, ha potuto apprendere informazioni interessanti sulla situazione instabile che attualmente s’impone in ogni angolo della Terra, ove sono attivi 56 conflitti di diversa estensione e intensità che coinvolgono oltre 92 Paesi (più o meno direttamente), Italia compresa.
La conferenza, moderata dal saggista Francesco Rinaldini, è incominciata con una profonda relazione della professoressa Maria Gabriella Esposito, docente emerito di Filosofia del diritto all’università di Teramo, che ha sottolineato come il ‘’pensiero possa rendere prigionieri di concetti’’ e come sia difficile il percorso verso la pace che per lo più nasce dalla sofferenza.
Maria Clara Mussa, direttrice di Cybernaua InformAction Magazine, ha fatto un excursus attraverso la situazione delle donne, sostenendo che se non c’è il rispetto per i diritti umani, per la vita delle donne, non può esserci pace:
“L’atto bellico per eccellenza contro le donne è ‘’lo stupro’’”, ha detto ricordando le tragedie durante la guerra nei Balcani.
E, riferendosi all’attuale situazione in Afghanistan, dominato dai Talebani, Mussa ha ricordato che: “Il Paese ha subìto invasioni e guerre durate decenni e tuttora è in una devastante crisi umanitaria, la peggiore di sempre, che soprattutto lacera ragazze, donne e bambini.
Oltre alla tragica povertà, sulle donne pesa la volontà dell’attuale governo talebano di eliminarle dalla vita del Paese.
Con la presa del governo nell’Agosto del 2021, i talebani, giorno dopo giorno, hanno distrutto ogni minimo diritto umano portando le donne ad una situazione, di Non-esistenza, di drammatica sopraffazione. Da più parti si invoca di intervenire contro l’Apartheid di genere messo in atto dal ministero ‘’per la difesa delle virtù e la lotta contro il vizio’’, che considera la presenza della donna un atto di istigazione al peccato. Senza il rispetto delle donne come esseri umani, non si può trovare la pace’’ ha concluso la giornalista.
L’intervento dell’Ambasciatore della Repubblica islamica e missione di Afghanistan a Roma, Khaled Ahmad Zekriya che riportiamo integralmente qui. //www.cybernaua.it/news/newsdett.php?idnews=12766. ha suscitato numerose domande tra il pubblico colpito dal racconto di un Afghanistan travolto da un governo talebano che pare non lasci speranze di vita normale.
Sulla pace possibile, Zekriya ha sottolineato alcuni punti rilevanti:
“I. Affinché la pace sia possibile e duratura – nonostante tutti gli ostacoli – deve soddisfare in gran parte il seguente criterio:
1. La pace non può essere imposta, ma deve venire dall'interno e non dall'esterno, quindi deve essere accompagnata da un senso di appartenenza.
2. La pace non può essere disgiunta da sicurezza, uguaglianza e prosperità, perché questi sono elementi inscindibili.
3. La pace deve essere contestuale, ovvero deve essere adattata al contesto e alle esigenze di quella nazione.
4. La pace deve essere inclusiva, ovvero deve portare in primo piano gruppi diversi, in particolare le vittime reali – donne e minoranze.
5. La pace deve essere focalizzata sullo stato finale, dove rappresenterebbe una situazione vantaggiosa per tutte le parti interessate.
6. La pace può essere raggiunta attraverso una soluzione negoziata basata su principi, in cui siano rispettati comunicazione, pazienza, reciprocità e rispetto reciproco.
7. La pace deve disporre di un meccanismo di attuazione e monitoraggio. 8. La pace deve prevedere un regime sanzionatorio definito, in modo che, se una delle parti si discosta dall'accordo, debbano essere imposte sanzioni o punizioni.
9. La pace può essere raggiunta attraverso la "Realpolitik", non semplicemente basandosi su un approccio transazionale incentrato sull'interesse economico/finanziario.
10. Filosoficamente, affinché la pace diventi duratura, la pace deve essere per amore della pace”.
L’ambasciatore ha cordialmente ringraziato gli organizzatori per la loro sensibilità al tema trattato.
Abbiamo interpellato l’organizzatore della conferenza, Raffaele Minieri, per ottenere una sua considerazione sull’evento che ha riscosso grande successo:
“L’incontro sul tema della ‘’pace possibile’’, ha rivelato come sia fragile e discutibile l’attuale percorso di pacificazione’’, ha detto Minieri, proseguendo: “Il complesso intervento della professoressa Maria Gabriella Esposito ha evidenziato l’importanza della normativa giuridica.
Oggi la norma vive uno scontro tra giuspositivismo e giusnaturalismo.
Dignità, libertà di muoversi, progettare il futuro, sentirsi parte di un sistema sono diritti naturali e diritti espressamente voluti dall’uomo, che oggi urlano la loro inconsistenza attuativa. Il diritto alla vita e alla famiglia non deve essere esasperato da normative abnormi. Questo conflitto non porta ad un percorso di pace.
Abbiamo toccato con mano, tramite la giornalista Maria Clara Mussa, il dolore provocato alle donne dai conflitti, l’enorme difficoltà delle famiglie ad accettare queste violenze. La stessa Mussa ha ribadito la latitanza nell’applicare le norme violate per i diritti dell’uomo in Afghanistan e in altri Paesi.
Lo stesso tema, sulle norme, è stato ripreso dall’ambasciatore afghano Zekriya che oltre a farci vivere la realtà di un Paese che non è ‘’Talebano’’ ma che li ha sempre combattuti, ci ha detto come la comunità internazionale resti indifferente di fronte al disastro che sta subendo l’Afghanistan. Di come i Talebani escludano le donne da ogni attività.
L’importanza della norma per un giusto processo di pace è stato il punto focale dell’incontro, portando all’inevitabile conclusione che negli ultimi 20 anni non si è lavorato per la pace”.
Nota
Vogliamo ricordare che erano tra il pubblico:
Il colonnello in riserva Massimo Pinchi delegato regionale a,n.a.r.t.i. e presidente sezione anarti di Rimini, il tenente colonnello Pietro Alimonti in rappresentanza del comandante del 7° Reggimento Av. Es. "VEGA", colonnello Federico Tonon, Ivo Marcaccini presidente A.N.B. di Rimini e Andrea Caputo presidente A.N.P.I. di Rimini.
Inoltre, il tenente in congedo Paolo Piraccini presidente A.N.A. di Rimini, l’avv. Marco Lombardi responsabile per il Territorio aeroporto civile di Rimini, il consigliere regionale e comunale di Rimini dott. Nicola Marcello (generale Medico A.M. in ausiliaria), Gianclaudio Ferro presidente provinciale "F.A.N.D." Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità, il presidente UNMS di Reggio Emilia cav. Guido Gendarmi, ed i presidenti UNMS di Parma, cav.Enio Schiavoni, di Ferrara cav. Maurizio Argirò e di Teramo comm. Luigi D'Ostilio, e Mario Cappelluzzo, funzionario INPS.
Elsa Manni

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