‘’Vespa my love’’
Derivati e tecnologia della ‘’Fortezza volante italiana’’ e un po' di Storia...
fotografie di: R.Allesina
10-06-2025 - Traendo spunto dalla mostra “Vespa my love” inaugurata a Volandia il 7 giugno dal fotografo ed appassionato di vespa Alberto Bortoluzzi è l’occasione per fare il punto sulle ricadute tecnologiche dell’industria aeronautica su altri settori di cui la vespa ne rappresenta il perfetto esempio.
La mostra è stata aperta dal dott. Azimonti per Volandia che ha invitato Alberto Bortoluzzi, curatore della mostra, a illustrarne lo svolgimento attraverso le moto esposte e nei vari pannelli gli scatti dei modellini di Vespa nelle varie località italiane.
Al centro della sala, un bel diorama con i modellini in miniatura usati per gli scatti, un lavoro notevole poichè si tratta di modellini rapportati ai vari paesaggi italiani.
Molto interessante l’intervento di Silvano Gallazzi, concessionario Piaggio di Busto Arsizio alla terza generazione di venditori di vespe e veicoli: non una semplice concessionaria, ma un punto di incontro di appassionati provenienti anche dalle province limitrofe.
Gallazzi ha sottolineato che ieri si comprava uno scooter per necessità’ di spostamento oggi lo si compra per il tempo libero.
Passando all’analisi storica sulla nascita di questo mezzo di trasporto nato nel 1946 , come la Repubblica Italiana, è da notare come abbia accompagnato le varie fasi nei 79 anni di esistenza delle due realtà.
La Piaggio fino al 1945 era un’industria aeronautica che produceva oltre alle cellule dei velivoli anche motori ed eliche; il loro aereo di punta nel secondo conflitto mondiale era il P108 noto con il nomignolo di “fortezza volante italiana” e lo era davvero: per fare un esempio, già nel 1939 montava le torrette per le mitragliatrici comandate elettricamente a distanza, poi montate sul famoso B 29 (quello di Hiroshima e Nagasaki) che ha volato per la prima volta nel 1942.
L’Italia e la Piaggio nel 1946 dopo le traversie belliche non potevano più produrre bombardieri e nei primi tempi nessun altro tipo di aeroplano. Quindi si trattava di rottamare tutti i macchinari, esperienze e apparecchiature dell’industria aeronautica.
Dobbiamo all’ingegner Corradino D’Ascanio, oltre alle innovazioni come la scocca portante, derivazione della costruzione delle fusoliere, leggera e robusta, anche il merito di aver assemblato, utilizzato e adattato parti di componenti aeronautici durante la costruzione del primo elicottero.
Quando nasce il prototipo della Vespa, il parafango anteriore ha la luce, frutto delle carenature aerodinamiche dei velivoli a carrello fisso come il Fiat CR 32 e il Savoia S 81; infatti, deriva dalle luci di atterraggio degli aerei.
La nostra Vespa prende il suo percorso “motociclistico“ vero e proprio con il faro portato sul manubrio, cosa che avviene anche ai giorni nostri.
Il motore nelle prime versioni è derivato dai motorini di avviamento utilizzati per avviare i motori e dare energia come sul P108 ai sistemi idraulici ed elettrici prima dell’avviamento delle eliche; un’altra caratteristica importante sta nei pneumatici che ancora oggi sono di misure diverse da quelle del settore motociclistico; anche qui si nota la derivazione assieme agli ammortizzatori, dalle ruote dei carrelli in uso presso l’aviazione.
Altra grande innovazione sono i cerchi che, al contrario delle moto in cui il penumatico bisogna ”calzarlo” sul cerchione, nella Vespa basta una chiave per dividere il cerchione e riparare la foratura o cambiare la gomma; ricordiamo che nel secondo dopoguerra la maggior parte delle strade italiane erano sterrate, con la conseguenza di frequenti forature e la vespa non faceva eccezione; riparare la foratura velocemente e semplicemente faceva la differenza; forse tra le tante cose che hanno contribuito al successo vi è anche questa particolarità.
Si può con certezza asserire che dalla tecnologia di macchine destinate alla distruzione ha visto la luce un mezzo che ha contribuito anche alla rinascita dell’Italia, assicurando una mobilità snella e veloce che ancora oggi vediamo sulle nostre strade accompagnata da design e colori accattivanti.
R.Allesina

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