22-09-2009 - Roma, sotto la pioggia e con le bandiere tricolore alle finestre ed ai lampioni, ha dato l'estremo saluto ai ragazzi della Folgore caduti nell'agguato di Kabul giovedi 17 settembre scorso.
Vogliamo ricordarne i nomi: il capitano Antonio Fortunato, il primo caporal maggiore Matteo Mureddu, il primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, il sergente maggiore Roberto Valente, il primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, il primo caporal maggiore Massimiliano Randino.
Nella Basilica di San Paolo fuori le Mura i funerali di Stato son stati celebrati da Monsignor Vincenzo Pelvi, ordinario militare d'Italia, alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani e tutto il governo e i vertici delle forze armate.
Non sono mancati momenti di tensione, con un intervento di un uomo all'interno della chiesa, che inneggiava alla "pace subito" ed altre frasi ad alta voce, azzittito dalla folla in preghiera ed espulso dal servizio d'ordine. (Si è poi saputo che l'uomo ha precedenti per furto e varie altre pendenze).
Mentre fuori, davanti l'ingresso della Chiesa, una signora di Roma, che esponeva un cartello con i colori della bandiera, su cui aveva scritto un omaggio ai sei ragazzi, "esplodeva" di rabbia, con parole pesanti come pietre, verso don Giorgio De capitani, il prete di Lecco, per il suo comportamento irriverente verso l'Italia e i ragazzi della Folgore.
La commozione era tanta, come tanti gli occhi colmi di lagrime.
Con la preghiera del paracadutista, l'on Gianfranco Paglia ha salutato i feretri, che, uscendo dalla Basilica portati a braccia dai commilitoni, hanno ricevuto l'omaggio della pattuglia acrobatica Italiana, che ha diffuso in cielo i tre colori per i quali i sei ragazzi sono morti.
Fuori dalla Basilica, folla silenziosa, bambini con le spalle coperte dal tricolore, commilitoni sull'attenti, con gli occhi lucidi e lo sguardo fermo... un basco amaranto ci ha detto "....la Storia, il tempo e il destino ci ha reso immortali..."