Racconti
Gli angeli visibili
Una testimonianza sulla figura dell'infermiere quale custode del malato
09-06-2022 - Amo definire “angeli visibili” tutti gli infermieri, tutti gli operatori sociali di tutti gli ospedali, di tutti i centri di accoglienza, di tutte le case di riposo per anziani, di tutti i centri dove sono assistiti i tanti disabili e di tutte quelle situazioni domiciliari di sofferenza dove c’è bisogno di affiancarsi ad un familiare per poter assistere al meglio un malato. Quando tra il medico ed il malato si interpone la figura dell’infermiere professionista, al quale il medico affida la propria conoscenza per alleviare le tante sofferenze che continuamente si trova costretto ad affrontare, la figura dell’infermiere diventa una indispensabile presenza accanto al malato, il quale non solo viene curato, ma anche assistito, incoraggiato, aiutato nei propri impedimenti fisici, stimolato a vivere in qualsiasi condizione si trovi.
La figura dell’infermiere diventa così un custode del malato. Perché allora non associarla al proprio angelo custode invisibile che è presente accanto ad ognuno di noi a livello spirituale?
Ecco perché mi viene spontaneo definirli angeli visibili. Senza di loro i malati non riuscirebbero a superare tanti momenti difficili. La sofferenza necessita non solo di cure mediche ma di tanta presenza amorevole e di tanta comprensione, caratteristiche tipiche di questa categoria di angeli visibili. Spesso un sorriso ed un atteggiamento affettuoso influenzano positivamente anche l’effetto di una medicina: la gentilezza diventa così una forza rigeneratrice.
Amo definire “angeli visibili” anche gli operatori sociali, i vari assistenti animatori, coloro che non seguono i malati dal lato sanitario ma sono presenti sempre per sostenerli moralmente con il loro premuroso atteggiamento, quasi a cercare di sostituire i familiari che non ci sono. Il loro compito è anche quello di stimolare i malati, specialmente gli anziani ricoverati a lunga degenza, a farli parlare di sé, dei loro familiari, della loro vita antecedente la loro malattia e/o la loro vecchiaia, facendoli ricordare episodi di quando erano “al di fuori “ della loro situazione attuale.
Specialmente per gli anziani è molto importante far loro sentire che sono ancora considerati nella loro dignità di persone. Questi angeli visibili dell’animazione aiutano a trascorrere il tempo che, sia negli ospedali sia nelle case di riposo, assume una dimensione infinita come se l’orologio non scandisse più le ore. Fanno divertire i ricoverati, riuscendo qualche volta anche a farli ridere, dimentichi così per qualche istante della loro situazione. Mi viene in mente il famoso detto “servire Iddio in letizia”.
Chi vive esterno a questi ambienti non può rendersi pienamente conto del valore di questi angeli visibili. Si presta piuttosto a criticare, a pretendere sempre di più per i propri malati e per quel negativo bisogno di lamentarsi che è innato nell’essere umano. Anche perché nella critica c’è sempre un inconscio senso di colpa per non poter seguire personalmente il ricoverato, specialmente nel caso degli anziani a lunga degenza. Eppure, se riflettiamo bene, sia gli infermieri professionisti, sia gli operatori sociali sono mossi sempre da un sentimento di amore verso il prossimo perché altrimenti non potrebbero gestire tante situazioni indescrivibili. Non potrebbero farlo se fosse solamente per sostegno economico che, tra l’altro, non li gratifica più di tanto perché risulta sempre decisamente inadeguato alle loro prestazioni, anche se questo tipo di professione, per la dedizione ed il sacrificio che richiede, non è facilmente quantificabile a livello economico.
Auguriamoci che sempre più aumentino queste professioni di "vocazione”, perché l’umanità ne ha tanto bisogno.
Stefania Guerri
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