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L'Esercito marciava
Il tedoforo militare con il Tricolore è partito da Cagliari alla volta di Trieste dove giungerà il prossimo 24 maggio
19-05-2015 - A Cagliari non si può certo dire che sia una giornata di sole, un cielo plumbeo e un venticello freddo fanno da cornice alla cerimonia che si è svolta al Comprensorio Polisportivo Militare intitolato al generale “G. Rossi” per la partenza della staffetta militare che attraverserà tutta la Sardegna in occasione della ricorrenza del centenario del primo conflitto Mondiale e tutto sembra più toccante. Sembra quasi di percepire, di toccare con mano, il freddo della paura che scorreva nelle vene di quei ragazzi (classe 1892-1899) chiamati alle armi ed in partenza per il fronte.
La commemorazione ha avuto inizio con la solenne cerimonia dell’alzabandiera alla presenza del comandante del Comando Militare Autonomo della Sardegna generale Claudio Tozzi, del prefetto di Cagliari Alessio Giuffrida, del sindaco della Città di Cagliari Massimo Zedda, e delle più alte cariche civili, militari e religiose dell'Isola.
La cerimonia ha toccato il suo apice di intensità emotiva nel momento in cui ad alcuni studenti, pronipoti di giovani sardi partiti per il fronte, sono state consegnate copie degli stati di servizio dei loro bisnonni sui quali è narrata tutta la loro storia di soldati italiani.
Il momento più toccante è stato, invece, quello offerto da Padre Mariano, cappellano militare del Comando Militare Autonomo della Sardegna, che ha benedetto la “Campana del Dovere” che con i suoi 10 rintocchi, a similitudine della Campana dei Caduti di Rovereto (eretta all’indomani delle stragi provocate proprio dalla 1^ Guerra Mondiale fondendo i cannoni delle 19 nazioni che parteciparono al conflitto e che ogni sera, alle 21.30, suona per 100 volte dal colle di Miravalle a ricordo dei figli di tutto il mondo partiti e mai tornati ai loro affetti) ha dato ufficialmente il via alla staffetta militare. “Oggi si sentirà solo il battito del soldato che corre – ha detto Padre Mariano - e non il rumore delle armi che si sentivano 100 anni fa. Non si sentirà il pianto delle mamme a cui quelle armi hanno tolto un figlio. Si sentirà il cuore del soldato che corre portando il Tricolore fino a Trieste. Tricolore simbolo di libertà, di unione, di legame con la Patria portato da un soldato come simbolo di pace perché il militare è il primo che non vuole la guerra ed è il primo a cercare la pace”.
Il primo tedoforo a partire è stato il comandante del 151° reggimento “Sassari”, il colonnello Enrico Rosa, nato granatiere e oggi a capo di una unità della Brigata “Tattarese” che, quando gli si chiede come vive questa esperienza, con naturalezza risponde “mia mamma è sarda e forse, mi viene da pensare, Qualcuno ha deciso che questo figlio di Sardegna dovesse tornare alla sua terra di origine. Qui in Sardegna sono stato prima comandante di battaglione e oggi comandante di reggimento. Per me, essere il primo tedoforo di questa staffetta, è una emozione forte. Soprattutto per i valori, i sentimenti e gli ideali che rappresenta e che sono, ancora oggi, immutati, quelli dell’Esercito moderno.”
Durante la cerimonia, la banda musicale della brigata Sassari ha interpretato alcuni brani che fecero da cornice all’epoca del 1° conflitto Mondiale fra cui, i più significativi, “4 Maggio”, “Le Ragazze di Trieste” “Il Piave” per concludere con la famosa “Dimonios” ad accompagnare i primi passi della corsa del tedoforo partito tra gli applausi dei presenti.
La tappa sarda della manifestazione prevede l’impiego di 31 militari che si alterneranno portando, alla stregua di tedofori, il Tricolore Italiano (simbolo di unità nazionale) correndo ininterrottamente 24 ore su 24.
I tedofori militari attraverseranno 23 Comuni dell’Isola percorrendo circa 250 da Cagliari a Sassari dove giungeranno nel pomeriggio di domani lunedì 18 maggio.
La piazza resta vuota, la staffetta corre per le vie della città. Cento anni fa i ragazzi italiani lasciano i propri paesi e città, affetti e amori per partire verso la guerra. Sembra di rivivere la stessa surreale scena di un film già visto: la piazza si svuota mentre il Tricolore corre, 24 ore su 24, verso Trieste a ricordare idealmente, città dopo città, paese dopo paese, il movimento di avvicinamento, dai punti più lontani del Paese, dei migliaia di cittadini italiani chiamati al fronte. Guardi sparire il tedoforo con il Tricolore e ti si chiude il cuore al ricordo dei tanti racconti dei nonni che tenevi chiusi nel cassetto della memoria.

www.cybernaua.it/rassegna/dettrassegna.php?idnews=4977
Davide Passone
 
  


 
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