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22-04-2017 - Il Ministero della Difesa ha promosso ricorso in Cassazione avverso la sentenza n. 824/2017, con la quale la Corte d’appello di Roma, in relazione all’attentato di Nassiriya, ha dichiarato la responsabilità civile del Comandante nazionale competente, assolto in sede penale, condannandolo al risarcimento dei danni in favore delle parti.
La decisione di impugnare tale pronuncia, comunica il ministero delle Difesa, è mossa dall’esigenza di ''salvaguardare l’operato dei comandanti delle Forze armate impegnate in operazioni e, in particolare, la loro serenità di giudizio e la giusta motivazione nell’agire per l’assolvimento delle missioni militari tese a garantire la sicurezza dei cittadini all’estero e in Patria che, ad oggi, contano oltre 14.000 militari. L'iniziativa legale, promossa oggi dal Dicastero, non inficia la piena e assoluta vicinanza ai familiari dei Caduti e dei feriti nel vile attentato; la Difesa garantirà, come ha sempre fatto, l’impegno per assicurare loro ogni possibile intervento in termini di concreta e fattiva solidarietà''.
i fatti
In quel maledetto mercoledì 12 novembre 2003, ore 10.40, un camion cisterna pieno di esplosivo forzò il posto di blocco all’ingresso di “Animal House”, la base italiana Maestrale di Nassiriya.
La potente esplosione uccise i terroristi/suicidi iracheni e fece una strage strage: dodici carabinieri, cinque soldati dell’esercito, nove cittadini iracheni, oltre a due civili italiani, il regista Stefano Rolla e un suo collaboratore, che erano lì per girare un documentario sulla missione “Antica Babilonia” a cui partecipava in armi anche l’Italia.
Il comandante era Bruno Stano, ora ex generale in pensione, che dalla magistratura civile fu ritenuto responsabile e quindi colpevole di avere ignorato gli allarmi dell’intelligence e sottovalutato il pericolo di una base troppo esposta.
Era già emerso che il Sismi aveva lanciato i suoi warning: il 23 ottobre segnalò «un attacco in preparazione al massimo entro due settimane»: il 25 ottobre mise in guardia da un «camion di fabbricazione russa con cabina più scura del resto»; il 5 novembre avvertì che «un gruppo di terroristi di nazionalità yemenita e siriana si sarebbe trasferito a Nassiriya».
Stano era stato già condannato  in primo grado dal tribunale militare a due anni di reclusione nel 2008 (sentenza emanata col beneficio della condizionale e con la non menzione della condanna nel casellario giudiziale) e a dover risarcire le parti civili; poi fu assolto in appello nel 2009; ma la sentenza di assoluzione fu annullata dalla Cassazione nel 2011. Dopo un iter estenuante che dalla Cassazione penale è ricominciato nel tribunale civile, una sentenza del febbraio scorso, arrivata quindi a 13 anni dai fatti, ha stabilito, eliminando ogni discussione, che «E’ manifesta la stretta dipendenza tra il reato commesso e la morte e le lesioni riportate dalle vittime».

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