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Serve autorizzazione degli USA per operare con F35?
Una domanda di un lettore, cui risponde il generale Pasquale Preziosa

15-12-2019 - Qualche giorno fa, un nostro lettore ci ha posto una domanda
Gentilissima Signora Mussa, qualche giorno fa in radio ho sentito un alto ufficiale di cui non ricordo il nome dire che:
Quando un F35 italiano dovesse operare in aree più o meno strategiche, deve avere l'autorizzazione dagli STATI UNITI.
Può essere vero? Abbiamo dato ad altri le decisioni da prendere? La pregherei di darmi una risposta tranquillizzante
”.
E noi, per poter dare una risposta esauriente, abbiamo giratola domanda del lettore al generale Pasquale Preziosa, già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, dal 25 febbraio 2013, fino al 30 marzo 2016.
La spiegazione del comandante Preziosa è questa:
Il problema della sovranità è ricorrente in tutti i discorsi odierni, ma non è un problema nuovo, perché in tutte la manifestazioni di interesse pubblico bisogna sempre salvaguardare la Sicurezza Nazionale.
Purtroppo, in Europa è pressoché assente un pensiero strategico in termini di difesa e, conseguentemente, i concetti di sovranità non godono di grande approfondimento.
Dopo la seconda rivoluzione industriale, il mondo conosciuto iniziò il processo di globalizzazione a livello regionale, successivamente ampliatosi a livello globale con la caduta del muro di Berlino.
Nel mercato globale tutti dipendono da tutti.
La Sicurezza Nazionale, quindi, sin dalla seconda rivoluzione industriale ha sviluppato gli accordi internazionali per abbassare i rischi legati alle importazioni. 
Un Paese per essere autonomo e non ricorrere alle importazioni deve avere tre elementi fondamentali: le risorse, le tecnologie e il mercato.
Pochi paesi al mondo presentano queste caratteristiche.
L’Iran, per esempio, ha le risorse, ma è manchevole degli altri due elementi.
La Cina ha tecnologia e mercato, ma non ha sufficienti risorse.
Ciò comunque non vincola l’uso politico e militare dei sistemi d’arma.
L’Italia, per esempio, costruiva su licenza Rolls Royce i motori per i suoi velivoli durante la Seconda guerra mondiale.
Dopo la seconda guerra mondiale, ha impiegato velivoli USA, Navi americane, Missili americani, inserita nell’Alleanza atlantica, senza perdere alcune delle sue prerogative politiche: basti ricordare il caso dell’Achille Lauro.
Oggi, anche la produzione dei sistemi d’Arma europei o italiani, non possono fare a meno di componenti provenienti dai paesi esteri amici.
Le industrie della difesa occidentali possono cooperare su alcune piattaforme ed essere concorrenti per la vendita di altre.
Nella cooperazione industriale vi è sia scambio di tecnologie sia trasferimenti di tecnologie, nei limiti previsti dalle normative nazionali. 
Oggi, come ieri, è necessario mantenere la competizione strategica in atto e la competizione si basa prevalentemente sui livelli di tecnologia raggiunti nei sistemi d’arma impiegati in campo operativo.
La Difesa basa la sua deterrenza prevalentemente sulla tecnologia.
Livelli inferiori di tecnologia in teatri simmetrici vuol dire aver perso la competizione: cioè aver perso.
Un esempio al riguardo è rappresentato dalle capacità ipersoniche raggiunte nel settore aerospaziale dalla Russia e dalla Cina
.”
Ci auguriamo che la risposta di Preziosa abbia esaudito la richiesta di chiarimento del nostro lettore.


Maria Clara Mussa
 
  
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