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''La Grande Guerra, un racconto in cento immagini''
Interessante libro che offre lo spunto per parlare dei soldati, in occasione della ricorrenza del 4 Novembre, a ricordo del primo passo verso l’unità nazionale
25-10-2018 - 4 novembre 1918.
L’Impero Austro-Ungarico si arrende.
A Padova viene firmato l’Armistizio di Villa Giusti.
Dopo circa un anno, nel 1919, a Saint Germain en Laye, viene stabilita l’annessione di Trento e di Trieste all’Italia; si compie l’unità nazionale e la fine di una terribile guerra che vide cadere moltissimi giovani armati solo di baionette.
Si vuole ricordare la Vittoria ogni 4 novembre, mediante manifestazioni civili e militari, in onore e in memoria dei soldati che dettero il sangue per salvare i patrii confini.
Quest’anno è una data ancor più importante, perché ricorre proprio il Centenario di quella guerra vinta.
Per l’occasione, alcuni mesi or sono, è stato pubblicato il volume storico “Grande Guerra, un racconto in cento immagini”, curato dallo Stato Maggiore della Difesa, sotto la supervisione del tenente colonnello Mario Renna, del maggiore Giuseppe Tarantino e dello storico Piero Crociani.
Pagine ricche di immagini dell’epoca, in cui sono evocati atti di eroismo, di battaglie, di solidarietà, di industria bellica al fianco dell’Esercito.
Si parla di Armando Diaz, dei Ragazzi del 99, dell’eroe Enrico Tori, di Caporetto e del salvataggio dell’Esercito serbo da parte della Regia Marina italiana.
Protagonisti di azioni belliche gli aerei, che allora già avevano funzioni di ricognizione e sorveglianza.
“L’Italia, leggiamo nel libro, fu la prima nazione ad impiegare mezzi aerei in azioni belliche, in Libia, 1911-12; con l’impiego congiunto di Esercito e Marina militare; possedeva anche dirigibili ed idrovolanti…”
/www.cybernaua.it/news/newsdett.php?idnews=6399
Vengono descritti i sommergibili, che misero in evidenza l’efficacia della componente subacquea.
Si narra delle “portatrici carniche”, fondamentali per il sostentamento delle truppe italiane schierate sul fronte alpino italo-austriaco; una storia straordinaria di fatica e amore.
E’ la Grande Guerra raccontata attraverso cento immagini. Le battaglie, i protagonisti e i molteplici aspetti sociali, politici, economici e culturali che hanno contraddistinto la Prima Guerra Mondiale per l’Italia.
Cento fotografie significative, tratte perlopiù dagli archivi delle Forze Armate e accompagnate da cento brevi saggi scritti da storici, giornalisti e ufficiali. Un volume di oltre 400 pagine denso di rievocazioni, informazioni e curiosità che si rivolge al grande pubblico nell’ultimo anno delle commemorazioni del centenario della prima vera esperienza collettiva nazionale. Cento fotografie per restituire a cento anni di distanza un racconto in cui figurano senz’altro i principali attori, i fatti d’arme più importanti, gli eroi, i corpi – tra cui spiccano i Bersaglieri - e le armi scesi in campo, gli avvenimenti notevoli che segnarono nel bene e nel male gli anni di guerra. A questi si intrecciano storie minori eppure significative, oltre a una serie di aspetti collaterali al conflitto, come la propaganda, i prestiti di guerra, l’arte, la posta, i cappellani militari, i giornali di trincea e molto altro ancora. E’ un racconto corale che si avvale dei brevi saggi – o lunghe didascalie - che accompagnano ciascuna fotografia e che ben rappresenta il modo per dire “grazie” in occasione del 4 novembre, festa di tutte le Forze Armate. Operano nel territorio e nelle missioni, cosiddette di pace nel mondo, operano a difesa della sicurezza nelle città al fianco delle forze di polizia.
Sono impegnate a soccorrere le popolazioni vittime di disastri come terremoti, alluvioni, incendi.
E vestono la divisa di Arma dei carabinieri, di Esercito, di Aeronautica Militare e di Marina Militare.
E sono armatie.
Per definizione e per necessità sono armate.
Gli aerei sono dotati di armi, così come le navi.
I soldati hanno fucili e mitragliatori, pistole e lame affilate; se sono attaccati dagli insorgenti nelle strade afghane o nelle vie di Mogadiscio, rispondono con colpi di arma da fuoco e a volte sono feriti a morte.
Onore a loro.




Maria Clara Mussa
 
  


 
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