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Il ruolo (inesistente) dell’Ue sulla tensione fra Usa e Russia sul ‘caso Kiev
Matteo Barbanera for Lab Parlamento
20-12-2021 - Il 7 dicembre scorso si è tenuto il vertice virtuale tra Stati Uniti e Russia, che ha visto discutere i presidenti Biden e Putin in un clima di crescente tensione. Il tema più caldo sul tavolo è stato ovviamente la possibile invasione dell’Ucraina da parte di Mosca e i conseguenti timori statunitensi e occidentali.
Biden e tutti gli alleati della Nato sono preoccupati dall’aumento delle truppe russe lungo il confine ucraino. Infatti, sembrano essere poco meno di 200mila i soldati russi attualmente schierati lungo tale confine. 
Il Presidente statunitense si è detto pronto a dure sanzioni verso Mosca nel caso in cui questa decida di invadere l’Ucraina. Ipotesi che sembra essere al momento remota ma non del tutto impossibile. 
Tra le possibili sanzioni che Biden ha minacciato c’è anche quella di chiudere il progetto dell’oleodotto Nord Stream 2, che collega la Russia con la Germania e che non è mai stato visto di buon occhio dagli Stati Uniti. Il Presidente statunitense ha promesso che, in caso di aggressione russa verso l’Ucraina, “ci saranno conseguenze economiche devastanti” per Mosca.
La Russia, da parte sua, teme l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Avere l’Alleanza Atlantica alle porte di casa non sarebbe una piacevole notizia per Mosca. Il Cremlino ha comunque negato di pianificare un attacco militare verso Kiev ma ha ribadito il proprio diritto di muovere le truppe all’interno del proprio territorio per una questione di sicurezza nazionale.
Intanto sembra che Putin durante il vertice virtuale abbia promesso a Biden di incontrarsi nuovamente nel breve periodo, proprio a dimostrazione di quanto la questione ucraina sia delicata e di non facile soluzione. 
Dopo il suo colloquio con Vladimir Putin, Joe Biden ha riferito ai leader di Italia, Regno Unito, Germania e Francia. I leader di questi paesi erano già stati sentiti la sera prima del vertice Stati Uniti-Russia, e avevano espresso la loro preoccupazione per l’evolversi incerto della situazione.
Nel frattempo i Ministri degli Esteri dei paesi del G7 si sono riuniti a Liverpool in un vertice di due giorni, terminato il 12 dicembre. Anche in questo caso, sul tavolo della discussione ovviamente c’era la questione ucraina. Si è concordato di fare “fronte unito” contro una eventuale invasione russa. 
La Ministra degli Esteri inglese, Liz Truss, ha affermato che “dobbiamo difenderci dalle crescenti minacce provenienti da attori ostili e dobbiamo unirci con forza per resistere agli aggressori che cercano di limitare i confini della libertà e della democrazia”.
La situazione tra Stati Uniti e Russia è oggettivamente tesa e poche previsioni al momento possono essere fatte. C’è da dire che la mossa del Presidente Putin di schierare un così grande numero di truppe lungo il confine ucraino rappresenta nient’altro che la volontà di mostrare i muscoli: la Russia non vuole che la Nato si allarghi ulteriormente ad Est e si mostra dunque pronto anche ad interventi militari nel caso in cui questo accada. Non è infatti la prima volta che la Russia decide di schierare le proprie truppe in queste aree. 
Gli Stati Uniti non sembrano però voler escludere a priori un futuro ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza Atlantica, tanto che Jen Psaki, addetto stampa della Casa Bianca, recentemente aveva dichiarato che: “Sono i paesi della NATO a decidere chi sarà un membro della NATO, non la Russia”. 
Più coraggio invece dovrebbe essere richiesto all’Unione Europea, attore solo marginale in questa situazione di crescente tensione. In caso di reale conflitto militare in Ucraina, l’UE ne subirebbe delle conseguenze difficilmente rimediabili.
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