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Diritti da salvaguardare e promuovere
‘’Giustizia per la Pace: un Binomio Indissolubile per un Futuro Armonioso’’ il convegno in cui se ne è discusso
02-11-2023 - “La vera pace non è solo assenza di guerra, ma uno stato di benessere globale, stabile, difficile da raggiungere se non attraverso sforzi estremi e concertati, tendenti a rimuovere alla radice le cause dei conflitti. Ciò implica un costante impegno da parte di tutti gli esseri umani alla luce della spiritualità e dell’equità”.
Con queste parole Maria Pia Turiello, criminologa forense e moderatrice, ha aperto il convegno “Giustizia per la Pace: un Binomio Indissolubile per un Futuro Armonioso”, svoltosi martedì 24 ottobre 2023, Giornata delle Nazioni Unite, presso il Senato della Repubblica, nella Sala Capitolare, a Roma.
L’incontro è stato organizzato su iniziativa del senatore Manfredi Potenti, in collaborazione con Universal Peace Federation (UPF Italia) e l’Associazione Internazionale Parlamentari per la Pace (IAPP Italia), un progetto di UPF.
L’evento è proseguito con i saluti istituzionali. Lucia Secchi Tarugi, Consigliere del Consiglio Nazionale Forense, ha affermato che “giustizia e pace devono essere punti di riferimento per le nostre azioni come individui e nell’ambito delle istituzioni”.
Francesca De Moro, dell’Istituto Interregionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia di Roma (UNICRI), ha sottolineato la grande importanza del contributo della società civile per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.
Il senatore Pierferdinando Casini, impegnato all’estero, ha inviato un messaggio in cui rimarca che “la pace non è un valore astratto, che non può essere disgiunto dalla giustizia, dalla libertà e dal rispetto della dignità umana”.

Carlo Zonato, presidente di UPF Italia, ha spiegato che la Federazione è una ONG fondata nel 2005, presente in centonovanta Paesi, accreditata presso l’Ecosoc delle Nazioni Unite, con Stato Consultivo Generale e fondata dal Reverendo dottor Sun Myung Moon e dalla dottoressa Hak Ja Han Moon. Ha mostrato un filmato su UPF e illustrato quelle che sono le linee guida della Federazione introducendo il nuovo progetto di Giustizia per la Pace cui si ispira il convegno.

L’onorevole Pietro Pittalis, vicepresidente della Commissione Giustizia, ha osservato che “non si può pensare che la guerra in Ucraina e lo scontro tra Israele e Hamas siano qualcosa di lontano dalle nostre comunità e quindi guardiamo a questi eventi con attenzione e molta preoccupazione”.

I lavori sono stati aperti da monsignor Vincenzo Paglia, arcivescovo e presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Il prelato ha ricordato che già Aristotele sosteneva che il fondamento della polis non è la legge, ma è l’amicizia tra i cittadini, cuore della pace e della giustizia. Ad esse vanno aggiunti il perdono - perché ha un potere fortissimo che può sradicare il male alla radice - la fiducia, il dialogo e la riconciliazione. Tutti questi valori vanno sollecitati in ogni modo perché favoriscono “la capacità dei popoli di convivere assieme, rispettando le diversità e i diritti di ciascuno”.
Paglia ha osservato che la mancanza della politica come arte dell’incontro ha lasciato spazio alla politica delle armi che non porterà mai alla pace, ribadendo la necessità di risolvere i conflitti politicamente. “La dialettica tra pace, giustizia e perdono è una delle prospettive più alte che dovremmo affidare alla politica e non solo”.


Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, ha esordito citando Gustavo Zagrebelsky: “Il Diritto deve ‘accerchiare’ la guerra, difendendo il diritto alla verità e promuovendo la giustizia”.
“Siamo una delle poche nazioni che ha nella Costituzione un chiarissimo riferimento alla pace”, che si fonda sulla legislazione e soprattutto sulla cooperazione internazionale. Quest’ultima ha osservato “è un must perchè non è più pensabile che uno Stato da solo garantisca se stesso al proprio interno e all’esterno”.
Ha proseguito affermando che l’“accesso alla giustizia”, espresso nell’obiettivo 16 dell’Agenda 2030**, è “uno strumento ineliminabile per garantire all’interno delle società la pacificazione”.
Per il relatore la diffusione della cultura è la vera arma per sconfiggere l’illegalità e ogni tentazione di belligeranza: il comportamento eticamente corretto dell’individuo è quello che fa la differenza.

Secondo il senatore Manfredi Potenti “è fondamentale per l’ordine democratico la necessità di poggiare su un codice che classifichi quali siano i comportamenti non ammessi e soprattutto che questi divieti siano condivisi”.
Ha fatto l’esempio di tribunali che hanno imposto delle regole non condivise, come l’Inquisizione, la Sharia e ha parlato di giudici non imparziali.
Ha ricordato il “cambio di paradigma del nostro sistema giudiziario che vede nella mediazione e nella negoziazione l’implementazione di sistemi alternativi alla soluzione delle controversie”.
Si è detto convinto che un accordo di pace debba avvenire in un clima di parità. Riguardo la questione ucraina “dobbiamo capire se sia giusto che questa parità possa essere costituita anche dal possesso dei cannoni e dei fucili. Nel momento in cui un aggressore si pone in senso prevaricatorio nei confronti di uno Stato che ha tutta la sua legittimità di esistere c’è anche la necessità di valutare se quest’aiuto possa provenire anche dalla fornitura di armi”, ha dichiarato.

L’onorevole Mirella Cristina, già membro della Commissione Giustizia, ha iniziato citando Domizio Ulpiano, giurista romano tardoclassico: “Giustizia è la volontà costante e perenne di dare a ciacuno ciò che gli spetta di diritto”.
“Ogni individuo è in pace con se stesso e con gli altri se vede i propri diritti tutelati, riconosciuti, protetti”, ma se vengono disattesi sono causa d’insoddisfazione e d’impotenza.
Ha parlato della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, atto solenne volto a riconoscere in maniera formale gli stessi diritti a tutte le persone e popoli, rimarcando che nei nostri giorni non siamo propriamente in linea con il contenuto di questo documento, del quale assistiamo a una palese e reiterata violazione.
Ha citato la nuova Agenda 2030 delle Nazioni Unite, in particolare il sedicesimo obiettivo che riguarda la promozione di società pacifiche e inclusive che garantiscono l’accesso alla giustizia.

Per il dottor Sergio De Nicola, Sostituto Procuratore della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Cagliari, è possibile sviluppare dei sistemi come la giustizia riparativa e la mediazione per trasferire nell’ambito giudiziario la cultura della pacificazione.
Ha parlato dello Statuto dei Lavoratori che attribuisce una particolare importanza al ruolo conciliativo del giudice, per consentire alle parti di riprendere la collaborazione.
“Ritengo che la mediazione dovrebbe essere introdotta come modalità di gestione del conflitto anche nel sistema penale italiano”, per il riavvicinamento tra la vittima e l’autore del reato.
Riferendosi agli attuali conflitti armati ha ricordato che “se non sono arginati possono degenerare e incidere tragicamente sulla popolazione civile” e ha riferito di sentirsi “molto scosso quando leggo che un numero rilevante di vittime è costituito da bambini, cosa che ci deve indignare”.

In assenza del dottor Graziano Perria, già Primo Dirigente della Polizia di Stato, Carlo Zonato ha letto alcuni passaggi della sua relazione.
“Vorrei proporre a quest’autorevole consesso un mio modesto contributo circa alcune idee innovative, al passo con i tempi, come ad esempio l’utilizzo di Sistemi di Intelligenza Artificiale per la Mediazione e la Risoluzione dei Conflitti”.
“Questi sistemi possono analizzare dati, contestualizzare le questioni e proporre soluzioni imparziali e basate sulla legge, facilitando così il raggiungimento di un accordo più equo e soddisfacente per tutte le parti coinvolte”.
“Queste proposte mirano a promuovere un sistema giuridico più moderno, equo e accessibile, capace di affrontare le sfide contemporanee e di contribuire a una società più pacifica e armoniosa”.

Portavoce per l’Italia di The United Nation Academic Impact (UNAI) e tra i patrocinatori dell’evento, Domenico Di Conza ha invitato a “fissare un appuntamento in occasione della Giornata Mondiale della Giustizia Sociale, celebrata il 20 febbraio, nella quale questa giustizia di pace diventi una giustizia sociale”.

Franco Ravaglioli, vicepresidente UPF, ha letto un estratto dall’autobiografia di Sun Myung Moon intitolato “Sognare un Mondo di Pace”, che riporta la proposta di aggiungere all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite un Consiglio Interreligioso. Per il Dottor Moon quando le conoscenze e l’esperienza dei leader politici saranno combinate con la saggezza dei rappresentanti delle diverse fedi, il mondo potrà tovare la strada per la pace vera.

E’ seguito l’intervento dell’avvocato penalista Massimo Rossi, il quale ha fatto riferimento al disegno della Costituzione, che prevede la rieducazione dei detenuti e che dovremmo chiamare risocializzazione. La pena deve essere comminata, ma occorre che dall’espiazione esca una persona nuova che sia ricollocata nella società.
In conclusione Maria Gabriella Mieli ha consegnato il certificato di ambasciatore di Pace per meriti particolari nel perseguimento della pace al dottor Sergio De Nicola.
Sono stati insigniti del riconoscimento anche il dottor Graziano Perria e la dottoressa Micaela Pirreda, non presenti all’incontro.

**(NdR)numero 16 degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile è dedicato alla promozione di società pacifiche ed inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile, e si propone inoltre di fornire l’accesso universale alla giustizia, e a costruire istituzioni responsabili ed efficaci a tutti i livelli. //unric.org/it/obiettivo-16-pace-giustizia-e-istituzioni-forti/





Redazione
 
  


 
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