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Il chirurgo generale e il paziente obeso
Tra costi medici e sociali da ridurre grazie ai nuovi approcci chirurgici
13-06-2011 - Si è svolto oggi a Montebelluna il convegno "Il chirurgo generale e il paziente obeso" promosso dall'Unità operativa di Chirurgia dello stesso ospedale per approfondire i trattamenti chirurgici rivolti a persone che soffrono di obesità e che nel Veneto si stima siano circa 380mila. Notevoli le ricadute anche livello di costi sociali: mediamente, infatti, una persona obesa, ha un costo sociale di 1700 euro l’anno.
Tre veneti adulti su dieci sono in sovrappeso ed uno su dieci è obeso. Dati allarmanti che colloca il Veneto tra i primi posti di questa graduatoria basata sul peso corporeo nonostante la diffusione del sovrappeso sia più diffusa, per ragioni culturali ed alimentari, nelle regioni del Sud Italia.
Quello del sovrappeso e dell'obesità sono problemi sanitari di crescente e pressante gravità: in Italia si stimano circa 16,5 milioni di soggetti in sovrappeso e 5,5 milioni di pazienti obesi. Impressionanti anche i dati sulla popolazione infantile italiana dove si contano 1 milione di bambini in sovrappeso e 300mila bimbi obesi. Nel Veneto i pazienti obesi adulti sono circa 380mila, circa 20mila quelli nell'Ulss 8 di Asolo.
Notevoli sono i passi in avanti compiuti in ambito chirurgico per affrontare non solo la patologie dell'obesità in sé, ma anche gli approcci per trattare le patologie più comuni in pazienti obesi. Si tratta di un problema medico-sanitari,o appunto, in quanto il trattamento medico dei pazienti obesi necessita di accortezze e strumentazioni specifiche.
Di questi nuovi approcci se ne è discusso questa mattina presso la Sala convegni dell'ospedale San Valentino di Montebelluna dove si è tenuto il convegno "Il chirurgo generale e il paziente obeso" promosso dall'Unito operativa di Chirurgia dello stesso ospedale, diretta dal dottor Maurizio Pavanello. L'Unità operativa di Chirurgia di Montebelluna rappresenta infatti uno dei sette principali centri veneti- assieme a Mestre, a Padova, Verona, Portogruaro, Dolo e Cittadella - di chirurgia bariatrica, cioè la chirurgia espressamente rivolta agli obesi. Nel presidio montebellunese ogni anno vengono eseguiti dagli 80 ai 100 interventi in pazienti obesi con tecniche operatorie che hanno come scopo il dimagrimento, cioè  il calo ponderale ed il suo mantenimento nel tempo.
Focus dell'attenzione del convegno, oltre che la chirurgia barbarica, è stata la chirurgia generale. "Non bisogna sottovalutare il fatto che - osserva il dottor Maurizio Pavanello - sempre più spesso il chirurgo generale si trova a dover affrontare pazienti obesi per interventi tradizionali (ernie, appenditi..)  che richiedono, oltre che competenze tecnico-scientifiche specialistiche anche attrezzature e presidi adeguati: dai lettini operatori, alle poltrone alle calze antitrombosi specifiche per persone di peso elevato. Tutti strumenti che non sempre sono in disponibilità della struttura ospedaliera e che si traducono spesso in investimenti elevati".
Ad introdurre il convegno il professor Romeo Bardini, della chirurgia generale dell'azienda ospedaliera di Padova, che ha sottolineato come l'obesità aumenti notevolmente i rischi di malattia. "Oltre al disagio dell'obesità in sé, è significativa, nei pazienti obesi - ha spiegato il professor Bardini - la comorbidità, cioè il numero di patologie associate all'obesità. Si va dal diabete, normalmente di tipo 2, in cui il rischio per gli obesi è 38 volte più alto rispetto alle persone normopeso, all'ipertensione, dalle 2-3 volte più diffusa tra gli obesi”.
Altrettanto maggiori sono i rischi cui incorrono gli obesi nella fase post operatoria rispetto ai normopeso: aumentati sono infatti il rischio di ipertensione arteriosa post operatoria (emorragia, infarto del miocardio), - trombosi venosa profonda post operatoria, le complicanze respiratorie ed il rischio infezioni su incisione legata alla diminuzione dell'ossigenazione tissutale.
Quindi il convegno si è concentrato sui nuovi approcci chirurgici e le relative possibili complicanze che si stanno sviluppando per trattare i pazienti obesi: dalle nuove modalità della chirurgia barbarica svolte per lo più in modalità laparoscopica (una tecnica consente di operare, utilizzando strumentazione appositamente predisposta, attraverso alcune piccole incisioni ) che comprende tra gli altri il by pass gastrico, la sleeve gastrectomy ed il bendaggio, allo sperimentale approccio endoluminale (in modalità endoscopica) presentato quest'ultimo dal dottor Bernante dell'Ospedale di Mestre che ha eseguito recentemente i primi due interventi in Italia con questa nuova metodologia.
Otre che un problema sanitario la patologia dell'obesità ha profonde ricadute sociali in termini di costi. "Si calcola che mediamente una persona obesa costi alla società 1700 euro all'anno - ha spiegato il dottor Giuseppe Turchetti docente di Economia sanitaria alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa -. Si tratta di un costo elevato se si pensa che a livello nazionale esso arriva a circa 8,7 miliardi di euro. In esso sono inclusi sia i costi prettamente sanitari ma anche quelli di tipo sociale, legati alle giornate di lavoro perse".
Redazione
 
  


 
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