08:45 giovedì 02.05.2024
Fiore all'occhiello del nostro Paese
Il presidente del senato, Renato Schifani, in visita ad Herat, si complimenta con i militari italiani
fotografie di: Daniel Papagni

25-12-2010 - Herat, 24-12.-10 – Visita ufficiale del presidente del senato, Renato Schifani, questa mattina a “Camp Arena”, base dove è dislocato il contingente italiano che lavora in Afghanistan nell’ambito della missione internazionale della Nato, “I.S.A.F.” (International Security Assistance Force Afghanistan). Il presidente Schifani ha voluto incontrare personalmente i militari italiani. Ad accompagnarlo, Guido Crosetto, sottosegretario del ministero della Difesa, che ha ribadito l’importanza della visita della seconda carica dello Stato ad Herat, significativa per quanti in una terra difficile rischiano la vita per servire la Patria. “Una presenza – ha concluso Crosetto- per dimostrare quanto il nostro paese sia vicino ad ognuno di loro. Non si tratta di un atto di cortesia. C’è l’Italia, rappresentata dall’onorevole Schifani, che è venuta a ringraziarli uno ad uno per il loro lavoro”. Parole di elogio, arrivano anche dal presidente Schifani. “E’ la terza volta – ha dichiarato Schifani- che con orgoglio vengo in Afghanistan, dove si sta compiendo un’operazione senza precedenti. Abbiamo pagato un prezzo altissimo, in termini di vite umane. Un dolore che il Paese non dimenticherà mai, un sacrificio che sta contribuendo al consolidamento della sicurezza e della democrazia in Afghanistan. Siete il fiore all’occhiello del nostro Paese”. Il presidente Schifani ha anche precisato come su questa missione ci sia un sostegno unanime e trasversale: “Quando nella seduta parlamentare di ieri ho anticipato ai colleghi la mia visita qui ad Herat, la risposta è stata un lungo applauso. Con i senatori in piedi, mi sono commosso. Nessuna forza politica – ha continuato Schifani- ha ridotto fondi o risorse per questa missione. Le istituzioni sono vicine e soddisfatte per il lavoro fatto sul territorio, dove sono state realizzate infrastrutture e dove sono stati portati a termine progetti importanti sul tema della formazione e della sicurezza”. E a quanti hanno in mente di chiedergli la possibile exit strategy, Schifani anticipa: “E’ una missione che avrà una fine e un fine. I militari andranno via dell’Afghanistan, lasciando il popolo alla sicurezza e alla democrazia”. Sui tempi, nessuno si sbilancia, tranne il presidente Obama che vede il 2014 come anno conclusivo della missione. Resta comunque una decisione delicata da prendere, che dovrà essere condivisa dai paesi delle forze in campo. Intanto, la domanda potrebbe essere girata al ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che arriverà a Camp Arena il prossimo 5 gennaio, in occasione dell’Epifania, come preannunciato dal suo sottosegretario Crosetto. Terminata la fase istituzionale, Schifani ha personalmente stretto la mano agli uomini e alle donne schierati nella piazza delle bandiere. Uno ad uno per congratularsi per la loro professionalità. Un breve pranzo in mensa e uno scambio di battute ai tavoli sono stati gli ulteriori momenti di una giornata intensa, anche di emozioni. Prima di partire a bordo dell’aereo presidenziale, la visita ai reparti e ai mezzi della componente area del nostro contingente, costituita da uomini e mezzi dell’ Aeronautica Militare, dell’Esercito e della Marina Militare. Un ultimo grazie, e poi in volo verso Roma. “E’ stato bello – racconta un alpino, un po’ commosso – è come se attraverso le telecamere di oggi, salutassimo i nostri cari in patria”. Siamo d’accordo con lui, così come con il presidente Schifani quando, in chiusura del suo intervento istituzionale, ha detto che non può esistere un discorso preparato in queste circostanze. Esiste, però, l’affetto e l’orgoglio di un popolo, quello italiano, che è con tutti voi…
Mirko Polisano


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