09:22 giovedì 02.05.2024
Una Rosa tra le mine
Nel Libano del sud, i soldati italiani continuano il lavoro di bonifica del territorio
fotografie di: Daniel Papagni

27-08-2011 - I tuoi genitori sanno che il tuo compito in Libano è quello di bonificare il territorio dalle mine?
“No, ho detto loro soltanto che andavo in Libano, la mia prima volta in missione.”
Stiamo ascoltando Rosa Fellino, primo caporal maggiore, componente di una delle quattro squadre di sminatori del 4°reggimento guastatori della Brigata meccanizzata Aosta, di stanza a Shama, sede del comando Sector West, al comando del generale Gualtiero Mario De Cicco.
In ogni squadra di sminatori opera una donna. Non è più una novità per i colleghi, ma per noi è ancora un fatto da sottolineare.
Insieme ai suoi colleghi e senza alcuna differenza di sorta: stesso abbigliamento, una specie di scafandro pesante, scomodo, ma indispensabile. Stesso sguardo deciso, di persona consapevole e determinata
Rosa, 29 anni, di Palermo, occhi azzurri come solo i siciliani posseggono.
Ha scelto questo lavoro per passione.
“Sì, è impegnativo, pesante, ma mi piace moltissimo.”
Si allena nei momenti liberi insieme ai suoi colleghi, in palestra e correndo per chilometri intorno alla base, con sole o pioggia, perché “la corsa libera il corpo, ma soprattutto la mente” afferma Rosa.
Già, perché la mente è sottoposta a notevole stress, quando, abbigliata in quel modo ingombrante e con il casco da 3 chili in testa, passa il suo tempo chinata sul terreno alla ricerca della mina antiuomo, di cui il terreno è disseminato e deve essere fatta brillare.
E così tutti gli sminatori che si alternano in questo lavoro da “certosino”, dove devono analizzare il terreno centimetro per centimetro, con strumenti adatti alla ricerca: metaldetector, cesoie, palette da giardinaggio, pennello e vernici.
Affiancati dal supervisor, monitorati dal tenente Felice D’Albore, al comando del capitano Fabio D’Andria, lavorano nel massimo della concentrazione, consapevoli della responsabilità che loro è stata data, nello svolgere un compito così gravoso.
Non distante da loro, il maresciallo Guastella, infermiere, pronto ad accorrere in caso di necessità, con l'attrezzatura adatta ad eventualità d'emergenza.
Tutto si svolge nella massima sicurezza, nulla è lasciato al caso. Si sa tutto di tutti, dall’eventuale allergia ai medicamenti, al tipo di gruppo sanguigno.
Nel sud del Libano, Paese che si trova in mezzo ad una contesa che dura da sempre e che vede Palestina ed Israele continuamente in contrasto, l'Italia è presente con l'operazione Leonte, attualmente Leonte X, all'interno della Missione Unifil, decretata dall'ONU con la risoluzione 1701, del 2006.
E tra le varie attività, importante è quella della bonifica del territorio, volta a renderlo "pulito" da mine antiuomo e da quelle terribili cluster bomb, che durante la guerra Israele lanciò sul Libano.
In modo particolare al contingent italiano è stato affidato un tratto di territorio da rendere agibile, nel quale si dovranno aprire altri corridoi verso la Blu Line, per posizionare i Blu Pillar, quei pilon che rappresentano la linea ideale di separazione tra il territorio libanese e Israele.
Un'attività quotidiana, che non vede soste, se non per tempo piovoso e che ha tenuto impegnati i nostri sminatori anche il giorno di ferragosto, mentre in Italia ci si riposava, godendo della frescura del mare o dei monti.
Maria Clara Mussa


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