14-09-2011 - Era un desiderio espresso sin dalla prima volta che visitammo il sud del Libano, insieme al contingente italiano di Leonte 5, mentre si passava davanti la base di Chinabatt, nel sector west, percorrendo una strada tuttora utilizzata per raggiungere mete operative in cui si svolgono le attività dei nostri soldati.
Ogni volta, al nostro passaggio, uscivano numerosi bambini scalzi, sorridenti, festosi, a gridare parole italiane, quali "bella, grazie Italia, ciao"…
Abbiamo finalmente raccolto quei sorrisi, quegli sguardi di bambini che non possiedono neppure le scarpe, ma che son felici quando i nostri sodati si fermano a consegnare cibi e carezze.
Questa volta li abbiamo abbracciati, fotografati, mentre ricevevano pane, acqua, biscotti, riso, cibi conservati, che i nostri soldati hanno loro consegnato.
Vivono lungo un tratto di strada libanese, nel sud, che attraversa campi coltivati a tabacco.
Piccoli campi, che rappresentano l'unico sostentamento di queste famiglie siriane, povere, fuggite anni fa ed accolte dal Libano.
Un nucleo di deseredati, con tanti figli e tanta fame.
Insieme a nonne, mamme e padri, bambine e bambini ci circondano, riempiendosi le braccia di cose donate.
Ci accoglie un capo famiglia, nel suo abito bianco del Ramadan, "Chukran Italia, grazie, ci dice, per quanto facciamo anche per loro. Ed orgoglioso ci invita in casa, non più quella baracca che avevamo notato due anni fa, ma vera casa, con veri muri. Costruita dai ragazzi del generale Ruggeri, l'anno scorso, che hanno provveduto finanziando autonomamente l'iniziativa.
Ci mostra una fotografia in cui egli stringe la mano al generale "benefattore", che ha fatto sì che egli potesse dare un tetto alla sua famiglia.
Anche questo è dare speranza ad un popolo, con piccoli gesti sinceri, che sono apprezzati da chi ha bisogno di tutto. Verso gli Italiani è palese un grande affetto, che si esprime anche nell'invito, da parte di un'altra famiglia, di sederci tutti al suo tavolo per bere un caffè; o nel permetterci di scattare foto ai loro figli, mentre giocosi ci abbracciano; o nel gesto spontaneo di privarsi di un profumato mazzo di basilico per farne dono al nostro reporter.
Andiamo via con il cuore colmo di emozione, consapevoli di essere in una situazione quasi irreale, in un angolo di mondo lontano dalle cattiverie quotidiane, dove un gesto affettuoso, un chilo di riso o una bottiglietta di acqua diventano un momento per festeggiare.
Abbiamo promesso di ritornare…non potrà che farci bene.