22:20 mercoledì 01.05.2024
Bombardamenti? Sì
Molte polemiche, ma il dado è tratto
fotografie di: Cortesia Chiara Giannini

27-07-2012 - HERAT (Afghanistan). Bombardamenti sì, bombardamenti no. Quando il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola annunciò, lo scorso 28 gennaio, che gli Amx italiani sarebbero stati armati, dando vita all'adeguamento con gli altri Paesi impegnati nel teatro afghano, molte furono le polemiche sollevate. Ma il dado era tratto.
Le bombe, ordigni di precisione, a guida laser, furono posizionate sui nostri caccia bombardieri. Quattro in tutto, pronti a partire H24 dall'aeroporto di Herat, situato ai bordi della base Isaf di Camp Arena.
Eppure nei mesi successivi non si seppe più niente sull'uso delle armi. Perché? Semplice, perché si doveva dar modo ai militari e all'intelligence internazionale di operare, di mettere a punto quella strategia che avrebbe consentito di portare a segno gli obiettivi delle varie missioni. E' solo una quindicina di giorni fa che la prova dei bombardamenti avvenuti è stata data.
E' stato il comandante della Jatf (Joint air task force), colonnello Andrea Fazi, a spiegare come "nell'ambito dell'operazione Shrimp net (rete per gamberi, gamberara), ancora in corso in Gulistan, siano stati utilizzati gli ordigni di precisione per abbattere un ponte radio, utilizzato dai talebani per le comunicazioni".
L'antenna, dotata di specchi solari, era stata posizionata ad alta quota, in una zona impervia e difficilmente raggiungibile. Sono stati i predator in dotazione all'aeronautica italiana a filmarla. E' quindi stata studiata, è stato esaminato il terreno e sono stati inviati due Amx per la missione. In collaborazione, ovviamente, con gli altri partner di Isaf. Nelle foto che vi mostriamo si vedono le varie fasi del bombardamento. La bomba che viene sganciata, dopo che uno dei due max ha puntato il laser contro l'obiettivo. Occorre un istante perché l'antenna salti in aria. Eppure c'è reticenza nel raccontare se altre operazioni di questo tipo siano state compiute. Si dice che le missioni di questo tipo siano più di una, meno di dieci" per stessa ammissione di Fazi, ma il numero preciso non ci è dato di saperlo. E' il comandante del contingente italiano, generale Luigi Chiapperini, a spiegare che è solo "per motivi di sicurezza. Shrimp net è ancora in corso".
Ma sullo scacchiere internazionale, questo è certo, l'Italia assume un ruolo fondamentale. Quale? Quello di partner a tutti gli effetti, allo stesso livello degli altri Paesi, né più, né meno. Un ruolo attivo a cui si aspirava da tempo e che adesso fa della nostra Nazione una Nazione alla pari, almeno dal punto di vista strategico e militare, con le altre. Nonostante i tagli, nonostante la crisi economica, nonostante la futura diminuzione del numero dei militari, annunciata dallo stesso Di Paola. Cosa certa è che nell'ultimo bilancio di previsione della Difesa appare chiaro che si investirà in nuovi armamenti e anche molto più in sicurezza. Quali armamenti?
Bombe, sicuramente più precise e potenziate di quelle attualmente in uso e sensori in grado di svolgere il loro compito in modo davvero puntuale e impeccabile.
A che scopo? Allo scopo, questo è certo, di eliminare i talebani (le regole di ingaggio prevedono che non si possano colpire abitazioni o civili, ma in caso di attacco e pericolo derivante dai talebani, è tutta un'altra storia), ma chissà che in gioco non ci siano interessi più grandi. Di che genere? Difficile da stabilire.
Certo è che l'Italia, almeno per adesso, sta facendo una figura tutt'altro che brutta, in Afghanistan, visto che i migliori risultati si stanno ottenendo, almeno secondo ammissione del comandante di Isaf, il generale americano John Allen, proprio in RC West, area di nostra competenza.
I problemi restano solo per chi gioca davvero sul campo, per i militari in prima linea, costretti a sopportare il caldo, la fatica e uno stress psicologico non indifferente, visto che il periodo estivo, nella terra dell'oppio, è davvero il peggiore.
Cortesia Chiara Giannini


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