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Aretusa 2015, a Siracusa
Esercitazione antinquinamento marino, organizzata dalla Marina Militare nei giorni 16 e 17 giugno
fotografie di: cortesia M.M.

22-06-2015 - L’esercitazione si inquadra tra le attività svolte dalla Marina Militare per assicurare la prontezza e il mantenimento delle capacità delle unità navali responsabili delle operazioni di disinquinamento in mare, capacità di tutela ambientale che esaltano la versatilità delle navi della Marina Militare, da sempre impegnate in attività strettamente connesse con il mondo civile ed a supporto alla collettività.
Sono stati circa 300 gli uomini impegnati nell’ esercitazione che quest’anno ha riproposto il format articolato su due giornate: il 16 si è tenuto l’VIII Seminario antinquinamento, organizzato nella suggestiva cornice della Camera di Commercio di Siracusa; il 17 è stata condotta l’esercitazione navale, sullo sfondo dell’area marina del Plemmirio, sito naturalistico di tale importanza da essere classificato “area specialmente protetta di interesse mediterraneo”, per la conservazione della biodiversità.
«Abbiamo scelto un'area importante, come le acque incontaminate antistanti la riserva marina del Plemmirio a due passi dal polo petrolchimico», ha dichiarato l'ammiraglio Mario Culcasi, comandante del Comando delle Forze da Pattugliamento di Augusta.
“Aretusa 2015” ha centrato gli obiettivi prefissati, consentendo alla Marina Militare di testare i mezzi antinquinamento ed addestrare in uno scenario complesso i propri equipaggi, favorendo nel contempo la cooperazione e il reciproco aggiornamento e condivisione dei progressi da parte di tutti gli attori istituzionalmente coinvolti nella lotta all’inquinamento da sversamento in mare di idrocarburi.
«Lo scopo è anche testare e sviluppare la capacità antinquinamento della Marina e aumentare la cooperazione con analoghi dicasteri», ha commentato l'ammiraglio Mario Culcasi.
Il seminario, giunto all’ottava edizione, ha unito con grande riscontro di interesse e confronto il mondo accademico e quello della ricerca scientifica ed ingegneristica alla realtà degli “operativi”, coinvolgendo al fianco del personale per vari aspetti addetto ai lavori della Marina Militare rappresentanti degli atenei di Messina e Catania, dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (IAMC-CNR) di Messina, del Dipartimento della Protezione Civile e dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) di Siracusa.
L’attività in mare ha visto 3 pattugliatori d’altura della Marina Militare con capacità antinquinamento, le Navi Sirio, Orione e Libra, in coordinamento con 3 motovedette della Capitaneria di Porto, e con i mezzi locali fra cui quelli del Consorzio Castalia, mettere in campo ogni strumento utile a contrastare uno sversamento di 700 m3 di idrocarburi, che si è finto fossero fuoriusciti da una petroliera sinistrata, simulata da Nave Ticino. La situazione è stata monitorata dall’alto da un aereo ATR 42 della Capitaneria di Porto e da un elicottero della Marina Militare SH212, che ha anche “inserito” sul mercantile sinistrato a mezzo verricello due uomini dell’equipaggio di un pattugliatore, specialisti nella “lotta antifalla”, affinché tentassero un primo contenimento dello sversamento già a bordo.
Effettuato il contenimento della macchia con le panne galleggianti, prelevato un campione della sostanza inquinante per effettuarne l’analisi a bordo del Sirio ed ottimizzare quindi gli interventi antinquinamento, tutte le navi hanno impiegato i propri skimmer per raccogliere dal mare gli idrocarburi.
Contemporaneamente la Prefettura di Siracusa, in costante teleconferenza con le unità in mare, ha attivato la propria sala operativa, simulando di mettere in atto gli interventi volti a contrastare a terra lo spiaggiamento della macchia oleosa.
Le navi della Marina Militare, appartenenti alle Forze da Pattugliamento di Augusta hanno impiegato durante l’esercitazione, nell’ambito del progetto Flotta Verde, un biocombustibile alternativo al petrolio, rendendo così ancora una volta tangibile il cambiamento verso una maggiore eco-sostenibilità, che testimonia la grande attenzione della Marina Militare alle tematiche ambientali, e rappresenta un’opportunità di rinnovamento tecnologico, reso possibile dall'interazione con l’eccellenza dell’industria nazionale. Il combustibile alternativo, composto per il 50% da prodotti derivati da fonti sostenibili, consente di ridurre di circa il 40% le emissioni di CO2 e di abbassare, in modo non trascurabile, la produzione di polveri sottili.

La Marina Militare affida annualmente l’organizzazione e la condotta della esercitazione antinquinamento al Comando delle Forze da Pattugliamento (COMFORPAT) di Augusta, che assicura, tra gli altri compiti di istituto, l’attività di presenza e sorveglianza nel Canale di Sicilia.
COMFORPAT annovera fra le proprie unità navali 6 Pattugliatori d’altura che dispongono di attrezzature per la lotta all’inquinamento marino da idrocarburi. In particolare questi pattugliatori sono dotati di barriere pneumatiche galleggianti per il contenimento in superficie degli inquinanti, di uno skimmer per la rimozione ed il recupero delle sostanze oleose dal pelo dell’acqua, di idonee casse per l’accumulo a bordo delle sostanze inquinanti recuperate, di sistemi per lo spargimento di agenti disperdenti sull’area inquinata ed infine di un laboratorio chimico per l’analisi degli inquinanti.
cortesia Carmela Modica


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