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Pakistan, fondamentale ruolo nel garantire sicurezza e stabilità nella regione
Incontro con il generale Raheel Sharif, organizzato dal Ce.S.I (Centro Studi Internazionali) in collaborazione con l'Ambasciata del Pakistan
fotografie di: Daniel Papagni

29-07-2015 - Gli sforzi del Pakistan nel rendere stabile l'area dell'Asia Centrale sono il tema di un documento che sarà pubblicato il prossimo Settembre dall'Istituto di Studi (Ce.S.I,) di cui è presidente il professor Andrea Margelletti, méntore ed organizzatore, insieme ai suoi collaboratori, dell'incontro con il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito pakistano, Raheel Sharif, avvenuto nella sala Giovanni Spadolini, della Biblioteca del Senato a Roma, martedì 28 luglio scorso.
Il documento, frutto di un lavoro di viaggio e studio in Pakistan, presenterà l'attuale impegno del Paese nel rilanciare la sua reputazione internazionale, diventando l'interlocutore più importante nell'Asia Centrale. In modo particolare, lo scopo della pubblicazione è di analizzare le dinamiche politiche, economiche e di sicurezza che lslamabad metterà in campo per raggiungere l'obiettivo e massimizzare le possibilità di successo del suo progetto di pace.
L'occasione dell'incontro è stata offerta dalla visita in Italia del generale Raheel Sharif, forte sostenitore di un processo di pace nella regione.
Dopo il saluto di benvenuto del professor Andrea Margelletti, presidente del Ce.S.I, il generale è stato introdotto dall'ambasciatrice del Pakistan in Italia, H.E. Tehmina Janjua che ha anche espresso parole di gratitudine ai presenti per "essere amici del Pakistan".
"Sharif, ha detto l'ambasciatrice, lavora per contribuire alla pace, con operazioni in Pakistan contro il terrorismo; il mondo globalizzato implica la necessità di una sicurezza globalizzata: per questo l'Italia ancora è impegnata in Afghanistan e rappresenta un partner importante e strategico. Con i suoi sacrifici, il Pakistan paga un prezzo elevato per fermare l'ISIS, a favore della sicurezza internazionale".
Studi classici, a cui ha fatto cenno nel proprio intervento, richiamando il pensiero di Giulio Cesare artefice importante della Storia di Roma ed educazione militare, per essere nato in una famiglia preminentemente militare, Sharif, 59 anni, originario di Quetta, è uomo di azione e di intelletto.
Un suo fratello, il maggiore Rana Shabbir Sharif, è morto nella guerra Indo-Pakistana nel 1971.
Le constatazioni dell'ambasciatrice Janjua sono state confermate dal generale Sharif, che ha subito chiaramente elencato la serie di motivi che rendono il Pakistan chiave importante nelle attività di stabilità e pace nella regione.
"Varie e diffuse sono le azioni di terrorismo ed i "diritti umani" sono problemi importanti da affrontare o rischiamo di andare fuori controllo" ha sostenuto nel proprio intervento Sharif.
"Gli USA, con cui abbiamo relazioni positive, sono molto impegnati nel nostro territorio, con la loro presenza in Afghanistan; così come anche la Cina è attore fondamentale per la politica e lo sviluppo del nostro Paese, che porterà anche vantaggi ad India ed Iran".
Molte sono le sfide che il Pakistan deve affrontare e diverse sono le "intelligences" coinvolte nella regione; così come ancora sono molte le organizzazioni, in particolare quelle del commercio della droga, che cercano di destabilizzare la Nazione, (ricordando l'attentato dei talebani nel giugno del 2014 all'aeroporto di Karachi).
"Tutto questo, ha sottolineato Sharif, induce a considerare che per ottenere la pace occorre una strategia condivisa. Nelle nostre scritture non c'è scritto che gli innocenti devono essere uccisi. Vogliamo la pace con l'India, con dignità ed onore".
Con interventi di saluto e di confermata vicinanza al Pakistan, si sono succeduti Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato e Andrea Manciulli, presidente della delegazione parlamentare italiana presso la NATO.
A chiusura dell'incontro, il generale Marco Bertolini, comandante del COI (Comando Operativo Interforze) ha evidenziato come le "missions impossible" si sono succedute nel corso di questi anni.
Vent'anni fa l'Italia aiutava la Somalia, che ancora oggi lancia grida di aiuto all'Italia.
"La minaccia è alle porte, ha detto Bertolini, Daesh sta prendendo forza. E questo è un problema di tutti. Contro questa minaccia le forze pakistane stanno combattendo insieme a noi. Il ruolo del Pakistan nella sicurezza globale è di rilevante importanza".
Maria Clara Mussa


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