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Trident Juncture 2015, una importante certificazione NATO per l'Italia
Nella base del 37° Stormo dell'Aeronautica Militare di Trapani, apertura ufficiale della più importante esercitazione dell’Alleanza Atlantica nel corso del 2015
fotografie di: Daniel Papagni

20-10-2015 - Trident Juncture 2015, che terminerà il 6 novembre prossimo, avrà luogo in Italia, Portogallo, Spagna, Oceano Atlantico e mar Mediterraneo e vedrà coinvolti 36.000 militari provenienti da più di 30 Paesi, in una simulazione di messa in atto di varie fasi di intervento contro le sfide attuali, in caso di crisi o di conflitti, di atti terroristici, guerre chimiche e cybernetiche.
Oltre alla base aerea in Sicilia, gli altri scenari italiani coinvolti saranno Capo Teulada (Sardegna) per l'Esercito, le acque del Mediterraneo centrale per la Marina ed interventi di mezzi aerei, compreso un Predator, da Grosseto, Pisa, Amendola (Foggia), Decimomannu (Sardegna).
Alla presenza del sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano, del capo di Stato Maggiore della Difesa italiano, generale Claudio Graziano, del vice Segretario generale della Nato, ambasciatore Alexander Vershbow, del comandante supremo alleato della Trasformazione (SACT), generale Denis Mercier e del responsabile del comando alleato interforze di Brunssum (JFC B), il capo militare Nato in Europa, generale Petr Pavel la cerimonia è incominciata con la presentazione delle bandiere dei Paesi che partecipano all'esercitazione.
Dopo l'alza bandiera della Trident Juncture, gli interventi dei vertici presenti.
Con il suo saluto di benvenuto, il sottosegretario Alfano ha fatto cenno agli episodi di terrorismo internazionale in numerose parti del mondo:
" …Le recenti crisi in Africa, Europa e Medio Oriente e, più in generale, la diffusa instabilità a livello mondiale, premonitrice di conflitti, non sempre limitati, in aree caratterizzate da problemi economico-sociali e prive dei riferimenti tradizionali di governance e stabilità, hanno ormai evidenziato in tutta la sua importanza l’esigenza di disporre in tempi brevi di strumenti operativi… militari ma non solo, anche diplomatici e di assistenza umanitaria… di provata affidabilità ed efficacia".
Ecco dunque l'importanza di una esercitazione in cui si dimostri capacità di intervento e di interoperabilità.
"Questa grande attività addestrativa, ha continuato Alfano, si concluderà solo dopo aver “testato” a fondo le capacità operative della NATO Response Force (NRF), che L’Alleanza ha recentemente deciso di rinforzare e si concluderà anche con la certificazione delle capacità di comando e controllo di questa forza da parte del Joint Force Command (JFC) Brunssum a partire dall’anno 2016, nel quale l’Italia si sta apprestando a ricoprire - per la prima volta - l’incarico di Comandante, a testimonianza e riconoscimento dell’impegno profuso in questi anni dalle nostre Forze Armate nei teatri operativi in cui la NATO è stata chiamata ad esercitare le proprie responsabilità”.
A tale proposito, abbiamo avuto sentore che "papabile" per tale prestigioso incarico possa essere il generale Salvatore Farina, sino a poco tempo fa comandante di KFOR, la forza Nato in Kosovo.
Dopo l'intervento del sottosegretario Alfano, ha preso la parola l'ambasciatore Alexander Vershbow,
vice Segretario Generale della NATO, il cui concetto è stato molto chiaro: "Un quarto di secolo dopo la conclusione della Guerra fredda, il rischio di un confronto militare tra la Russia ed i Paesi della Nato, nel teatro europeo, non è mai stato così alto e forse anche più pericoloso.
L'esercitazione mette sotto esame la Nato così come la CRI, perché le operazioni per essere di successo devono essere a 360°. Stiamo testando le forze degli alleati, che metteranno in azione 130 mezzi aerei e 60 mezzi navali; dobbiamo essere agili, capaci e flessibili, per dimostrare che sappiamo muoverci e proteggere i nostri partner ed i nostri interessi".
Ed è per rendere chiara ed evidente la posizione della Nato che sono stati invitati osservatori di tutti i Paesi, compresa la Russia, ha ancora sottolineato l'ambasciatore, ribadendo come la posizione dell'Italia sia importante.
"L'Italia è un grande alleato che offre un importante contributo, sia in Afghanistan sia nelle operazioni in mare; l'Italia è in prima linea ad affrontare i problemi del Mediterraneo."
Nel corso della breve conferenza stampa, alla domanda dell'inviato di Reuters su come egli interpreti la posizione della Russia in Medio Oriente, Vershbow ha risposto che Brussels è preoccupata per la presenza della Russia in Medio Oriente…:"Dobbiamo decidere cosa fare per difendere ogni alleato e dobbiamo decidere entro luglio prossimo".
Anche il generale Philip Breedlove, il generale Petr Pavel ed il general Denis Mercier, hanno messo l'accento sull'attuale periodo di minacce di vario tipo che si impongono sui popoli, contro le quali gli alleati stanno attuando una serie di rafforzamenti.
Breedlove: "…le forze di pronto intervento mandano messaggi: ogni violazione ai 28 Paesi alleati sarà affrontata per difendere, via aria, terra e mare. Il focus è sulla Nato, impegnata per la difesa collettiva".
Pavel: "Esistono nuove minacce e la Nato si adatta educando ed addestrando, per essere in grado di respingere; il mondo aeronautico è un attuale protagonista".
Mercier: "…è una esercitazione moderna per capire e dimostrare di essere credibili contro ogni minaccia. Inoltre, ora vi partecipano anche le industrie della Difesa, che in tal modo sono messe in grado di capire e migliorare soluzioni alle esigenze future della Difesa".
Da parte del capo di stato maggiore della difesa, generale Claudio Graziano: "L'Italia contribuisce con la pronta risposta in grado di attuare interoperabilità delle nostre forze; è un periodo in cui ci si spende molto per la difesa, per la quale serve una politica omnicomprensiva; i fenomeni che affrontiamo vanno considerati non in modo isolato, come Corno d'Africa o Ucraina, serve un approccio sistematico per affrontare le crisi in diverse aree". E la progressione del terrorismo "va tenuta sotto controllo".
Note
L'apporto italiano all'estero durante questa esercitazione prevede la presenza di 200 militari: in Spagna, a Saragozza, una batteria antiaerea, team tattici (intelligence, psicologica, Genio e cooperazione), un reggimento di para'; in Portogallo un reggimento di Lagunari. In Italia, l'Esercito opererà a Capo Teulada con la brigata meccanizzata 'Sassari', un battaglione di bersaglieri ed una compagnia del Genio.
Mille i militari italiani, cui si aggiungeranno 500 stranieri (Albania, Stati Uniti, Ungheria, Germania e Spagna).
Saranno impiegati: 5 elicotteri tra cui tre Mangusta, una batteria di artiglieria operativa con quella statunitense.
L'operazione interforze prevede interventi aerei senza alcun sgancio di materiale sul poligono di Capo Teulada, neanche munizionamento inerte. 
L'Aeronautica mette in azione:
Trapani Birgi con 6 Eurofighter, 7 Tornado e 4 Amx,
Grosseto con 4 Eurofighter;
Amendola con un Predator;
Pisa con un C130 e un C27;
Pratica di Mare con aereo-tank KC767 per i rifornimenti in volo
Decimomannu con 4 elicotteri.
La Marina militare userà una fregata, un'unita' della classe San Giusto ed un'unita' di fucilieri, impegnata in attivita' anfibia nell'area riferita a Capo Teulada.
Maria Clara Mussa


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