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Kurdistan, la grande sfida (Esclusiva)
Allo stadio di Erbil standing ovation per il Presidente Barzani alla chiusura della campagna per il Sì al referendum
fotografie di: Daniel Papagni

23-09-2017 - Venerdì 22 settembre 2017
Nel giorno che sancisce nel calendario islamico l'inizio del primo mese dell'anno, il mese di Muharram, il centro di Erbil pare spopolato; ci chiediamo dove passa essere la gente che normalmente vediamo affollare il suk, passeggiare sotto i porticati, fare selfie al bordo della grande fontana in piazza, ai piedi della Cittadella, ornata da giorni di bandiere “Yes Referendum”.
Lo scopriamo in pochi minuti: come un corpo unico i cittadini di Erbil, giovani, anziani e bambini, si stanno recando allo stadio ‘’Franso Hariri” ad accogliere il Presidente Masoud Barzani”, in occasione della chiusura della campagna del Referendum per l’indipendenza dall’Iraq.
Lungo le strade si riversa la folla festosa: volti tatuati con i colori curdi, bandiere sventolanti anche dai finestrini delle automobili, cori inneggianti, ritmi segnati da strumenti a percussione, danze e sorrisi. Tutti sorridono, trasmettendo anche a noi testimoni la gioia di questa giornata speciale.
L’autista del taxi ci conferma la convinzione generale della vittoria: “Si, siamo tutti per il sì; anche Sulaimani, città del nord , che sino a pochi giorni fa era “fredda” riguardo al referendum, ora si unisce a noi”.
Scesi dal taxi, proseguiamo a piedi verso lo stadio, totalmente coinvolti nella processione delle migliaia di persone che ci salutano con grandi sorrisi e con il segno della vittoria, appena capiscono che siamo “Press”, ed Italiani, che i Kurdi apprezzano ed amano.
Il caldo è opprimente a cui si aggiunge il calore della folla che si accalca sempre più e che tutta riuscirà ad entrare nello stadio.
Molti sono coloro che si offrono di collaborare con noi, rispondendo alle nostre domande e aiutandoci a farci strada in mezzo alla calca.
//www.cybernaua.it/video/video.php?idvideo=123
“Yes Referendum, iniziano a risponderci tutti in questo modo, Kurdistan Region free, vogliamo l’indipendenza dall’Iraq, la regione del Kurdistan merita di essere libera, anche dopo tutti i sacrifici compiuti per combattere il Daesh…”
Appare infine la bandiera lunga un chilometro, che riuscirà ad essere introdotta nella calca che affolla lo stadio e che per tutta la sera sventolerà sostenuta da numerosi Kurdi felici di poter testimoniare la propria convinzione che è quella del loro Presidente.
Si stimano 40mila persone ad ascoltare il discorso del Presidente Barzani, un discorso che è stato definito “storico” dalla stampa curda.
//www.cybernaua.it/video/video.php?idvideo=122
“Noi non possiamo continuare ulteriormente a vivere con Baghdad, ha dichiarato, ed ora il Referendum è fuori dalle mie mani o dei partiti politici; ora il referendum è nelle vostre mani, nelle mani del popolo del Kurdistan”.
Andando indietro nella storia della convivenza con l’Iraq, Balzani ha sottolineato che… “l’Iraq non ha rispettato la partnership nel nuovo Iraq istituito dopo l'invasione guidata dagli Stati Uniti nel 2003, non torneremo ad un'esperienza fallita".
E rivolgendosi ai Peshmarga, ha detto loro di essere disposti a "pagare qualsiasi costo" necessario per proteggere il Kurdistan.
Ha trasmesso anche un messaggio al Turchia ed Iran: “Ci avete punito per 100 anni. Non siete ancora stancchi? "
"Se volete riprendere a punire, venite a punire me e lasciate in pace la gente del Kurdistan”.
Rassicurante il messaggio alla Coalizione e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
Rispondendo ad una dichiarazione del Consiglio di sicurezza dell'ONU che chiede al Kurdistan di rinviare il voto per paura che possa influenzare la guerra contro l'ISIS e il ritorno di un milione o iracheni sfollati attualmente nella regione del Kurdistan, Barzani ha detto che il coordinamento del Kurdistan con le forze irachene e mondiali continuerà.
"Saremo più insistenti nella lotta contro l'ISIS e combatteremo ancora più forti”.
Maria Clara Mussa


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