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29-09-2011 - Per l’idoneità agonistica dell’atleta disabile di primaria importanza è la distinzione tra disabilità fisica o mentale.
In riferimento al disabile fisico generalmente trattasi di soggetti paraplegici completi o incompleti, esiti di polio, amputati, malformazioni congenite o altro.
Il protocollo è lo stesso degli atleti normodotati con alcune particolarità.
La visita medica viene effettuata presso alcune ASL o centri Medici preposti, prevede la misurazione della pressione arteriosa, spirometria, ECG a riposo e dopo sforzo, Esame ecocardiografico se superati i 40 anni. Particolare attenzione all’esame delle urine e del sedimento urinario, della funzionalità renale tramite il controllo dell’azotemia e creatinina.
In caso di immobilità degli arti inferiori per eseguire l’elettrocardiogramma da sforzo ci si avvarrà di ergometri specifici a manovella per gli arti superiori.
Per l’idoneità ad alcune discipline sportive particolari come ad esempio l’attività subacquea andrà eseguita anche una visita otorino (ORL) con esame audiometrico e vestibolare.
Ovviamente il soggetto dovrà essere esente da ferite o malattie in atto o croniche.
A prescindere dalla certificazione di idoneità, andranno tenuti presenti alcuni aspetti conseguenti la disabilità stessa quali la diminuzione della massa muscolare miocardica dovuta alla sedentarietà oppure, se la lesione midollare è completa, l’interruzione del Sistema Nervoso simpatico darà bradicardia e abbassamento della pressione arteriosa dovuta alla diminuzione della gittata cardiaca.
Anche la ventilazione polmonare può essere alterata pertanto andrà verificata accuratamente.
In relazione al livello della lesione l’interruzione delle vie termico- dolorifiche possono causare alterazione della termoregolazione.
Oltre l’aspetto medico la mia esperienza verso la disabilità mi ha arricchito sia a livello emozionale che professionale.
Assistere alla preparazione e partecipazione all’evento sportivo con così tanta grinta e voglia di superare i limiti è veramente sorprendente e costituisce spunto di profonde riflessioni.

Dott.ssa Mara Branchi
Medico Federale Comitato Italiano Paralimpico

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