04:39 giovedì 30.11.2023
Affinché non si dimentichi l’Afghanistan
Molti autori e giornalisti al Premio letterario organizzato nell’ambasciata afghana a Roma
fotografie di: Agostino Maiello e Kappaelle

22-10-2023 - Con la partecipazione di numerosi autori e giornalisti, il Book Award dedicato all’Afghanistan si è rivelato un grande successo.
L’ambasciatore della Repubblica islamica d’Afghanistan a Roma, Khaled Ahmad Zekriya, il 20 ottobre scorso, ha ospitato una “Tavola rotonda’’ intitolata al futuro del suo Paese, in occasione della consegna dei riconoscimenti agli autori di libri dedicati all’Afghanistan e scritti in questi ultimi venti anni.
“Afghanistan, ieri, oggi e soprattutto domani” il tema dell’incontro.
Dopo l’esecuzione dell’inno nazionale afghano e di quello italiano e dopo un minuto di silenzio richiesto dall’ambasciatore in onore delle vittime afghane, l’attenzione del numeroso pubblico si è rivolta alla competizione letteraria.
“Abbiamo organizzato questo concorso perché, oltre ad essere un riconoscimento editoriale per le opere più meritevoli dal punto di vista letterario, cronachistico e culturale, abbia anche un valore di riferimento intellettuale e formativo per poter conoscere da vicino la realtà di un Paese a noi Italiani geograficamente e culturalmente lontano…. E voi autori siete stati invitati a partecipare di persona per poterci tutti riconoscere quali “persone informate sui fatti” e per poter confrontare le nostre opinioni”. Con queste parole, Gherardo Lazzeri, editore LoGisma, ha aperto il convegno, generando un susseguirsi di interventi da parte degli autori e dei giornalisti presenti, tra i quali Francesco Borgonovo, che hanno illustrato con le loro osservazioni, un ampio quadro di quello che era ed è ora il Paese martoriato dal governo talebano.
Erano presenti autorevoli rappresentanti della comunità afghana in Roma, S.A.R la principessa Soraya Malek d’Afghanistan, monsignor Giuseppe Moretti, barnabita che per lunghi anni ha condotto la diocesi cattolica a Kabul, padre Giovanni Scalese, anch’egli barnabita con esperienza in Afghanistan, Erika Monticone, gender advisor per lunghi periodi ad Herat.
Dopo la consegna degli attestati ai vincitori del premio letterario, uno per ogni sezione dedicata all’Afghanistan, si è svolto un interessante dibattito tra l’Europarlamentare Cinzia Bonfrisco, la senatrice Cinzia Pellegrino e l’ambasciatore Zekriya, condotto da Maria Clara Mussa, direttrice di Cybernaua.it InformAction Magazine.
Dal dibattito, incominciato con la domanda: “Cosa possiamo fare per aiutare l’Afghanistan ad uscire dalla tragedia che sta subendo?” è emerso che la Comunità Internazionale e noi Europei, abbiamo grandi responsabilità.
Bonfrisco ha sottolineato come sino ad ora “nessun Paese ha riconosciuto il governo talebano” e che il ‘’messaggio culturale può essere un’arma più forte per sostenere il popolo afghano”.
Mussa ha riferito la notizia di questi giorni: Nooruddin Azizi ministro talebano del Commercio, è stato in Cina al Forum ‘’Via della Seta’’ indetto dalla Repubblica Popolare Cinese che prosegue nel suo programma di miglioramento dei suoi collegamenti commerciali con i Paesi nell'Eurasia.
“Occorre contenere l’espansione cinese”, ha osservato Bonfrisco, “Dagli accordi di Doha in poi, abbiamo fatto tanto, ma non in modo compiuto”.
Ha anche fatto notare che la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, ha istituito la ‘’giornata delle donne afghane’’.

La senatrice Pellegrino ha puntato il dito sui diritti umani negati alle donne afghane: “Quando si vuole controllare un popolo, si mettono a tacere le donne; perché la donna rappresenta la ribellione, colei che è custode della Storia e riesce a cambiare le cose. E’ il metodo usato da tutte le strutture oppressive. E i Talebani temono la propria ‘’morte’’ politica”.

“Non trascuriamo il fatto che l’Afghanistan è diventato la sede di 23 istituzioni terroristiche” ha fatto notare l’ambasciatore; “bisogna che la comunità internazionale ne prenda atto. E sarebbe opportuno costituire un gruppo autorevole”, ha ancora detto concludendo l’incontro, “un gruppo di tecnocrati che, con le proprie capacità ed esperienze possano ricostruire il futuro dell’Afghanistan; le persone in grado di operare ci sono”.

Resta quindi aperto il discorso su come aiutare il popolo afghano; una questione che deve coinvolgere l’attenzione della comunità internazionale, per la gravità della situazione in cui il Paese si trova. Le donne non hanno il permesso di vivere, ma tutto il Paese sta subendo la più grave catastrofe umanitaria di sempre.

Hanno ricevuto il riconoscimento i seguenti giornalisti e scrittori:
Farhad Bitani per la sezione ‘’Romanzi’’, con il libro ‘’L’ultimo lenzuolo bianco’’ (Neri Pozza 2020)
Giorgio Battisti e Germana Zuffanti per la sezione ‘’Reportage’’, con il libro ‘’Fuga da Kabul. Il ritorno dei Talebani in Afghanistan’’ (Paesi Edizioni 2021)
Andrea Franchini per la sezione ‘’Storia’’, con il libro ‘’Afghanistan. Storia di un paese in crisi’’ (Editoriale Programma 2022)
Menzione speciale per il libro fotografico di Lorenzo Peluso, ‘’Di là dal fiume. Il mio Afghanistan’’ (Gagliardi editore 2021)
Redazione


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