20-09-2009 - Mentre l’aereo rullava sulla pista dell’aeroporto, Simone, figlio di due anni del sergente maggiore capo Roberto Valente, con il basco amaranto del papà, indicava festoso l’arrivo, dicendo: “papà, papà,” come era abituato a dire sorridendo, mentre andava incontro a Roberto, il suo papà, quando tornava in licenza dalle missioni.
Il suo papà, invece, era insieme agli altri cinque parà, giunti con il C130J da Kabul, alle 9,30 all’aeroporto di Ciampino, rinchiusi nelle loro bare.
Alle sei bare, avvolte nel tricolore, portate a spalla dai “fratelli” paracadutisti dell’186 Folgore, benedette da monsignor Vincenzo Pelvi insieme al cappellano della Brigata paracadutisti Folgore, don Vincenzo, ha reso omaggio il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La cerimonia si è svolta in silenzio, in quel silenzio che solo il dolore immenso può creare, il dolore dei famigliari dei sei ragazzi caduti nell’agguato a Kabul, giovedi scorso e di tutti coloro che conoscono il senso e il valore del dovere e dell’abnegazione.
E il grido FOLGORE, seguito dalle note del silenzio, hanno sottolineato ciò che sentiva il cuore di tutti i presenti, in quel momento.
Con il Presidente Napolitano erano l’on. Gianfranco Fini, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto, i capi di stato maggiore della Difesa, gen. Vincenzo Camporini, dell’Esercito gen. Giuseppe Valotto, della Marina Amm. Paolo La Rosa, dell’Aeronautica gen. Daniele Tei e una rappresentanza delle forze armate afghane.
E tanti, tanti paracadutisti della Brigata Folgore, schierati per l’ultimo saluto ai loro fratelli, che venivano rinchiusi nei carri funebri, per essere portati all’istituto di medicina legale, dove saranno sottoposti alla prevista l’autopsia.
In testa al corteo, affranti, i parenti delle vittime: abbracciati tra loro, sostenuti da militari dell’Esercito, hanno seguito le bare con i loro cari in silenzio, con dolore e grande compostezza
E mentre scriviamo l'articolo, scorrono le immagini dei telelgiornali, che mostrano il popolo italiano a Roma rendere omaggio con la sua presenza numerosa ai bordi della strada e con 2500 tricolori che sventolano lungo il percorso compiuto dal corteo funebre.
E' lItalia, quella vera, che saluta i suoi ragazzi.