19:15 martedì 14.05.2024
Afghanistan, sulla strada dell'autonomia
Passare per Shindand significa entrare nel “core business” della transizione.
fotografie di: Daniel Papagni

01-07-2013 - Arriviamo a Shindand utilizzando un trasporto in Ch47 americano. Sono gli Old Ironside che ci conducono attraverso il cielo afghano, sorvolando l'altipiano già visto tante volte, ma sempre affascinante nella sua drammatica estensione.
Che luogo turistico magnifico sarebbe, se non ci fosse questa stupida fottuta guerra!
Arrivati a Shindand, siamo accolti dal Transition Supporting Unit Center (TSUC), il cui comandante attualmente è il colonnello Stefano Mega, che in Italia è comandante del 7° reggimento alpini.
"Una delle tante attività di supporto, ci ha detto, è rivolta ai villaggi; siamo in contatto con gli elder, da cui traiamo informazioni su come intervenire per collaborare ed aiutare gli abitanti".
Nello spazio sconfinato della base, il comando del TSUC è racchiuso in una zona circondata da sistema di protezione; si vive in tenda, estate ed inverno, in attesa che si concludano, e non si prevede quando, i lavori di costruzione delle strutture in muratura.
Il colonnello Mega è un alpino, determinato, positivo che ci descrive le varie attività del TSUC, volte soprattutto ai contatti e alle collaborazioni con i villaggi circostanti.
“Siamo in ottimi rapporti con la gente del luogo, di cui ascoltiamo le esigenze cercando di collaborare per risolvere i loro problemi”.
Avendoli seguiti nelle loro attività, scortati da alcuni fanti dell’82esimo reggimento fanteria Torino di stanza a Barletta, che a Shindand sono in supporto agli alpini, ci siamo resi conto delle loro capacità professionali, ma anche delle loro attitudini ai rapporti umani.
La base di Shindand pare estesa all’infinito, racchiudendo base americana, aeroporto, centro ambulatoriale e chirurgico diretto da un medico afghano, centro di addestramento volo su elicotteri, con un sistema di simulatori da far invidia alla più moderna accademia di volo.
E’ lì che abbiamo incontrato il comandante Davide Dulcetti, insieme al primo istruttore afghano colonnello Quadrot Ullah, pilota di Mi 17, l’elicottero russo utilizzato nelle attività aeree afghane.
“Quadro”, come lo chiamano i colleghi italiani, è stato pilota ai tempi dei Russi ed ora è istruttore con qualifica standard NATO.
Per addestrare i piloti, un simulatore di ultima generazione.
Si avvicendano circa 150 ex piloti che hanno vissuto l’esperienza della rivoluzione contro i Sovietici e che ora addestrano i giovani Afghani futuri piloti delle squadriglie di elicotteri.
Da qui proviene anche la prima donna pilota afghana, sottotenente Niloofar Rhmani.
Ma, fiore all’occhiello della base afghana, oltre all’estesa collezione di aerei Cessna 182 e 208 ed elicotteri Mi 17, Mi 18, Mi 35, è ben strutturato un centro medico di tutto rispetto.
Con la capacità di posti letto per ricovero, prima assistenza, chirurgia, tutto sotto il comando di un appassionato medico afghano, che ci ha mostrato con orgoglio la struttura sotto la sua responsabilità.
Con specialisti capaci, professionali ognuno del proprio settore, quali i piloti, gli istruttori, i medici, si può constatare come si proceda verso la completa autonomia di gestione della sicurezza e della governance del Paese, conquistata grazie alla determinazione degli Afghani, con la collaborazione degli Italiani, a cui i colleghi afghani sono ormai legati anche da sentimenti di profonda amicizia.

NOTA
Forze di Manovra del 7° reggimento alpini della brigata "Julia" (Transition - Support - Unit - Center), basata a Shindand e operante nella parte centrale dell'area di competenza italiana), al comando del colonnello Stefano Mega e del 8° reggimento alpini della Brigata alpina "Julia" (Trasition - Support - Unit -  South,) basata a Farah e operante nella parte meridionale dell'area di competenza italiana) al comando del colonnello Michele Merola.
Le forze di manovra sono dotate di VTLM "Lince".
Tra gli assetti della Transition Support Unit è presente, dall'agosto 2010, una compagnia di VBM "Freccia" del 82° reggimento fanteria "Torino". Nella Transition Support Unit è presente una compagnia veicoli cingolati Dardo" del 6° reggimento bersaglieri;
l contributo italiano alla NATO Training Mission - Afghanistan (NTM-A), nell'area di competenza del Comando RC-W, si compone essenzialmente di personale dell'Aeronautica Militare nella provincia di Herat.
Nello specifico, alle dipendenze del NATO Air Training Command - Afghanistan (NATC-A) vi è "l'Airbase Support Air Advisor Team" di stanza a Shindand dal 2 novembre 2010. Il team, comandato dal Colonnello pilota Luciano Ippoliti, è costituito da militari dell'Aeronautica Militare provenienti da vari Reparti che svolgono attività di advising al personale dell'Aeronautica afgana impiegato nelle varie articolazioni dell'aeroporto di Shindand. In particolare, operatori di bordo e piloti militari italiani sono inseriti nell'ambito dell'addestramento dell'Aeronautica afgana sull'elicottero Mi-17
Maria Clara Mussa


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