21-06-2014 - "Black Cats a base, chiediamo autorizzazione all'atterraggio"
"Base a Black Cats, il capo di stato maggiore dell'Aeronautica vi autorizza all'atterraggio".
Una comunicazione particolare, dalla base di Pratica di Mare verso gli AMX di ritorno dalla missione afghana, tra i piloti e il generale Pasquale Preziosa, visibilmente emozionato nell'ammirare la formazione che attraversava l'azzurro sull'aeroporto Mario de Bernardi, a Pratica, composta da un KC 767, in assetto da rifornimento in volo, due Tornado, due Eurofighter e i tre AMX. Missione conclusa e accoglienza festosa da parte dei famigliari, dei colleghi, dei comandanti, dei rappresentanti militari stranieri.
Mancava solo un rappresentante di governo, un politico qualsiasi, che, anche se non è tempo di campagna elettorale, desse il benvenuto a gente italiana che dell'Italia rappresenta valori e professionalità e che rientrava da una missione in di pace.
Un messaggio da parte della ministra della Difesa, Roberta Pinotti, espresso a voce da Preziosa: "Avete giocato e vinto la partita, con impegno e professionalità, siete l'orgoglio del Paese".
Va bene anche un messaggio, tanto ai piloti è bastato vedere il sorriso dei propri cari, ricevere l'abbraccio caloroso, ascoltare le parole del loro Capo e le espressioni di stima e ammirazione, con poche ma significative parole del generale americano che li ha visti operare: "applicazione professionale delle regole di ingaggio".
"Il militare italiano, ha aggiunto Preziosa, è due volte italiano".
«Si conclude così, ha continuato il capo di stato maggiore, la parte della missione con velivoli da caccia. La più lunga missione dell’Aeronautica Militare dopo la seconda guerra mondiale».
In Afghanistan i tre caccia italiani hanno accumulato oltre 10mila ore di volo e portato a termine 3.100 missioni, non ultima quella compiuta il 19 maggio scorso quando due Amx hanno neutralizzato un potente ripetitore per le comunicazioni radio dei talebani sopra le alture del distretto di Bakwa.
Rientrati tre dei quattro caccia AMX, che erano schierati dal novembre 2009 presso l’aeroporto di Herat nell’ambito dell’operazione Nato Isaf, perché uno è rimasto fermo nell'aeroporto degli emirati Arabi per un guasto al condizionatore.
Questo episodio è un segno che il velivolo è arrivato al termine della sua vita tecnica, e giustifica la richiesta di adottare velivoli più moderni.
"Questi caccia, ha concluso il Capo di Stato Maggiore, erano stati concepiti negli anni ’70 con una visione del futuro tale che sono stati impiegati fino al 2014».
L'Aeronautica non ha lasciato del tutto la missione. Restano ancora istruttori, soprattutto di elicottero, nella base di Shindand, dove operano con strutture di alto livello, compreso un simulatore che offre ai discepoli piloti afghani, tra cui anche alcune donne, l'opportunità di allenarsi come se fossero in volo reale. Anche la base di Herat resta operativa, con i predator B.
Inoltre, gli Afghani richiedono addestramento anche nella gestione di aeroporto: "Li addestriamo, ha detto Preziosa, per essere poi impiegati nei vari aeroporti del Paese".

Attività dei predator
1.455 sortite per un totale di 13.000 ore di volo (pari a circa un anno e mezzo di volo continuativo), sono i numeri dell’importante traguardo operativo raggiunto in questi giorni dai “Predator B” (MQ-9A), i velivoli a pilotaggio remoto inquadrati nel gruppo di volo “Astore” della Joint Air Task Force, la componente aerea nazionale ed interforze del contingente italiano in Afghanistan comandata dal colonnello pilota Michele Morelli. I “Predator”, provenienti dal 32° stormo di Amendola dell’Aeronautica Militare e dal 2007 rischierati all’aeroporto militare di Herat, sono impiegati con compiti di intelligence, sorveglianza e ricognizione area a favore del Regional Command West.