19-10-2014 - Le Forze Armate sempre più devono dimostrare in ambito internazionale, di essere in grado di muoversi in modo coordinato, efficiente e rapido, in occasione di qualsiasi evento accada in scenari di crisi nazionali o internazionali.
Con le proprie specifiche caratteristiche, ogni componente delle Forze Armate deve esser capace di interoperabilità.
Per dimostrare l'efficienza e la capacità richieste in ambito NATO e per ottenerne la qualifica e la validazione, si è svolta una particolare esercitazione, chiamata ''Joint Eagle 14'', organizzata dal Comando Operativo di Vertice Interforze, con la partecipazione, per la parte terrestre del Corpo d’Armata di Reazione Rapida di Solbiate Olona (NRDC – NATO Rapid Deployable Corps) e per la parte aerea il Joint Force Air Component (JFAC) dell’Aeronatica Militare.
Venerdi 17 ottobre scorso, è stata data ai Media la possibilità di assistere a parte delle attività di comando e controllo e di visitare le varie componenti operative, organizzate nel Poligono di Torre Veneri, a Lecce, in comunicazione mediante video conferenza con la parte aerea (JFAC) in Poggio Renatico
La simulazione di uno stato di crisi, verosimilmente adeguata ad uno dei tanti Paesi attualmente in attività e situazioni instabili, ha dato modo ai partecipanti di mettere a frutto le esperienze acquisite nelle missioni cui hanno partecipato.
Alla conferenza stampa, hanno partecipato il Capo di Stato Maggiore della Difesa Luigi Binelli Mantelli, il capo di stato Maggiore dell'Esercito, Claudio Graziano, il generale Marco Bertolini, comandante del Comando Operativo del Vertice Interforze, (COI), il generale Giorgio Battisti, comandante del Nato Rapid Deployable Corps-Italy (NRDC-ITA), il generale Massimiliano Del Casale, comandante del Centro di Simulazione e Validazione dell'Esercito (Ce.Si.Va.), uno degli enti di formazione per il personale direttivo e dirigente della forza armata ed il generale Roberto Nordio, comandante del Comando e Controllo di Poggio Renatico.
NRDC-ITA rappresenta un comando di eccellenza dell’Esercito Italiano, quale unico Corpo d’Armata formato da 15 Paesi membri del Patto Atlantico, che sta impegnando, per la EJ14, più di 1.500 uomini, 210 mezzi, 165 container, 2 vettori navali, 4 vettori aerei e 2 vettori ferroviari, 271 mezzi terrestri e oltre 200 container
Si è trattato di una esercitazione “in bianco”, ovvero un’attività addestrativa che non prevede l’uso delle armi.
Questo genere di esercitazioni serve per acquisire una mentalità più aperta verso le grandi organizzazioni internazionali. Avendo una visione più ampia dei contesti e delle crisi nelle quali l’opzione militare diventi l’ultima ad essere presa in considerazione.
Fra le peculiarità, quella di essere “Cyber Defence”, di addestrare il Comando a rispondere ad eventuali attacchi informatici.
E, proprio a proposito del sistema informatico, punto centrale della Forza Nec, il nostro giornale ha chiesto all'ammiraglio Binelli Mantelli, cosa possa accadere se, nel corso di un'attività operativa reale, le connessioni telematiche, che dipendono per lo più dai satelliti, dovessero interrompersi.
Cosa accadrebbe al soldato futuro, in caso di disconnessione delle comunicazioni?
"E' evidente che la struttura complessa necessita di un forte supporto di comunicazioni, che dev'essere possibile ed affidabile. Noi siamo favoriti dall'uso dei satelliti, che consentono di operare con un grosso flusso di dati senza connessioni dirette, che dà grande affidabilità al sistema.
E comunque, ci si addestra pure ad operare anche in mancanza di ordini. L'iniziativa è la base di qualunque successo".